A112 Abarth, XJ Double Six e R8 manuale: sono solo alcune delle particolarità viste ad AutoClassica. Ecco una carrellata di esemplari degni di nota per rarità, esclusività o per allestimenti particolari.
Le reginette di Ruoteclassiche
Il nostro team, come di consueto, ha individuato e premiato i migliori esemplari presenti in fiera. Ad aggiudicarsi il bollino di Ruoteclassiche sono state una BMW Z1, la spider bavarese celebre per le sue portiere a scomparsa, un'Autobianchi Y10 GT i.e. con tetto apribile e soli 37 mila chilometri e, infine, una Rolls-Royce Silver Cloud Estate del 1958, prodotta in soli due esemplari dalla carrozzeria Mulliner con fuciliera integrata nel baule.
Fritto misto
La BMW espone in fiera un esemplare di Z8: la super roadster dei primissimi anni 2000, firmata da Chris Bangle e ispirata alla 507 degli anni 50, porta con sé un fascino molto seducente. Il V8 da 4.9 litri e 400 CV, il cambio manuale e la distribuzione dei pesi praticamente perfetta le garantiscono poi un posto d'onore nell'Olimpo delle supercar. Una Fiat Panda non può mai mancare, e questa carrellata non fa eccezione: un esemplare della celebre utilitaria torinese in allestimento Cafè, del 1992, si presenta in un brillante rosso mattone, con il doppio tetto apribile - in senso contrario a quello di marcia - color crema come gli interni, che la rende quasi una cabrio. Con il suo alettone extra large, la Ford Sierra RS Cosworth, prodotta dal 1986 al 1992, non passa di certo inosservata, così come il sound del suo 2.0 litri dotato di turbina Garret T3, da maneggiare con cura. Tornando alle utilitarie, presente anche un'Autobianchi A112 Abarth del 1984 settima e ultima serie, la versione pepata della popolare vettura da città italiana che, grazie al suo 1050 cm³ da 70 CV e al peso ben inferiore alla tonnellata, si rivela una "piccola bomba". Piacevole imbattersi poi in una Mercedes-Benz 190E del 1985, il capolavoro firmato Bruno Sacco, in un particolare allestimento con tetto apribile, aria condizionata e rare targhe nere. Gli anni 2000 hanno sfornato una quantità non indifferente di compatte "turbizzate", come testimonia la seconda generazione della Opel Astra OPC del 2003, presente in fiera in colorazione nera al posto del classico Arden Blu. Double Six: una modello che, da solo, incarna tutta l'opulenza e la souplesse della Daimler, grazie al suo V12 da 6.0 litri, alla combinazione colori in perfetto stile british e agli oltre 5 metri di lunghezza. Con un'anima decisamente più racing, fa bella mostra un'altra inglese, la Jaguar XJ220, prodotta dal 1992 al 1994. Un nome, un programma, visto che la cifra indica la velocità massima dichiarata in miglia orarie, pari a 354 km/h, possibili grazie al suo 3.5 litri V6 sovralimentato. Frizzante come l'acqua che le dà il nome, la rara Citroën 2CV Perrier del 1990 si mostra in tutta la sua particolarità: scritte identificative ovunque e, soprattutto, un frigorifero per non rimanere mai assetati. 4.2 litri V8 aspirato e cambio manuale: un'altra era, nemmeno troppo lontana. Era il 2007 quando Audi presentò la R8, la supercar da 420 CV. E pensare che una RS3 attuale ha quasi la stessa potenza...
