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01/12/2006 | di Redazione Ruoteclassiche
SUI PRATI DI ARESE SPUNTA UN QUADRIFOGLIO
Una versione alleggerita, potenziata e ribassata della berlina si fregia nel ’63 del simbolo che per anni aveva contraddistinto le vetture da corsa della Casa. Nella categoria Turismo contrasta efficacemente la Ford “Cortina Lotus” e si prende la soddisfazione di lasciare indietro vetture di cilindrata ben maggiore Può essere scambiata per una berlina “Giulia TI”, […]
01/12/2006 | di Redazione Ruoteclassiche

Una versione alleggerita, potenziata e ribassata della berlina si fregia nel '63 del simbolo che per anni aveva contraddistinto le vetture da corsa della Casa. Nella categoria Turismo contrasta efficacemente la Ford "Cortina Lotus" e si prende la soddisfazione di lasciare indietro vetture di cilindrata ben maggiore

Può essere scambiata per una berlina "Giulia TI", eppure presenta qualche sottile variante: assetto lievemente ribassato, un vistoso quadrifoglio verde sulla vernice Biancospino (unica livrea prevista), gruppo ottico più interno rimpiazzato da una retina metallica, finestrini laterali in plexiglas. Uno sguardo attento agli interni spartani, al cruscotto con strumenti circolari, ai sedili anteriori separati e con vistoso sostegno laterale risulta però sufficiente per identificare quella vettura come una "Giulia TI Super", formidabile auto da famiglia con vocazioni corsaiole.

Fu presentata il 24 aprile 1963 allo scorbutico prezzo di 2.525.000 lire, oltre il 60% in più rispetto a quello della berlina di serie. Al Portello avevano deciso di partecipare alle competizioni del Campionato italiano ed europeo per la categoria Turismo e allo scopo approntarono una speciale "Giulia TI" in grado di misurarsi con le Ford "Cortina Lotus". In fabbrica disponevano già del formidabile motore di 1570 cm³ riservato alla "Giulia Sprint Speciale"; alimentato da due carburatori doppio corpo Weber 45, erogava la potenza massima di 112 CV a 6500 giri/min. La geometria delle sospensioni - ma non la taratura - rimase invariata, mentre i freni a tamburo furono rimpiazzati da quelli a disco.

Il risparmio di 90 kg rispetto ai 1000 della "Giulia" fu ottenuto grazie a una sistematica riduzione dell’allestimento interno e all’impiego delle ruote in elektron; tale cura dimagrante consentì di dichiarare una velocità massima di oltre 185 km/h. Fu laborioso il compito, affidato alla carrozzeria Zagato, di alleggerire ed eliminare quanto fosse ritenuto superfluo per una berlina dedicata alle competizioni. La "Giulia Quadrifoglio" - come venne prontamente ribattezzata nell’ambiente sportivo - reintrodusse il simbolo con cui l'Alfa Romeo aveva brillato dal 1923 al 1953.

Il biennio 1963-64 fu contrassegnato da numerose vittorie conquistate da piloti di primo piano. Poi, il 1° agosto 1965, fu omologata in categoria Turismo la "Giulia GTA": il Quadrifoglio sarebbe passato a lei.

TAGS Alfa Romeo
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