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Uno sguardo a Ruoteclassiche di marzo

È dedicata a una coppia di icone italianissime la cover di Ruoteclassiche di marzo: la Lancia “Aurelia Gran Turismo” del 1951 e la “Aurelia Spider” del 1955. Le due vetture (i cui esemplari appartengono alla Collezione Lancia) nacquero sulla meccanica della berlina “B10”, che nel 1950 aveva stupito per i contenuti tecnici raffinati. Grazie al contributo di Pinin Farina, incarnano ancora oggi il vanto della creatività italiana, con una linea dinamica, innovativa e seducente.

La “Regina del passato” (oggetto anche delle nostre “impressioni” su strada) è una Fiat: l’“Ardita” del 1935, l’ammiraglia sei cilindri che conservò il nome, ricco di promesse, delle quattro cilindri del 1933. In realtà, le soluzioni stilistiche e tecniche che proponeva avevano poco di coraggioso: motore “2500”, valvole laterali, 52 CV, assali rigidi, freni a doppio circuito, solo 788 esemplari prodotti.

Tra le “Youngtimer” spazio alla Opel “Speedster”, costruita nello stabilimento di Hethel, dove ha sede la Lotus; un caso? No, perché dell'”Elise”, modello del blasonato marchio britannico, condivide il telaio e lo schema meccanico, anche se il motore è il ben più affidabile Opel “Ecotec”.

La sezione “Impressioni” ospita invece la Fiat “500 Coupé” Moretti del 1965 e la Rally “ABC” del 1927. Tra i “Rottami preziosi” la Barchetta Coriasco-BMW del 1951, raro cimelio d’incontestabile originalità, da conservare così com’è. Meno preziosi, ma ugualmente carichi di fascino i rottami delle auto arrugginite che riposano nel deserto della Namibia, protagonisti di una suggestiva carrellata di immagini.

Il pezzo forte del numero è comunque il ricco Dossier Burocrazia, ben 8 pagine per districarsi nel ginepraio della gestione di un’auto storica. Ampie le rassegne sui due eventi d’apertura stagione: Retromobile di Parigi, con una coda dedicata all’asta di Artcurial, e Automoretrò di Torino.

Nelle “Nate per correre” occhi puntati sulla Ford “GT 40 Mark II” (telaio 106), sorta di laboratorio viaggiante che permise a Carroll Shelby di collaudare le soluzioni che avrebbero portato la casa americana a imporsi a Le Mans.

Al mercato globale dell’auto storica si rivolge invece la nostra inchiesta incentrata su 25 modelli nazionali di sicuro appeal, dalla Ferrari “250 GT 2+2” alla Iso “Isetta”.

E poi il solito, ricco, corredo di attualità dal mondo, curiosità dei lettori, e modelli aggiudicati nelle aste più famose del mondo.

 

 

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