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11/11/2019 | di Andrea Zaliani
Volkswagen Golf GTI, storia di una grande passione
L’interessante storia legata al progetto della prima serie della Golf GTI si basa su due elementi cardine: la grande passione per le automobili e la sperimentazione di nuove soluzioni.
11/11/2019 | di Andrea Zaliani

L’interessante storia legata al progetto della prima serie della Golf GTI si basa su due elementi cardine: la grande passione per le automobili e la sperimentazione di nuove soluzioni

La storia della prima Volkswagen Golf GTI è legata, in maniera indissolubile, all’estro inventivo di un personaggio, di cui vi parleremo tra poco. Siamo a metà anni settanta, periodo in cui nasce la Golf (1974) e in contemporanea il Maggiolino, fino a quel momento uno dei principali modelli della gamma Volkswagen, inizia progressivamente a perdere consensi. Segno che una nuova era è alle porte. In questo contesto Alfons Löwenberg, un appassionato ingegnere addetto alla sperimentazione della Volkswagen, inizia a pensare di realizzare inedite versioni sportive derivate dai modelli serie.

L’avvio del progetto. Un’idea comunicata subito ai propri dirigenti, attraverso una comunicazione ufficiale interna, che inizialmente non viene presa in grande considerazione. Convinto della bontà del progetto Löwenberg decide di svilupparlo comunque, coinvolgendo, in maniera informale, una serie di colleghi. Così si forma una sorta di team ufficioso, volenteroso di lavorare alla modifica di una Scirocco. Ne scaturisce una vettura irrigidita, con assetto ribassato, spinta da un motore 1.5 litri da 100 cv. Sottoposta al giudizio del board Volkswagen, viene considerata troppo cara per essere prodotta in serie.

La nascita della GTI. Nei mesi successivi, però, una serie di accorgimenti apportati all’auto riescono a colpire favorevolmente Ernest Fiala, responsabile dello sviluppo, il quale richiede ufficialmente la realizzazione di una Golf dal carattere sportiveggiante. A questo punto inizia l’opera di definizione del modello, in ogni sua singola componente. Esternamente la vettura si dovrà contraddistinguere dal modello convenzionale per una serie di elementi specifici come la cornice della calandra rossa, uno spoiler anteriore maggiorato, codolini sui passaruota e una serie di dettagli neri. Gl’interni, invece, metteranno in mostra un volante sportivo a tre razze, sedili in tessuto scozzese e un pomello del cambio a forma di pallina da golf. Il “cuore” meccanico viene affidato a un motore a quattro cilindri di 1.6 litri, a iniezione da 110 cv, abbinato a un cambio a quattro velocità sincronizzate e alla trazione anteriore. Il suo debutto, sotto forma di prototipo, avviene in occasione del Salone di Francoforte del 1975.

Molto apprezzata. La sua storia, però, non si limiterà a rimanere confinata nei puri esercizi di stile. Questo perché il notevole successo riscontrato da parte del pubblico presente alla kermesse spingerà i vertici della Casa ad avviarne la produzione, in serie limitata. Da questo momento in poi inizierà l’escalation della GTI: gli esemplari ordinati dai concessionari sono moltissimi, tanto che a fine anno se ne conteranno oltre 50 mila. Perciò l’opzione della serie limitata viene accantonata. In seguito a una serie di novità e affinamenti agli equipaggiamenti e ai listini/motorizzazioni, nel 1983, la prima serie della GTI uscirà di produzione, dopo essere stata prodotta 461.750 esemplari. Il resto, è storia recente…

La prova di Quattroruote. La prima prova effettuata dalla “nostra” rivista ha un responso decisamente positivo. Quello che stupisce i colleghi è l’armonia tra il motore e il resto della meccanica. 110 cv (in quegli anni) non sono pochi e montati su una carrozzeria di soli 810 kg possono sembrare esagerati. Invece anche il più tranquillo degli automobilisti non trova nessuna difficoltà alla guida della GTI. Il quattro cilindri 1.6 litri risponde con dolcezza anche ai bassi regimi. La sua coppia è notevole fin dai 1500 giri/min e la potenza non arriva con violenza, ma si scarica progressivamente sulle ruote. Il cambio, dotato di una buona manovrabilità, risulta veloce e preciso, così come lo sterzo. L’unico appunto riguarda i freni, con spazi di arresto giudicati non adeguati alle performance dell’auto, nonostante i dischi anteriori ventilati. In definitiva, viene considerata come una sportiva di nuovo genere, facile da guidare, sia sul misto veloce sia in città, dove i cavalli non mettono in difficoltà.

La quotazione attuale. La valutazione odierna di una Golf GTI prima serie, 1600 con cambio a quattro marce (1976-1978), ha un range di prezzi compreso tra un minimo di 10500 e un massimo di 24000 euro, per un esemplare in perfette condizioni. Valori che scendono rispettivamente a 5000 e 15000 euro per la GTI con cambio a cinque marce (1978-1982). La GTI 1800 (1982-1983) può invece valere da 4000 a 12000 euro.

Diteci la vostra. E voi, cosa ne pensate della GTI prima serie? All’epoca vi piaceva oppure eravate orientati su altri modelli/marchi? Ancora: rimanendo nella famiglia delle GTI, quale generazione preferite? Fatecelo sapere attraverso i commenti qui sotto. Inoltre, se avete una storia interessante sul suo conto, potete scriverci una mail all’indirizzo di posta redazione@ruoteclassiche.it.

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