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09/03/2015 | di Redazione Ruoteclassiche
WinteRace, tante novità e stesso vincitore
Giunta alla terza edizione, la gara invernale di Cortina si è disputata in un weekend di sole splendente. Ad avere la meglio dopo i 7 passi dolomitici e le oltre 50 prove complessive, l’equipaggio Fontanella-Covelli su Porsche 356 A.
09/03/2015 | di Redazione Ruoteclassiche

Giunta alla terza edizione, la gara invernale di Cortina si è disputata in un weekend di sole splendente. Ad avere la meglio dopo i 7 passi dolomitici e le oltre 50 prove complessive, l’equipaggio Fontanella-Covelli su Porsche 356 A.

Difficile decidere da cosa incominciare, dovendo raccontare com’è andata l’edizione 2015 della WinteRace, gara di regolarità che ormai da tre anni anima uno dei weekend invernali cortinesi. Si potrebbe partire dal percorso, ricco di novità, dallo sconfinamento in terra austriaca al tratto di Strada del sole affrontato nei dintorni di Bressanone. Oppure dall’aspetto tecnico-sportivo, che ha visto aumentare considerevolmente il numero delle prove di media inserite nel programma dei due giorni di competizione, tanto per rendere la vita un po’ più difficile ai concorrenti, che oltre a misurarsi con i passaggi davanti alle fotocellule da azzeccare al centesimo di secondo, hanno dovuto anche impegnarsi a tenere velocità medie variabili tra i 30 e i 38 chilometri orari sui passi dolomitici, impresa tutt’altro che semplice. O, ancora, da quello agonistico, contraddistinto dal prematuro ritiro delle (non molte, in verità) auto anteguerra, tutte fermate da guasti meccanici fin dalle prima tappa; compresa la Lancia Aprilia di un grande protagonista della specialità come Giuliano Canè, costretto ad arrendersi per la rottura di un perno, tanto insignificante quanto determinante. Ancora: lo spunto potrebbe arrivare dalle splendide giornate di sole che hanno illuminato la manifestazione, rendendo più agevole la guida ai driver nello scalare passi dolomitici oltre la soglia dei 2000 metri di altitudine.

Detto tutto questo, iniziamo, invece, dal fondo: ovvero dal risultato finale di una gara che ha visto iscrivere nel proprio albo d’oro gli stessi nomi dello scorso anno. Quelli, cioè, di Gianmario Fontanella e Annamaria Covelli, autori di una prestazione maiuscola con una Porsche 356 A del 1955 che ha consentito loro di distaccare di 96 penalità i secondi classificati, Ezio Sala e Romano Bacci (a bordo di una Fiat 1100 103/TV dello stesso anno). Il podio è stato completato da Gianmaria Aghem e Rossella Conti che, per l’occasione, hanno utilizzato una Lancia Fulvia HF 1600 “fanalone” del 1970. Fontanella-Covelli, per inciso, sono risultati i migliori anche nelle prove di media, aggiudicandosi così un (prezioso) premio supplementare, mentre tra le scuderie a emergere è stato il Classic Team Eberhard e la Coppa delle dame è andata all’equipaggio composto da Himara Bottini e Laura Ciarallo (Porsche 911 T del ’66).

Fin qui, la cronaca sportiva. Quello che ancora resta da raccontare è la piacevolezza di un percorso che quest’anno ha visto i concorrenti dirigersi, nella prima tappa, verso Dobbiaco, per poi raggiungere, tra prove di media e cronometrate, la città austriaca di Lienz: il rientro a Cortina è avvenuto prevalentemente in territorio austriaco, passando da località come Sankt Jakob e Sankt Lorenz, prima di inoltrarsi sulle strade vicine al lago di Misurina, le uniche innevate di tutto il percorso. La seconda tappa, invece, ha offerto ai concorrenti un tripudio di passi dolomitici di bellezza ineguagliabile, dal Falzarego al Valparola, dal Gardena al Campolongo, fino allo spettacolare Giau che ha consentito di tornare al punto di partenza. Novità per i partecipanti anche il transito, con sosta, all’abbazia di Novacella, che vanta una storia più che millenaria. Un tocco di sacro, in mezzo al profano di scarichi, cronometri e tabelle di marcia.

Inutile dire, infine, che il pubblico, cortinese e no, ha molto apprezzato le vetture in gara, tra le quali prevalevano, per numero, le Porsche, tra 356 (tra le quali una più rara Speedster del 1956, messa a disposizione da Porsche Italia all’equipaggio di Ruoteclassiche) e 911. Ma gli applausi hanno accolto anche altre pietre miliari della storia dell’auto, dalle Lancia Fulvia Coupé a una Dino 246, dalle Alfa Romeo (Giulia Super Berlina e coupé GT, Giulietta Spider Veloce, per citarne alcune) alle intramontabili Mini fino a un paio di indimenticabili Alpine-Renault A110. Blu Francia, ovviamente.

Laura Confalonieri

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