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Targhe storiche, in vigore il decreto per reimmatricolare moto e auto d’epoca

Dopo lo sblocco del decreto, lo scorso agosto, da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, I proprietari di auto e moto storiche a giorni potranno finalmente reimmatricolare (o immatricolare) i propri veicoli richiedendo la targa e i documenti conformi agli originali, ossia a quelli rilasciati in occasione della prima registrazione. Oggi 25 novembre entra infatti in vigore il decreto ministeriale 468 che “disciplina le modalità operative per il rilascio (…) della targa storica per autoveicoli, motoveicoli e macchine agricole di interesse storico e collezionistico”. Contestualmente il Mit ha fatto sapere che a breve verrà diramata, a tutti gli operatori interessati, una circolare con tutte le istruzioni nel dettaglio.

Test iniziale. Dal 27 novembre al 5 gennaio 2024 sarà avviata una fase di sperimentazione con un numero ristretto di operatori professionali per l’immatricolazione e la reimmatricolazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico, non assoggettati all’obbligo di iscrizione al Pra. Successivamente, dall’8 gennaio del prossimo anno, per le procedure per il rilascio ci si potrà rivolgere a tutti gli sportelli telematici dell’automobilista e agli uffici della motorizzazione civile.

La norma di riferimento. Il decreto 468 del 21/11/2023 rappresenta la tanto attesa norma attuativa della legge 178 del 30 dicembre 2020, che ha introdotto una modifica all’articolo 93 del Codice della strada, la quale prevede appunto la possibilità di ottenere la targa storica e il libretto di un mezzo sotrico con la medesima grafia di quelli originali. La legge, tuttavia, stabilisce che possano essere consegnati soltanto in alcuni casi specifici: vediamo quali.

Chi può richiederla. Le targhe storiche possono essere rilasciate ai veicoli già immatricolati in Italia e radiati d’ufficio ai sensi dell’articolo 96 del Cds (conseguenza del mancato pagamento del bollo auto), per esportazione (art. 103), per ritiro su area privata (purché la richiesta sia pervenuta entro il 26 aprile 2006), per demolizione (prima del 30 giugno 1998), tranne i mezzi per i quali siano stati erogati incentivi statali alla rottamazione.

Furto o distruzione. E ancora, si possono richiedere per auto e moto (ma anche mezzi agricoli) immatricolati in Italia e mai dismessi dalla circolazione, per i quali venga richiesta una reimmatricolazione con targa storica e per quelli privi di targhe e di documenti, quando non risultino radiati né successivamente reimmatricolati in Italia. Infine, in caso di furto, smarrimento, distruzione o deterioramento della targa stessa.

Preservare l’originalità. “Siamo alle fasi finali di un importante percorso”, ha dichiarato il presidente dell’Asi, Alberto Scuro, “che, insieme alle istituzioni coinvolte, porta a una significativa opera di tutela dei veicoli storici”. Alla sua voce si è aggiunta quella di Giovanni Tombolato, consulente del Mit per il motorismo storico: “Questo decreto rappresenta una grande opportunità per elevare ulteriormente il livello di originalità dei veicoli storici conservati in Italia”. Un settore, ha sottolineato, ancora, che “va preservato per il presente e soprattutto per il futuro, per non trasformare questi gioielli in soprammobili”.

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Categorie: Auto
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