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Sugli Champs Elysées con Artcurial

In tempi di Covid, la 16esima edizione di “Automobiles sur les Champs-Élysées” del 3 dicembre non schiera vetture clamorose e invita alla partecipazione a distanza. La virtù sta però nel mezzo, con diversi lotti “possibili” che potrebbero essere battuti a prezzi interessanti.

Quest’inverno, la magia luminosa della Ville Lumière sotto Natale molti di noi la vedranno col binocolo, o in cartolina. Sì insomma, da remoto. Smart. Ciò non impedirà comunque a 65 auto selezionate dallo sfilare nella tradizionale asta “Automobiles sur les Champs-Élysées”. Organizzata dalla maison Artcurial, la 16esima edizione si terrà giovedì 3 dicembre a partire dalle 16 alla rotonda dei Campi Elisi, angolo avenue Montaigne. Il formato online è “de rigueur”, anche se i fortunati che si trovassero già a Parigi possono avere l’opportunità di partecipare e rilanciare di persona, pur con le restrizioni imposte al pubblico dalla legislazione anti-Covid. Basta una rapida occhiatina al catalogo per individuare i lotti di maggior pregio. “Hors-catégorie”, al di sopra di tutti, è il numero 42, una Mercedes-Benz 300 SL “ali di gabbiano” del 1955 matching numbers, con documenti originali inglesi e appena quattro proprietari. Il penultimo l’ha conservata per ben 48 anni, in condizioni definite ottime: elementi che contribuiscono a fissare la stima fra 1.100.000 e 1.300.000 euro.

Le altre “tre stelle” Artcurial. Non potrebbero essere più diverse per tipologia, ma sono destinate a movimentare l’incanto. La AC Bristol ACE Roadster del 1960, la Dino 246 GT del ‘72 e un’altra Mercedes di gran classe, la 280 SE 3.5 Cabriolet. La AC Bristol fu venduta nel 1960 dall’allora importatore parigino Chardonnet ed è appartenuta al primo proprietario fino al 1971, dopo di che è stata acquistata da due amici che l’hanno conservata fino a oggi. Sarà messa all’asta con i documenti originali francesi per una stima di acquisto che oscilla fino ai 500.000 euro. Dai 300 ai 400.000 euro varia il tetto di rilanci previsto – ma non si sa mai – per la Dino Berlinetta rossa del 1972, che vanta matching numbers, la certificazione Ferrari Classiche e il restauro integrale a cura di Ferrari Losanna. A proposito di granturismo italiane primi Settanta: attenzione alla Maserati Bora 4700, sempre del ‘72. Ha la carrozzeria nera originale, documenti belgi ed è stata sottoposta a interventi di rilievo prima dell’asta: fattori che potrebbero portarla a scalare fra i 150 e i 200.000 euro. Sempre del 1972 e con 50.000 euro in meno di preventivo la De Tomaso Pantera GTS, con 2.000 km dopo il restauro completo e il pedigree accertato con documenti e fatture di assistenza originali. Mercedes, si diceva: quanta classe ha la 280 SE 3.5 Cabriolet argento del 1971. Di questa vettura con documenti portoghesi si conosce la storia (quattro proprietari e certificazione Mercedes-Benz), ma si presume il chilometraggio di circa 60mila km. È stata sottoposta a revisione completa ed è corredata da libretto uso e manutenzione e set di attrezzi originali. Stima: fra i 250 e i 300mila euro.

Caccia all’affare di Natale. Il 2020 ha giocoforza registrato un sensibile aumento delle auto classiche battute all’asta e acquistate online, ma con una flessione globale dei prezzi quantificata intorno al 20%. Ciò implica che anche nell’ambito di “Automobiles sur les Champs-Élysées” la quotazione di una certa vettura potrebbe risultare inferiore alle attese, o al prezzo di vendita consolidato. In sostanza, occhio all’affare da mettere sotto l’albero. I pezzi di grande interesse inferiori, o intorno ai centomila euro sono diversi e valgono un’occhiatina. Parliamo, per esempio, di una coppia di Jaguar E-Type che sembra uscita dal garage segreto di Diabolik: una 3.8 Coupé nera del 1964 accanto a una Cabriolet bianca dello stesso anno. Le cifre variano dagli 80 ai 130.000 euro. A proposito di cabrio, molto carina la Citroën DS 19 bianca carrozzata Chapron, sempre del 1964, con quattro proprietari e certificazione originale. Consistente la presenza Porsche, fra l’eterna 356 e una muta di 911, 993 e 997, più una coppia di 930 3.3 litri e 944 Turbo S. Invece chi preferisce un boxer per viaggiare, comodo e con tutta la classe di un camperino d’epoca, dovrebbe puntare sul terzetto di Kombi Volkswagen all’asta: due sono T1 1500 (tra i quali un 23 vetri), l’altro è un appetibilissimo camper Type 2 Westfalia del 1967. Un “figlio dei fiori” dal restauro immacolato che potrebbe essere battuto fra i 50 e i 70mila euro.

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