Linea indubbiamente di carattere e meccanica raffinata: a metà anni Novanta debutta la nuova granturismo Alfa, la GTV
Il racconto odierno ci riporta negli anni Novanta, più precisamente nel 1995. In quell’epoca la sigla GTV porta in dote una serie di ricordi, molto cari agli aficionados del marchio. Sono passati quasi dieci anni da quando l’ultima Gran Turismo Veloce, l’Alfetta, uscì dagli stabilimenti di Arese. Anni che diventano venti se si ripercorre la storia dell’Alfa fino alla Giulia Coupé col 2 litri bialbero: la GTV che ha fatto perdere la testa a tanti appassionati, regalando una serie di successi in campo agonistico. Una lunga collezione di vittorie iniziate nel 1972, col primo posto alla 24 Ore di Spa-Francorchamps. È proprio da quest’ultima, dalla gloriosa 2000 GTV, che l’Alfa ha voluto ripartire, quando ha iniziato a pensare all’attuale GTV.
Tradizione e innovazione. Delle Alfa storiche la nuova coupé eredita soprattutto la fortissima carica di personalità, sottolineata dall’originale linea, che nel frontale costruito attorno allo scudetto e nel profilo fiancata a cuneo elegge le parti meglio riuscite. L’ultima fatica dell’Alfa è figlia di Pininfarina che, collaborando col centro stile della Casa, ha saputo coniugare tradizione e modernità. L’abitacolo risulta costruito intorno al posto di guida. I comandi si trovano subito, con movimenti facili e intuitivi. La plancia riproduce alcuni motivi (in particolar modo i tre strumenti circolari nella consolle centrale) già visti su altre Alfa del passato. I bei sedili in pelle sono realizzati invece con criteri del tutto moderni. Il livello di finitura è all’altezza del tipo di vettura. Buona dotazione di serie. Piuttosto limitata, al contrario, la lista degli optional. Il bagagliaio è piccolo e poco sfruttabile.
La tecnica. La carta d’identità di questa GTV vanta, tra le sue peculiarità, un motore 6 cilindri a V di 1996 cc, in grado di sviluppare una potenza di 200 cv (con una coppia massima di 280 Nm a 2400 giri/min.). Al suo fianco la trazione anteriore e un cambio manuale a cinque rapporti. Rimanendo nel campo della tecnica, degna di nota anche la soluzione multilink utilizzata per il retrotreno, scelta con lo scopo di conferire all’auto un ottimo comportamento. Il tutto senza dover ricorrere a tarature troppo rigide, per molle e ammortizzatori. I tecnici Alfa hanno messo a punto uno schema a cinque bracci particolarmente compatto, vincolato alla scocca con l’interposizione di un telaietto ausiliario.
La prova di Quattroruote. La prova effettuata dalla “nostra” rivista evidenzia un motore potente e pure molto progressivo, nonostante la presenza della sovralimentazione. Elastico e regolare ai regimi medio bassi, si scatena a quelli più elevati. Valutazione decisamente soddisfacente anche per lo sterzo (quattro stelle), piuttosto pronto, progressivo e preciso. Giudizio un filo più basso per il cambio (tre stelle): i rapporti sono spaziati in modo corretto e permettono di sfruttare bene le caratteristiche del motore. In compenso gli innesti sono leggermente contrastati. Valutazione eccellente per tenuta di strada e freni, ben equilibrati e capaci di arrestare la GTV in spazi contenuti. L’unico vero neo, come anticipato in precedenza, è rappresentato dal bagagliaio (una sola stella): veramente piccolo (110 dm3) e assolutamente poco sfruttabile, complice la particolare forma del vano.
La quotazione attuale. La valutazione odierna per una GTV 2.0 V6 Turbo (1995-2003) ha un range di prezzi compreso tra un minimo di tremila a un massimo di novemila euro, per un esemplare in perfette condizioni.
Diteci la vostra. Diteci la vostra. E voi, cosa ne pensate di questa vettura? All’epoca l’avreste scelta oppure avreste preferito un modello di un altro marchio? Ne avete posseduta/possedete una? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto. Infine, se avete una storia interessante sul suo conto, potete scriverci una mail all’indirizzo di posta redeazione@ruoteclassiche.it.