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Villa d’Este 2023, in mostra anche l’Alfa Romeo 33

Il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este 2023, l’appuntamento più atteso da appassionati e proprietari di auto storiche, è stato, come al solito un tripudio di diamanti su quattro ruote che hanno entusiasmato i convenuti. Tra molte conferme e, volti noti, non sono mancate le sorprese. Fra queste due esemplari di Alfa Romeo 33, gioielli esposti a Villa Erba,  dove a corollario dell’evento, si è svolta una celebrazione dedicata ai 100 anni della 24 Ore di Le Mans

Protagoniste sull’asfalto francese. Mentre nella tradizionale location di Cernobbio, sempre sponde del lago di Como, la giuria del Concorso d’Eleganza attribuiva lo scettro della più bella, la Best of Show una Duesenberg SJ Speedster del 1935 carrozzata da Gurney Nutting, nella vicina Villa Erba l’Alfa Romeo sfoggiava dunque due rari esemplari provenienti dalla propria collezione d’epoca, la 33/2 “Daytona” (1968) e la 33 TT 12 (1975). Entrambe furono protagoniste sull’asfalto francese della 24 Ore di Le Mans.

Autodelta, il reparto corse. Il progetto è nato su iniziativa di Autodelta, il reparto corse ufficiale dell’Alfa Romeo, creato nel 1963 e che quest’anno, dunque, festeggia 60 anni. Dopo il ritiro dalle competizioni nel 1951, al termine del secondo dei due Mondiali di F.1 vinti con “Alfetta” 158-159, il marchio si ributta nella mischia. Dopo i successi iniziali con le vetture turismo, l’Autodelta decide di compiere il salto di qualità nella categoria prototipi, cominciando con la “Tipo 33”.

Nato per la pista. I prototipi sportivi sono stati progettati specificamente per le corse, prodotti nei pochi esemplari necessari per ottenere l’omologazione ed equipaggiati con un motore centrale di due litri 8 cilindri a V, che sprigionava 270 cavalli permettendo di sfiorare i 300 km/h.

Un glorioso palmarès. La prima versione della 33/2 (il cui nome deriva dal numero del progetto, 33 appunto, e dalla cilindrata espressa in litri, 2) vince la gara in cui debutta nel marzo 1967, la corsa in salita di Fléron nei pressi di Liegi, in Belgio: l’Alfa Romeo si lancia allora nel Campionato Mondiale Sport Prototipi, incassando varie vittorie nelle competizioni di endurance, fra le quali la 24 Ore di Daytona 1968, dove conquista i primi tre posti di classe con gli equipaggi Vaccarella-Schütz, Andretti-Bianchi, Casoni-Biscardi-Zeccoli.

In vetta anche a Le Mans. Le 33 raggiungono ottimi risultati anche alla 24 Ore di Le Mans, con un’altra una tripletta nella classe, mentre in alcune competizioni riescono a imporsi nella classifica assoluta anche davanti a vetture molto più potenti: per esempio al Mugello, dove Vaccarella-Bianchi-Galli conquistano il gradino più alto del podio. 

Un V12 da record. L’evoluzione del progetto portò poi alla realizzazione dell’Alfa Romeo 33 TT (telaio tubolare) 12, vettura con motore tre litri V12 in grado di erogare 500 CV e raggiungere la velocità massima di 330 km/h. Un bolide che nelle mani di grandi piloti come Arturo Merzario, Vittorio Brambilla, Jochen Mass, Jacques Laffite, Henri Pescarolo, Derek Bell, Jacky Ickx e Nino Vaccarella, riuscì a tagliare per primo il traguardo in sette gare su otto permettendo al Biscione nel 1975 di conquistare il Campionato Mondiale Marche. Fu proprio il V12 della 33 TT a gettare le basi per il ritorno in F.1 dell’Alfa Romeo, nel 1976, come fornitore di motori per il team Brabham.

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