Volkswagen Corrado 1.8i G60 - Ruoteclassiche
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25/11/2024 | di Andrea Paoletti
Volkswagen Corrado 1.8i G60
Non si fa notare per il look, ma da solida e pragmatica tedesca, punta tutto su prestazioni e tenuta di strada. Oltre all’affidabilità
25/11/2024 | di Andrea Paoletti

Difficile vivere nell’ombra di una leggenda come la Golf GTI, eppure, con la Corrado la Volkswagen non ha paura di offrire alla propria clientela una vettura con una sua personalità, seguendo le orme della Scirocco, la coupé 2+2 che l’aveva preceduta, rimescolando, però, le carte per quanto riguarda i motori e il design.

Assemblata da Karmann. Presentata nel 1988 e commercializzata fino al 1995, la Corrado ha forme squadrate, un po’ tozze e massicce - per intenderci, il look non è mai stato il suo forte -, ma è più bassa della Golf, sulla cui meccanica è basata, di una decina di centimetri, risultando quindi una riuscita interpretazione di una coupé compatta, a trazione anteriore, con un bagagliaio sufficientemente capiente (300 litri in configurazione standard). Dell’assemblaggio se ne occupava la Karmann, che vantava un rapporto di lunga data con la Volkswagen, a partire dal Maggiolino Cabriolet del 1949, proseguendo con le Karmann Ghia e le Scirocco.

Un volumetrico da 160 CV. La versione base montava l’1.8 16 valvole da 136 CV, ma è la Corrado 1.8i G60, quella che sfruttava il ben conosciuto compressore volumetrico che le dà il nome, a essere decisamente più interessante. Si trattava chiaramente dello stesso motore montato sulla Golf G60, un 1.8 a 8 valvole da 160 CV: ecco, nel caso della Corrado, risultava semplicemente perfetto, valorizzando la migliore aerodinamica, garantendo una velocità di punta di 225 km/h (quasi 10 km/h in più della Golf) e uno 0-100 in 8,3 secondi. Difficile chiedere di più alla fine degli anni 80, anche se il prezzo di poco inferiore ai 40 milioni di lire era tutt’altro che popolare.

Lo spoiler elettrico. L’abitacolo riprendeva integralmente la plancia della Golf II, senza riservare particolari attenzioni alla caratterizzazione sportiva, a parte i sedili contenitivi. Il meglio era riservato infatti alla meccanica, con l’assetto rivisitato grazie a ammortizzatori Koni e a barre antirollio da 18 mm, che crescevano a 20 (all’anteriore) e 21 (al posteriore) in occasione del restyling del 1993. Venne anche modificata la geometria dell’avantreno per ridurre la demoltiplicazione dello sterzo, mentre erano confermati i quattro freni a disco, dei quali gli anteriori ventilati, con l’Abs in opzione. I cerchi di lega da 15 pollici erano di serie, con pneumatici 195/50, mentre lo spoiler posteriore, controllato da una centralina, si sollevava automaticamente oltre i 120 km/h. Il cambio era un manuale 5 marce ma, in alternativa, era disponibile anche un automatico 4 rapporti.

Costa meno della Golf G60. Era possibile installare sedili sportivi Recaro, aria condizionata, cruise control, interni di pelle, insomma, rendere la Corrado G60 una piccola GT in piena regola. Ciononostante, in Italia se ne sono vendute poche, mentre nel mondo, tra tutte le versioni, si è arrivati a quasi 100.000 unità, di cui più della metà negli States. Sbirciando online, se ne trovano ancora: noi la quotiamo 12.000 euro in buone condizioni e poco più di 20.000 in ottime. Quindi, meno di una Golf G60: e allora, perché no?

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