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29/09/2015 | di Redazione Ruoteclassiche
Torino-Asti-Torino, viaggio (di 93 km) nella preistoria dell’automobile
La prima edizione è stata 120 anni fa, ed era anche la prima volta che in Italia si correva una gara automobilistica. Poi la Torino-Asti-Torino ha avuto numerose repliche. Negli anni Ottanta, è rinata per diventare la nostra Londra-Brighton: organizzata dal Registro Ancêtres Club Italia, è tradizionalmente aperta alle auto ante 1918 (ancêtre e veteran, quindi), talvolta con qualche sconfinamento fino al 1922 come è successo quest’anno.
29/09/2015 | di Redazione Ruoteclassiche

La prima edizione è stata 120 anni fa, ed era anche la prima volta che in Italia si correva una gara automobilistica. Poi la Torino-Asti-Torino ha avuto numerose repliche, qualche volta prolungata fino ad Alessandria e qualche volta corsa con la sola andata. E, negli anni Ottanta, è rinata per diventare la nostra Londra-Brighton: organizzata dal Registro Ancêtres Club Italia, è tradizionalmente aperta alle auto ante 1918 (ancêtre e veteran, quindi), talvolta con qualche sconfinamento fino al 1922 come è successo quest’anno (23 settembre).

Un secolo e due decenni fa l’Italia non aveva nemmeno un’industria automobilistica, e quindi i costruttori erano tutti stranieri: c’erano soltanto cinque veicoli tra automobili a benzina e a vapore, omnibus e “bicicletti a motore”, ma l’elenco delle marche andava dagli allora concorrenti Benz e Daimler (con Herr Gottlieb presente di persona a vedere cosa combinava il suo rappresentante per l’Italia Simone Federmann) all’artigiano piemontese Giovanni Battista Ceirano. Sì, proprio quello che nel 1899 sarà fra i fondatori della Fiat. Per la cronaca vinse Federmann, Ceirano con il “bicicletto” arriverà secondo; terzo un altro costruttore-pilota su due ruote, Alois Wolfmüller. L’auto a vapore delle Officine di Savigliano non arriverà oltre Villanova d’Asti (a metà percorso di andata), mentre il guidatore della Velo-Benz, arrivato ad Asti dopo sei ore, decide di non lanciarsi nel ritorno data la stanchezza accumulata su quelle strade sterrate o, quando andava bene, lastricate.

Sullo stesso percorso si sono ritrovati quest’anno dodici veicoli: quattro americane (Oldsmobile “Curved Dash”, Ford “T”, Hupmobile “model 20” e Chevrolet “Four Ninety”), una francese (Clément-Bayard) e sei italiane (Temperino con carrozzeria siluto, Fiat “Zero”, “501”, “505” e “522”, Lancia “Lambda”) oltre a un camion Fiat “15 ter” (del resto, il vincitore della prima edizione era un autobus…). Due delle più piccole e antiche hanno avuto qualche défaillance poi risolta, mentre le altre dieci hanno brillantemente superato la prova di 93 km fra andata e ritorno.

Massimo Condolo

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