Al fine di offrire prestazioni superiori alla 480, verso la fine degli anni Ottanta, la Volvo decide di sovralimentare il modello
Fin dal suo debutto in società la Volvo 480 ha fatto molto discutere, specialmente per la sua linea inconsueta. I motivi del suo gradimento sono da attribuire alla filosofia del progetto e più in generale a quella del marchio che, da sempre, s’ispira a canoni fin troppo tradizionali. In questo modello, che non rappresenta un punto di rottura con il passato, bensì la sua continuazione secondo una nuova immagine la Volvo ha riversato l’esperienza maturata sulle grandi berline e station.
Il know-how del modello. Presentata nel 1988, la versione turbo, all’atto pratico, è tale e quale alla versione ES del 1986, ad eccezione dei paraurti verniciati nello stesso colore della carrozzeria. Vista internamente la turbo rivela un abitacolo giudicato considerato all’unisono (dalla stampa specializzata) come uno dei più belli e funzionali realizzati di quel periodo. C’è posto in abbondanza per quattro persone, e anche quelli che siedono dietro hanno a disposizione una vera e propria poltroncina, accogliente e confortevole. Più che buona la dislocazione dei vari comandi. Il quadro strumenti è una vera e propria selva di indicatori, spie e display di vario genere, ma tutti di funzionamento intuitivo e di lettura immediata. Di alto livello le finiture e la dotazione di accessori, decisamente abbondante.
La tecnica. La Casa svedese, che in quell’epoca vantava una sufficiente esperienza dei motori turbo a benzina, al fine di assecondare una serie di spinte commerciali che richiedevano al modello 480 prestazioni più elevate, monta la versione sovralimentata del 1800 Renault. La taratura del turbo, come su altri modelli del marchio, è però piuttosto morbida e quindi l’incremento di potenza risulta limitato rispetto alla versione aspirata: 11 cv in più, per un totale di 120 cv. L’adozione della turbina, in compenso, ha influenzato positivamente l’erogazione della coppia, in grado di raggiunge 176 Nm a 1800 giri e mantenersi costante lungo un ampio arco di utilizzo. Al fianco del motore turbo, la trazione anteriore e il cambio manuale a cinque rapporti.
La prova di Quattroruote. Il test effettuato dalla “nostra” rivista attribuisce una valutazione alta (cinque stelle) all’estetica, alla strumentazione e alle finiture. Votazione buona anche per quel che riguarda il comportamento del cambio, dotato di innesti brevi e piuttosto precisi, e dello sterzo, sensibile e piacevole nell’uso cittadino. Per contro, il motore non eccelle (tre stelle). Rispetto alla versione aspirata la potenza è aumentata di poco, sebbene l’erogazione risulti decisamente migliorata. Il campo ottimale di utilizzo è compreso tra i 2 e i 5mila giri/min.
La quotazione attuale. La valutazione odierna per una Volvo 480 turbo va da un minimo di duemila euro a un massimo di seimila euro, per un modello in perfette condizioni.
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