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17/06/2020 | di Redazione Ruoteclassiche
Storie Alfa Romeo: 8C Competizione, il ritorno alle origini
Il nono appuntamento con Storie Alfa Romeo è dedicato all'Alfa Romeo 8C Competizione, il modello che celebra lo stile e l'innovazione tecnica Alfa Romeo nel Terzo Millennio.
17/06/2020 | di Redazione Ruoteclassiche

L’Alfa Romeo 8C Competizione rappresenta un ritorno alle origini: è il modello che sintetizza i valori del marchio Alfa Romeo, una bandiera che ridefinisce i valori e l’identità della casa del Biscione dal punto di vista stilistico e tecnico.

Nei primi mesi del 2006 Sergio Marchionne dava il via allo sviluppo del modello di serie dell’Alfa Romeo 8C, una showcar che aveva suscitato grande interesse al Salone di Francoforte del 2003. Il Centro Stile Alfa Romeo capeggiato da Wolfgang Egger riuscì a ridefinire il progetto in soli otto mesi: la variante definitiva della nuova e speciale granturismo venne presentata al Motor Show di Parigi totalizzando 1.400 ordini da tutto il mondo in poche settimane: i 500 esemplari (numerati) previsti vennero tutti venduti ancor prima che la vettura venisse prodotta.

Spirito Alfa. La storia dell’Alfa Romeo 8C Competizione parte proprio dal suo nome: “8C” erano le potenti Alfa Romeo con motore otto cilindri progettate da Vittorio Jano. Erano le vetture che negli anni 30 vincevano le più importanti competizioni automobilistiche, tra cui ricordiamo le quattro vittorie consecutive a Le Mans, e tre alla Mille Miglia. “Competizione” era invece il nome dell’Alfa Romeo 6C 2500 che Juan Manuel Fangio aveva guidato alla Mille Miglia del 1950.

Tra passato e presente. L’Alfa 8C incarnava l’essenza Alfa Romeo riprendendo temi tecnici da sempre cari al Marchio: la leggerezza, esaltata dal telaio “dual frame” e dall’utilizzo di materiali tecnologicamente avanzati come alluminio, titanio, carbonio e materiali compositi. L’ottimale bilanciamento dei pesi tra anteriore e posteriore era ottenuto con lo schema “transaxle” che prevedeva il motore disposto in posizione anteriore longitudinale e il cambio al retrotreno. L’adozione di sospensioni a doppi bracci trasversali su entrambi gli assi esaltava l’agilità e la precisione di guida. Il propulsore, un V8 di 4.7 litri da 450 cavalli (di origine Maserati) segnava il ritorno alla trazione posteriore, una peculiarità tecnica attesissima dagli appassionati della guida sportiva, assente dagli anni ’90. Con queste prerogative l’Alfa Romeo 8C accelerava da 0 a 100 km/h da fermo in 4”2 e sfiorava i 300 km/h di velocità massima.

Stile senza tempo. Seguendo la migliore tradizione dello stile italiano, pieno di “citazioni” che evocano l’affascinante passato del design Alfa Romeo, la 8C proponeva un profilo morbido e sinuoso: l’abitacolo, intimo e raccolto è arretrato, a ridosso delle ruote posteriori, mentre il lungo cofano anteriore sembra mordere l'asfalto. Una nervatura orizzontale unisce idealmente i passaruota sfumando lungo la portiera. Il lunotto è apribile e consente l’accesso al baule, sul retro domina la pulizia delle linee: un tributo alla prima delle Alfa Romeo “Coda Tronca”, la Giulietta SZ. Spicca l’ampia fanaleria circolare, omaggio in questo caso alla Giulia TZ.

Il trilobo. Negli anni 30 trovavano applicazione i primi concetti aerodinamici: spesso erano le competizioni a dare il via alle sperimentazioni che alzavano l’asticella dello sviluppo tecnologico anche sui modelli di serie, ma tra la pista e la strada sono i carrozzieri a sviluppare le linee più seducenti e particolari. La loro creatività ha dato vita ad alcune delle più belle (e vincenti) vetture nella storia dell’auto, molte delle quali sono Alfa Romeo. La genesi progettuale dell’Alfa Romeo 8C Competizione parte da questo periodo, celebrandolo con i volumi sensuali, e marcando i principali tratti distintivi del Marchio. Un’Alfa Romeo in vista frontale è immediatamente riconoscibile per il trilobo composto dallo scudo centrale e le due prese d’aria orizzontali ai lati, che nasce proprio negli anni 30. Prima, il “muso” delle auto era costituito dal radiatore affiancato dai gruppi ottici, e (talvolta) protetto con una. Le forme iniziano a ingentilirsi nella terza decade del ‘900 e compare lo scudo Alfa Romeo, troppo piccolo per raffreddare motori sempre più potenti e così compaiono le due prese d'aria laterali, che fin da subito gli appassionati ribattezzano “baffi”.

Elemento di carattere. Il trilobo viene adottato ufficialmente come simbolo del Marchio a partire dalla 6C 2500 Freccia d’Oro. Come tutti gli stilemi, si evolve con il tempo restando tuttavia un elemento unico e inconfondibile: sinuoso e imponente sulla 1900, più sottile su Giulietta; aerodinamico e teso su Giulia, spigoloso e quasi equilatero negli anni 70 e 80. Minimalista e stilizzato negli anni 90, torna al suo ruolo naturale da protagonista con la 156 e la 8C che diventa il riferimento stilistico per tutti i modelli a venire, anche per quelli di grande serie come MiTo e Giulietta. L’Alfa Romeo 8C non ha avuto eredi dirette, ma la “sorella minore” 4C, si è configurata sin da subito come una piccola supercar tecnologica e sensuale ispirata all’esclusività della 8C, ma senza la barriera dell’edizione limitata. Con la 4C Alfa Romeo torna nel mercato delle sportive compatte offrendo materiali e soluzioni tecnologiche all’avanguardia, mirate alla massima leggerezza e a una straordinaria esperienza di guida.

Questione di equilibrio. Per l’Alfa Romeo 4C i tecnici Alfa Romeo hanno scelto di non estremizzare la potenza, quanto piuttosto contenere il peso: appena sopra i 1.000 chili in ordine di marcia, per un rapporto peso/potenza inferiore a 4 kg/CV. Due valori che si traducono in un’agilità ai massimi livelli e prestazioni da brivido, tutto ciò mediante l’uso di elementi in poliestere e fibra di vetro. Ma la componente più innovativa è la culla del telaio monoscocca, realizzato completamente in fibra di carbonio con una tecnologia produttiva derivata dalla Formula 1. Il materiale composto di fibre unidirezionali, viene pre-impregnato con una resina speciale prima di essere sottoposto a una lavorazione detta “cocura”: con questo trattamento, la culla viene realizzata in un pezzo unico, senza assemblaggi, svolgendo perfettamente il suo compito strutturale con un peso di soli 65 chili.

Agile e veloce. Anche il motore della 4C è ultraleggero: si tratta di un 1750 cc quattro cilindri, interamente in alluminio, con una potenza di 240 CV. Per garantire una distribuzione ottimale dei pesi, il propulsore è collocato in posizione trasversale posteriore abbinato a un cambio automatico con doppia frizione a secco. Di derivazione sportiva anche lo schema delle sospensioni: doppio triangolo sovrapposto anteriore, con gruppo molla-ammortizzatore fissato direttamente alla monoscocca, mentre per l’asse posteriore l’evoluzione del classico sistema McPherson. La 4C raggiunge oltre 255 km/h di velocità massima con una accelerazione sorprendente: da 0 a 100 km/h in 4,5”. Compatta nelle dimensioni, grande nel potenziale, l’Alfa Romeo 4C è stata considerata sin da subito una Instant Classic capace di far battere forte il cuore di tutti gli appassionati del marchio e non solo…

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