Dopo oltre settant’anni l'Alfa Romeo 6C 2300 T di d’Annunzio, diventata celebre per il suo particolare soprannome, ritorna al Vittoriale
Nella primavera del 1932 una gradevole chiacchierata con Tazio Nuvolari, seduto sul predellino di un’Alfa Berlina 6C 1750, accende in d’Annunzio una fervida passione per le Alfa. In poco più di due anni, infatti, oltre alla 6C 1750 quarta serie acquista una 6C 1750 GT quinta serie e una 6 cilindri 2300 T carrozzeria berlina Touring 4 posti. Quest’ultima, per via della sua linea leggerissima, viene soprannominata “Soffio di Satana”.
Un gradito ritorno. In seguito alla morte del Poeta, nell’estate del ‘46, viene venduta alla Società Autotrasporti Industriali di Busto Arsizio dall’allora commissario straordinario della fondazione il Vittoriale degli Italiani, per appianare parte dei debiti accumulatisi durante il periodo di guerra. Dopo molti anni, e un ulteriore passaggio di proprietà, nel settembre 2017 riappare in uno dei lotti di punta dell’asta di “Auto classiche” organizzata da Pandolfini, con una base d’asta di mezzo milione di euro. Un’azione della magistratura, però, riconosce Soffio di Satana come un bene inalienabile del Vittoriale, disponendone il sequestro e il ritorno a casa. Pertanto, la vettura potrà ora essere nuovamente ammirata presso il museo “l’automobile è femmina” - allestito all’ingresso del Vittoriale degli Italiani- insieme alle sue “sorelle”.