È andato in scena il weekend del 15-16 luglio il Tour dei Passi 2023, itinerario turistico-gastronomico riservato alle youngtimer, una categoria di vetture che in questi anni sta spopolando tra i collezionisti, in particolare quelli più giovani. Un raduno attraverso alcuni dei valichi alpini più belli dal punto di vista paesaggistico e storico, che ha archiviato con successo la sua seconda edizione.
Il format. Organizzato dal Musical Watch Veteran Car Club, l'evento ha visto gli equipaggi affrontare 12 passi alpini, compresi i due più alti d’Italia, fra la provincia di Brescia, Trento, Bolzano, Sondrio e la Val Müstair, in Svizzera. Il format prevedeva tempi più stretti e distanze più lunghe rispetto alle classiche mantenendo il focus sul connubio tra la parte tecnico-sportiva e quella turistico-culturale. Un percorso di 500 km per circa 11 ore di guida totali, immersi tra natura, ambiente, cultura e motori.
Venticinque le auto iscritte alla manifestazione, tutte in perfetto stato, con numerosi modelli iconici. Tra questi, un'Alfa Romeo Duetto del 1967 e una GT 1300 Junior del 1969, una Lancia Fulvia Sport Zagato del 1971 e una Delta Integrale del 1989, una Porsche 911 T del 1972, una Ferrari 308 GTS Quattrovalvole del 1984, una Jaguar XJS del 1990, una Mercedes Benz SL 320 Mille Miglia del 1995, una Renault Clio Williams del 1995 e una Fiat Barchetta del 1997.
La prima tappa. Dopo il ritrovo a Salò nella giornata di sabato 16 luglio e le operazioni di accredito e bollatura delle vetture, gli equipaggi sono partiti per la prima tappa dell'itinerario, circa 358 km. Dalla sponda bresciana del Lago di Garda si sono diretti verso la Val dell’Adige affrontando la salita Calliano-Folgaria che nel 1953 ospitò la cronoscalata Trento-Bondone. Attraversato il Valico della Fricca sono poi ridiscesi fino ai laghi di Caldonazzo e Levico, ripartendo dal fondo valle per percorrere una delle salite più impegnative del Trentino, il Passo Manghen: i quasi 25 chilometri di ascesa mostrano ancora la devastazione lasciata dal passaggio della Tempesta Vaia del 2018.
Da Lavazè alla Val Müstair. Dalla Val di Fiemme gli equipaggi sono poi saliti fino a Passo Lavazè, dove era prevista la sosta per il pranzo con vista su Corno Bianco e Corno Nero. Ripartiti verso la Val d’Ega e il Lago di Carezza con vista sul Latemar le vetture hanno poi proseguito verso il Passo Nigra passando ai piedi dell’imponente Catinaccio. Scesi a fondo valle hanno dunque percorso la Val Venosta fino a Prato allo Stelvio dove gli equipaggi hanno affrontato i 48 tornanti della Strada del Passo dello Stelvio, il punto più alto con i suoi 2.757 metri. Tramite il Passo Umbrail (2.503 m) hanno poi raggiunto la Val Müstair per trascorrere la notte.
Verso Ponte di Legno-Tonale. Il secondo giorno si è aperto con il Passo del Fuorn per rientrare in Italia attraverso il Tunnel Munt la Schera, fino a Livigno. Tramite il Passo del Foscagno la carovana ha raggiunto Bormio per percorrere il secondo grande valico di questa edizione: il Passo Gavia. Gli equipaggi hanno poi transitato nel centro storico di Ponte di Legno, per proseguire verso il Passo del Tonale, con il Panorama 3000 Glacier, al termine della cabinovia Presena, a ospitare il gran finale del Tour dei Passi 2023. Dopo un saluto a quota 3000 con vista sul ghiacciaio dell’Adamello e del Presena le auto sono scese a rifugio Passo Paradiso per il pranzo finale.