Volvo 850 T5-R e 850R: ghiaccio bollente - Ruoteclassiche
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07/07/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Volvo 850 T5-R e 850R: ghiaccio bollente
Volvo 850 T5-R e 850R, i modelli del marchio svedese che hanno sdoganato l'idea della familiare sportiva
07/07/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

La 850 è stata un modello di grande importanza per la Volvo, con le T5-R e 850R il marchio compiva un grande salto di qualità per la Casa svedese in termini di handling e prestazioni mantenendo le proverbiali doti di solidità e robustezza.

Nel 1991 Volvo presentava la sua nuova 850, una classica berlina di gamma medio-alta, ma anche un modello rivoluzionario per il marchio in quanto portava con sè importanti novità sotto pelle. Se le linee riprendevano gli stilemi Volvo più tipici, a partire dal look scatoloso con gli angoli appena smussati, era la tecnica a segnare un taglio netto con il passato: la Volvo 850 è stata la prima Volvo ad adottare uno schema meccanico con motore trasversale e trazione anteriore, oltre ad essere la prima Volvo disponibile in variante AWD, con la trazione integrale. Al suo debutto venne definita “l’auto più sicura al mondo” e nel 1995 è stata la prima vettura prodotta in serie dotata di airbag laterali SIPS (Side Impact Protection System). Nonostante lo stile dominato da linee squadrate, un attento studio aerodinamico permise alla Volvo 850 di raggiungere un coefficiente aerodinamico pari a 0,29, un valore di assoluto rilievo che le consentì di raggiungere prestazioni interessanti anche con le motorizzazioni di base.

Una familiare molto arrabbiata. Ma al di là di questi aspetti, la Volvo 850 fece scalpore per le sue versioni di punta, che proponevano livelli di handling e sportività mai raggiunti prima dalle altre vetture della Casa. Al Salone dell’Auto di Ginevra del 1994 venne presentata la 850 T-5R, un serie limitata a 2.500 esemplari. Sotto il lungo cofano era alloggiato un motore 5 cilindri 2.3 turbo con intercooler capace di 240 CV e 330 Nm di coppia motrice. Impossibile non notarla: la T5-R era una 850 station wagon verniciata in giallo canarino che poggiava su grandi cerchi in lega da 17” Titan, nel design 5 razze e con finitura brunita. L’indole bellicosa era sottolineata poi da spoiler più pronunciati e un tubo di scarico con terminale quadrato.

Un bisturi. Contrariamente ai tentativi precedenti, questa volta i tecnici Volvo facevano sul serio, tanto da richiedere consulenza ai colleghi tedeschi della Porsche, che contribuirono alla messa a punto del motore e di un assetto che rendevano la T5-R precisa come un bisturi. La Volvo 850 T5-R era accreditata di una velocità massima pari a 250 km/h (elettronicamente limitata) e uno 0-100 nell’ordine dei 6 secondi, prestazioni analoghe a quelle delle sportive dell'epoca. Le T5-R erano disponibili nelle tinte giallo o nero, a cui si aggiunse un secondo lotto di 2500 esemplari verniciati in verde scuro per far fronte all’alta domanda: i primi 2500 esemplari vennero esauriti in poche settimane. Sul mercato italiano, per via della tassazione sulle cilindrate superiori ai 2 litri, la Volvo T5-R era disponibile anche con un 2.0 depotenziato a 211 CV.

Volvo torna pista! Il lancio di questa serie speciale non fu casuale: nel 1994 Volvo partecipò al BTCC, il Campionato Britannico Vetture da Turismo.Due gli esemplari in corsa, entrambi in un’inedita configurazione che prevedeva la scocca della 850 Station Wagon sulla base di un telaio e un motore sviluppati per le competizioni. Il modello annunciava in grande stile il rientro della Volvo nel motorsport, forte di una partnership con la Tom Walkinshaw Racing. Al volante Rickard Rydell e Jan Lammers. L’anno successivo le wagon vennero bandite e la Volvo 850 continuò a gareggiare in variante berlina.

Cattiva ma non sembra. Il ritorno in pista della Volvo dette slancio all’immagine del marchio, sinonimo di grandi auto da famiglia più che di vetture divora tornanti. Eppure in gamma c’era già la 850 T5, una 2 litri che aveva dato prova di ottime prestazioni: sul circuito di Nardò la Volvo 850 T5 conquistò un record di velocità, 217 km/h orari di media per 24 ore consecutive e 5209 km,sorprendendo tanto i tecnici quanto i guidatori smaliziati di note berline sportive come le Bmw Serie 5 E34 o le Alfa 164 V6. La ricetta “T5” dette i suoi frutti: con un prezzo relativamente concorrenziale rispetto alla versione aspirata “GLT”, la Volvo 850 T5 consentiva di raggiungere velocità proibitive per un’auto da famiglia, senza rinunciare al comfort e alla sicurezza più elevati, da sempre le prerogative principali del marchio. Ed è proprio sulla base della T5 da 225 CV che nacquero le varianti “R”.

Più potenza. Nel 1996 le T5-R erano andate tutte a ruba e Volvo considerato il successo decise di mettere a listino senza limitazioni di sorta la variante ad alte prestazioni della 850, disponibile anche in versione berlina: debutta così la 850R, una versione leggermente modificata della T5-R, 246 CV e una coppia motrice di 340 Nm. Diversi i colori disponibili, Bright Red, Black Stone, Dark Grey Pearl, Dark Olive Pearl, Turquoise Pearl e Polar White. Nuovi anche i cerchi in lega multirazza, mentre all’interno l’Alcantara ricopre la corona del volante, i sedili e i pannelli porta. La ricca dotazione di serie include 3 airbag (guidatore e latarali), ABS, controllo di trazione, sospensioni sportive a controllo elettronico con quelle posteriori autolivellanti, ma anche il cruise control, gli specchietti a regolazione elettrica e riscaldati, il climatizzatore automatico e il tetto apribile elettricamente. Nel 1997 la 850 venne sottoposta a un importante restyling che coincise con un cambio della nomenclatura di tutti i modelli Volvo: e così la 850 R venne commercializzata come V70R.

Nessuna rinuncia. Il lancio della Volvo 850 T5-R, contribuì a sdoganare definitivamente l’idea della station wagon sportiva: un’auto per viaggi all’insegna dello spazio e della sicurezza, che alla prima occasione poteva regalare una guida adrenalinica e coinvolgente. Considerata una vera e propria instant classic ai tempi, oggi continua ad essere un modello molto ambito tra gli amanti delle auto svedesi e delle youngtimer in generale, perché auto possono conciliare così bene tanta capienza, robustezza e altrettanto divertimento alla guida.

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