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25/08/2021 | di Giancarlo Gnepo Kla
10 auto per trascorrere vacanze indimenticabili
Oggi vi proponiamo una top ten particolare: ecco una selezione di classiche e youngtimer per rendere ogni trasferta un'avventura indimenticabile. E voi, quale scegliereste?
25/08/2021 | di Giancarlo Gnepo Kla

In queste ore molti Italiani tornano a lavoro, mentre altri si apprestano a mettersi in marcia verso le agognate vacanze. Tra classiche e youngtimer, abbiamo selezionato 10 modelli, tutti dai costi accessibili, per trascorrere le ferie con stile: ecco quindi berline, wagon, roadster, fuoristrada, monovolume e utilitarie tutto fare, ognuna con una spiccata personalità ma, soprattutto, in grado di rendere speciale ogni trasferta.

Nella torrida estate 2021, oltre alle news allarmanti e alla voglia di evasione, non sono mancate notizie e tematiche decisamente più leggere e mondane.
Ne è un esempio il recente soggiorno di Madonna in Puglia, che ha festeggiato il suo 63° compleanno a Borgo Egnazia, visitando con la famiglia e gli amici alcune delle località più suggestive della Valle d’Itria e del Salento. Fra pizzica e glamour mediterraneo, la star si è fatta immortalare a bordo di una Maserati Quattroporte prima serie, “scortata” da un convoglio di auto d’epoca tra cui l’Alfa Romeo Giulia insieme alle Lancia Flaminia e 2000. E non è mancata nemmeno la trasferta a bordo di un treno storico della Fondazione FS.
Al netto del gossip, ora ci tocca tornare alla consueta routine e per rendere più piacevole la ripresa delle nostre mansioni ci siamo divertiti a selezionare 10 auto, tutte differenti per epoca e tipologia, quelle che per noi sono le compagne ideali per la prossima vacanza o (più semplicemente) per il prossimo weekend.

Alfa Romeo Spider IV Serie. Il suo fascino senza tempo e la griffe di Pininfarina fanno davvero la differenza: nel 1990, la quarta serie dell’Alfa Spider portava a conclusione l’epopea del “Duetto” restituendo all’iconica convertibile del Biscione la sua purezza stilistica originaria.
Due le motorizzazioni disponibili, il classico 1.6 a carburatori da 117 CV e il 2.0 iniezione elettronica da 126 CV disponibile anche con catalizzatore. Il cambio, con la leva quasi orizzontale, si riallaccia ai gloriosi modelli Alfa Romeo anni 60 e se linea e motorizzazioni vennero aggiornati, sotto pelle la tecnica rimase prettamente analoga al primo modello, datato 1966. Ciò che conta qui è l’esperienza globale, con poche concessioni ai lussi della modernità: la dotazione includeva soltanto i vetri elettrici e il servosterzo.
La Spider non è il mezzo ideale per gli smanettoni, invece si presta bene al piccolo trotto e alle passeggiate più goderecce, momenti durante i quali riesce ancora ad ammaliare grandi e piccini.
L’Alfa Romeo Spider IV Serie è una youngtimer molto ambita: evocando suggestioni d’altri tempi si presta perfettamente all’esplorazione dei più incantevoli scenari da cartolina.

Audi Cabriolet. Presentata nel 1991 e rimasta a listino fino al 2000, l’Audi Cabriolet venne sviluppata sulla base dell’Audi 80 B3. A differenza della berlina, la cabrio era disponibile solo con trazione anteriore. La nuova decapottabile dei Quattro Anelli era una proposta elegante per competere in un segmento che Audi non aveva ancora esplorato, quello delle convertibili di gamma medio-alta. Con cilindrate comprese tra 1,8 e 2,8 litri e potenze fra i 90 e i 174 CV, la Cabriolet non aveva particolari velleità sportive ma spiccava per la robustezza delle finiture e uno stile tanto sobrio quanto ricercato. Fu, inoltre, una delle prime cabrio disponibili con motore a gasolio.
Nel 1994, anche Lady D cedette al fascino discreto dell’Audi Cabriolet, un po' un ossimoro se si pensa che proprio in quel periodo la principessa era costantemente asserragliata dai paparazzi, dai quali cercava di dileguarsi a bordo della decapottabile tedesca.
A trent’anni dal suo debutto, l’Audi Cabriolet si presenta come una vettura distinta e piacevole, perfetta tanto per i weekend quanto per i lunghi viaggi in souplesse.

Citroën 2CV. Venne inserita nella lista delle auto più importanti del XX secolo, presentata ufficialmente nel 1948 e rimasta in produzione fino al 1990, la vetturetta francese è una delle icone indiscusse dell’automobilismo. La ricetta è di quelle semplici(ssime) e genuine, a bordo e sotto il cofano solo lo stretto indispensabile per muoversi senza difficoltà su strada e sterrato: la 2CV venne pensata in primis per l’uso rurale. Gli studi iniziarono nel 1936 quando il Direttore Generale di Citroën, Pierre-Jules Boulanger chiese al brillante ingegnere André Lefèbvre un’auto funzionale, semplice e super economica, indicata come TPV. Questa sua essenzialità le garantì un successo straordinario e ben presto quella che doveva essere l’auto per la campagna si ritagliò un’immagine via via più ricercata e “urbana”, grazie anche alle numerose edizioni limitate.
Al suo debutto, alcune soluzioni del prototipo TPV (Toute Petite Voiture) vennero mantenute, come i finestrini divisi a metà in senso orizzontale e i sedili con struttura tubolare, non imbottiti. Nel tempo, la “Deuche” è stata sottoposta a innumerevoli migliorie e aggiornamenti, per adattarsi alle nuove norme di omologazione e offrire un pizzico di confort in più agli occupanti. L’ampio tetto in tela, in poche mosse, la trasformava in una luminosa cabriolet: un ulteriore asso nella manica per questa amatissima utilitaria che ha rivoluzionato l’automobile del dopoguerra.
Oggi la Citroen 2CV è un evergreen, qualcuno l’ha definita addirittura uno “stile di vita”, votato alla lentezza e alla semplicità. Cosa chiedere di più per una vacanza all’insegna del relax?

Fiat Multipla.
La Fiat Multipla è stata annoverata molte volte nelle liste delle auto “brutte” stilate da blog e riviste di tutto il mondo. Al netto dello stile, certamente opinabile, la Fiat Multipla va considerata innanzitutto come un oggetto di design industriale, dove la forma segue la funzione. Se le volumetrie, vagamente aliene, fanno storcere il naso ai più, una volta a bordo non si può fare a meno di apprezzare lo spazio e l’ergonomia dei comandi.
La Multipla, presentata come showcar nel 1996 e messa in produzione nel 1998, è stata pensata per le famiglie. Nell’abitacolo, spicca la disposizione dei sei posti suddivisi su due file (3 + 3). Una peculiarità che garantiva innumerevoli configurazioni interne e un’abitabilità degna di nota, a dispetto di dimensioni più contenute rispetto alla concorrenza. L’idea del suo creatore, Roberto Giolito, era infatti quella di proporre un piccolo appartamento viaggiante: un’auto in cui stare comodi come a casa anche durante i viaggi. Contrariamente a quanto si può pensare, il nome “Multipla” non è un tributo alla Fiat 600 Multipla ma un riferimento alla molteplicità di alimentazioni disponibili: benzina, diesel, benzina e GPL, benzina e metano o esclusivamente a metano.
Uscita di produzione nel 2010, la Fiat Multipla è oggi un modello che inizia a diventare difficile da reperire. Molte vetture sono state impiegate come taxi e, al pari delle auto di famiglia, sfiancate dall’uso intensivo sono finite alla pressa. Per questo motivo, trovare esemplari in buone condizioni non è facile, ma se vi piacciono gli oggetti particolari non fatevi scappare l’occasione di mettervi in garage una vera icona del design contemporaneo: la sua portata innovativa fu tale che, nel 1999, venne esposta al MoMa di New York.

Fiat Panda 4x4. Per gli amanti delle youngtimer, la Fiat Panda 4x4 è un must: pragmatica e inarrestabile, può districarsi abilmente tra passaggi impervi degli entroterra più brulli e rinomate località montane, dove negli ultimi anni ha fatto breccia tra i rampolli delle famiglie più in vista. La semplicità paga sempre e al pari delle versioni cittadine, la Panda 4x4 ha saputo reinventarsi ritagliandosi una nuova clientela sul mercato dell’usato e strizzando l’occhio a un pubblico variegato che include gli amanti dei fuoristrada, i collezionisti più “ortodossi” e gli appassionati delle personalizzazioni. In tal senso, Garage Italia ha praticamente sfondato una porta aperta con le customizzazioni della linea “Icon-E”, proposte con motore elettrico.
Il mercato si è accorto del crescente interesse verso questo modello e infatti le quotazioni sono salite rapidamente, ma con un po' di pazienza è ancora possibile concludere un buon affare. Se trovate l’esemplare giusto non esitate: con la Panda si va sul sicuro. Poca spesa, tanta resa su qualsiasi terreno d’utilizzo.

Land Rover Defender. Sulla cresta dell’onda per oltre 70 anni, la Land Rover si è conquistata un posto speciale nell’Olimpo dei fuoristrada. Erede della “Series III”, la Defender venne introdotta sul mercato nel 1984. Disponibile in molteplici tipologie di carrozzeria, articolate su tre lunghezze di passo (90, 110 e 130), la Land Rover Defender si distingueva dai modelli precedenti per l'adozione delle molle elicoidali in luogo delle balestre. Dal punto di vista della trasmissione, debuttava una trazione integrale permanente con differenziale centrale bloccabile. Nuovo anche il frontale, con la griglia a tutta larghezza e i fari integrati, così come il parabrezza a vetro unico. Inizialmente, le motorizzazioni vennero condivise con la Series III ma la gamma venne progressivamente aggiornata con propulsori più moderni e potenti.
Icona British, la Defender è una vera istituzione tra i fuoristradisti di tutto il mondo, ma si è guadagnata i suoi “gradi” servendo anche le forze armate e molti enti civili.
La meccanica semplice e la sua carrozzeria con pannelli rivettati si riallacciano direttamente ai veicoli militari del dopoguerra, tuttavia anno dopo anno la Defender ha saputo resistere alle mode restando fedele alla sua vocazione.
Che sia un raid nel deserto o una scampagnata tra amici, la Land Rover Defender resta una formidabile compagna di viaggio. Poche auto, come lei riescono ad evocare lo stesso fascino: quello degli oggetti autentici e intramontabili.

Mercedes-Benz W123. Per molti aficionados della Stella a tre punte, la Serie W123 rappresenta la summa delle prerogative Mercedes-Benz: sobria, confortevole e, con una meccanica a prova di bomba, è praticamente eterna. Presentata nel 1976, la futura Classe E sintetizzava gli standard qualitativi della Casa tedesca in un modello di classe medio-alta capace di affrontare diverse mansioni, dal servizio pubblico a quello di rappresentanza, grazie ad una gamma ampia e variegata di motorizzazioni a benzina e a gasolio. Importante, nel 1977, la presentazione della “Serie T”, la prima station wagon di prestigio sviluppata e prodotta da Mercedes-Benz.
Lo stile molto conservatore della W123 invecchiò velocemente e ciò rese, ben presto, questo modello bersaglio dei detrattori. Al netto di questo fattore, si stima che tutt’oggi oltre il 65% dei modelli prodotti sia ancora circolante. La qualità intrinseca e il suo fascino un po’ fané hanno reso, negli ultimi anni, le W123 dei veri e propri oggetti di culto tra molti dei giovani artisti contemporanei: anche la popstar Lady Gaga ne guida una. La Serie T gode invece di una grande popolarità tra gli amanti del surf. Qualunque sia la strada che deciderete di percorrere, potete star certi che la W123 sarà un’ottima compagna di viaggio.

Porsche Boxster. La prima generazione della “piccola” di casa Porsche, nel 2021 ha compiuto 25 anni: presentata nel 1996, la “Typ 986” si inseriva nel vivace segmento delle roadster sportive. Pensata come entry level della gamma Porsche, la Boxster costituì un’importante banco di prova per la Casa di Zuffenhausen che negli anni 90 non navigava in acque tranquille. Accantonati gli ultimi modelli transaxle come 928 e 968, nel 1996 l’offerta si limitava alla 911, non abbastanza per sopravvivere in un mondo sempre più competitivo e in continua trasformazione. I tempi non erano ancora maturi per un SUV marchiato Porsche, giunto infatti alla fine del 2002: occorreva un nuovo modello, più economico e in grado di attrarre una nuova platea di clienti. Lo stile era decisamente più moderno rispetto a quello della 911 serie 993, massima evoluzione della 911 originale con il motore boxer raffreddato ad aria. Anche la tecnica della nuova roadster si discostava da quella che i puristi consideravano la Porsche per antonomasia. Il propulsore, nella sua prima iterazione aveva una cilindrata di 2,5 litri e 204 CV. Si trattava di un motore inedito (pur mantenendo l’architettura boxer) montato in posizione centrale, non a sbalzo. Inoltre, come i modelli a motore anteriore, prevedeva il raffreddamento a liquido.
Nonostante i difetti di gioventù, la Boxster si rivelò un successo ed è giunta oggi alla sua quarta generazione. Il segreto? Concentrare il DNA Porsche in una spider più abbordabile, capace di essere docile nell’uso quotidiano senza rinunciare alla grinta e alle performance tipiche delle sportive Made in Zuffenhausen. Se decidete di partire con lei, mettete in conto che ci sarà poco spazio per i bagagli ma ampio margine il divertimento alla guida.

Renault Espace. Nel 1984, la Renault Espace rivoluzionava il mercato configurandosi come la prima monovolume europea. Progettata dalla Matra, la Espace spiccava per la modularità degli interni e la carrozzeria con pannelli in fibra di vetro. Nei primi anni 80, per le Case automobilistiche della Vecchia Europa quello delle monovolume era quasi un tabù, tutte stentavano a mettere in produzione veicoli di questo tipo. Renault ruppe ogni indugio, conscia del successo che le MPV stavano riscuotendo Oltreoceano e in Giappone. Man mano la gamma si ampliò con le motorizzazioni a gasolio, le serie speciali e persino la trazione integrale, in modo da coprire ogni esigenza. La concorrenza diretta impiegò oltre 10 anni prima di mettersi alla pari.
Quella dell’Espace è stata una progenie fortunata: il modello è giunto alla sua quinta generazione e continua ad essere un’istituzione, sebbene il segmento sia passato di moda lasciando ampio margine ai SUV e crossover.
Alla prima serie dell’Espace va il merito di aver sdoganato l’idea di un’auto per famiglia di concezione moderna, in cui lo spazio non è un lusso ma una necessità. Inutile precisare che, con le sue molteplici configurazioni interne e l’ampio vano di carico, quest’auto è perfetta per viaggi spensierati con famiglia e amici al seguito.

Volvo 240 Polar e Super Polar. Lo stile era quello tipicamente scandinavo, ma l’intuizione fu tutta italiana: le Volvo Polar vennero allestite per Volvo Italia come entry level dalla dotazione completa e con un prezzo particolarmente conveniente. Nel 1989 in pieno boom delle station wagon, la serie 240 si avviava al pensionamento. Per contrastare il crescente mercato delle auto d’occasione, Volvo Italia dette priorità alle immatricolazioni del nuovo e per incentivare una clientela più giovane propose l’allestimento Polar al prezzo di un usato fresco (24.000.000 di lire).
Due le motorizzazioni, il 2.0 litri benzina da 109 CV e il 2.4 litri diesel da 82 CV. La dotazione includeva chiusura centralizzata, poggiatesta anteriori e posteriori, barre portatutto. Quattro i colori per la carrozzeria: Bianco, Argento, Grigio Scuro e Rosso.
L’operazione si rivelò vincente, ma una buona percentuale di clienti avrebbe preferito una dotazione più completa, nel 1990 Volvo Italia presentò quindi la Super Polar che garantiva un rapporto qualità prezzo ottimale. La dotazione includeva ora ABS, alzacristalli elettrici anteriori e posteriori, climatizzatore, interni in pelle, specchietti regolabili elettricamente e riscaldabili. Un equipaggiamento che avrebbe comportato un sovrapprezzo di circa 10 milioni di lire rispetto alla Polar, ma la Super Polar venne proposta a soli 5 milioni di lire in più della Polar. Un vero affare! Dopo l’uscita di scena della gamma 240, l’operazione Polar venne replicata sulla più grande “940” e, in tempi recenti (tra il 2009 e il 2013), sulle V50 e V70.
Auto amatissima, la Volvo 240 è sinonimo di sicurezza e di libertà: la sua robustezza e la qualità elevatissima rendono questa wagon praticamente inarrestabile. Non è particolarmente veloce, ma se il viaggio finisce presto, che gusto c’è?

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