Sono questi i numeri dell’avventura di Luca, Noemi, Andrea, Fabio e Simone, amici di Monza determinati a recuperare in Puglia la Merak dello zio di Luca.
Missione facile, anzi no. Detta così, la spedizione sembra richiedere tempo, una macchina adatta al traino e un carrello abbastanza spazioso, ma non parrebbe presentare grandi difficoltà. Che invece ci sono eccome, in parte note e in parte da scoprire. La Maserati Merak 2000 GT di zio Tonino, un esemplare del 1980, era l’orgoglio del suo proprietario, che la usava con ogni riguardo e in poche occasioni, custodendola coperta da un telo nel garage dove si trova ancora. Ferma dal 2006, dopo 26 anni di utilizzo col contagocce. La località è Santeramo in Colle, provincia di Bari, al confine con la Basilicata. Luca, in omaggio alla passione dello zio, non vuole affidare il recupero della Merak a un trasportatore professionista, preferisce occuparsene invece in prima persona.
Ostacoli da superare. Il viaggio è calcolato su tre giorni fra andata e ritorno, quindi non bisogna perder tempo. Le uniche informazioni concrete sulla Merak e sul suo stato, però, arrivano dalle foto sfuocate che scatta zia Silvia, che abita a Bari. Risulta che l’auto abbia le ruote bloccate, sia per l’inattività sia perché è inserito il bloccasterzo e le chiavi della macchina nessuno sa dove siano. Ciliegina sulla torta, si fa per dire, neppure le chiavi del box rispondono all’appello… Bisognerà sollevare la Merak su dei carrellini e spostarla in quel modo fino al verricello del carrello stesso. Per fortuna Fabio ha una Range Rover Velar che può trainare un simile peso e anche la patente necessaria, ma il rimorchio va noleggiato e uno adatto lo si trova soltanto a Biella, cosa che allunga il già notevole percorso rispetto alla partenza da Monza.
Infrazione necessaria. Una volta composto il convoglio si studia la mappa del paesino e si scopre che l’unico modo per arrivare sulla piazza di fronte al garage della Merak, con 10 metri buoni fra motrice e carrello, è percorrere gli ultimi 100 metri contromano, perché la strada lecita fa una curva strettissima fra le case, che non è praticabile. Con l’autorizzazione dei vigili e fermando il traffico, sarà proprio quella la soluzione. Non sapendo quanto è grande e come è disposto il box, i nostri affidano ad Andrea il compito di portarsi dietro l’attrezzatura per ogni evenienza, in modo da riuscire comunque ad estrarre la Maserati dal suo sepolcro. Alla fine sono ben 150 kg di attrezzi vari! E una nutrita schiera di torce, perché non si sa neppure se all’interno filtri la luce e quanta.
Estrazione riuscita. Giunti sul posto, i ragazzi trovano la Merak fortunatamente disposta con la coda verso l’ingresso del locale, posizione giusta per centrare il peso sul rimorchio. Girarla sarebbe stato impossibile se non all’esterno, ma trascinarla sull’asfalto anziché sulle piastrelle per issarla sulla rampa, con le ruote bloccate, sarebbe stata un’impresa disperata. Alla vista della Merak gli abitanti di Santeramo si affacciano alle finestre, qualcuno si avvicina e chiede una foto, tutti si ricordano la Maserati di zio Tonino e raccontano a Luca e compagni aneddoti sulla “strana coppia”. Tocca a Simone far presente che, con il limite a 80 km/h causa il rimorchio, non è il caso di trattenersi in convenevoli. Bisogna ripartire.
Pronta a rivivere. La sera successiva, finalmente, l’arrivo all’officina Tralli, a Modena, specializzata nel restauro di Maserati. Ai nostri mancano “solo” altri 400 km per riconsegnare il carrello. La Merak oggi si trova ancora lì, in attesa della fine dei lavori, ma la meccanica è stata trovata in ottime condizioni e rimessa in funzione senza necessità di ricambi che non siano quelli soggetti a invecchiamento. Anche il resto, comunque, grazie alle attenzioni di zio Tonino, si è conservato benissimo. Luca adesso non vede l’ora di far certificare la Merak e di concedersi qualche gita con la fidanzata e… la benedizione dello zio.