La stagione 2020 delle aste di auto classiche si apre il 16 gennaio in Arizona sotto il segno del Cavallino Rampante. Anzi, del prancing horse, come direbbero da quelle parti.
Nella sfilata dei 147 lotti battuti da RM Sotheby’s spiccano le Ferrari degli anni Cinquanta e Sessanta, le Granturismo più ambite dalla facoltosa clientela americana.
Speciale. La più preziosa di tutte le vetture proposte dalla RM Sotheby's per l'evento in Arizona, è la 250 GT Cabriolet prima serie carrozzata da Pinin Farina, la quintessenza delle vetture scoperte di Maranello. Numero di telaio 0913 GT, questa rossa 250 GT è la numero 25 di appena 40 esemplari costruiti nel 1958. Viene messa all’asta dopo vent’anni in cui l’unico proprietario l’ha guidata per raduni ed eventi prestigiosi negli States, fra i quali il 15° Concorso Italiano e il Colorado Grand Tour. Questa prima serie ritrae con apparente semplicità ed efficacia la felicità dell’incontro di pochi anni prima fra due genii dell’auto, Enzo Ferrari e Battista “Pinin” Farina. Le linee morbide e ininterrotte portano lo sguardo dai fanali carenati e i piccoli pararti verticali all’accenno di pinne posteriori, in un singolo e fluido movimento di matita rossa. Considerata da molti come una delle Ferrari più eleganti mai carrozzate da Pinin Farina, questa 250 GT Cabriolet (il cui prezzo stimato di vendita va dai 6 ai 7 milioni di dollari!) racconta magnificamente gli anni in cui Ferrari si aprì al ricchissimo mercato americano. Questo grazie alle sollecitazioni di Luigi Chinetti, il pilota di endurance che su una Ferrari da lui acquistata aveva vinto la 24 Ore di Le Mans nel 1949.
L'Ambasciatore del Cavallino. Attraverso la NART (sigla di North American Racing Team, la scuderia creata a New York proprio nel 1958), Chinetti diede la spinta decisiva al Drake perché costruisse auto sportive da vendere all’alta borghesia americana introducendo l’uso dell’automobile di prestigio come passatempo sportivo. Una clientela che divenne il miglior ambasciatore e mezzo di promozione delle auto del Cavallino. Senza Chinetti, probabilmente la storia industriale della Ferrari avrebbe avuto una dimensione diversa, visto che attraverso la NART il 40 per cento circa dell’intera produzione di Maranello prese la rotta verso gli Stati Uniti. Proprio a uno dei primi finanziatori di Luigi Chinetti fu consegnata la seconda Ferrari di grande pregio che sarà battuta in Arizona. Si tratta della Ferrari 250 Europa GT Coupe del 1954, sempre carrozzata da Pinin Farina. RM Sotheby's ci presenta questo esemplare, numero 11 di appena 43 costruiti, con motore originale e restaurata di recente nella tinta originale azzurra con tetto grigio e interni in cuoio beige. Stima: da 1.500.000 a 1.700.000 dollari
Certificate. Un altro Cavallino di razza nell’asta RM Sotheby's è una delle 99 Ferrari 330 GTS Pininfarina del 1967, anche questa restaurata di recente nel colore grigio ferro originale. È certificata da Ferrari Classiche e ha vinto il Cavallino Platinum Award nel 2017, 2018 e 2019. Per la 330 GTS la stima sale fra 1.800.000 e 2.200.000 dollari. Stesse aspettative per la 275 GTB/6C Scaglietti del 1965. Questa coupé purosangue proviene dalla scuderia di John “Skip” Barber, ex pilota di Formula 1 e fondatore della scuola di guida sportiva più famosa degli Stati Uniti. Fa parte dei 248 esemplari con il muso corto e dei 59 dotati in optional di sei carburatori. Motore 6 cilindri e telaio sono originali e, come il resto della vettura, sono stati sottoposti a un accurato restauro. Anche questa 275 GTB/6C si è aggiudicata un Platinum Award al Cavallino Classic del 2013.
Le altre. A corollario di questi lotti pregiatissimi, la sfida senza esclusione di colpi al… RM Sotheby’s corral in Arizona proporrà una Ferrari 365 GTB/4 Daytona del 1971, una Testarossa dell’87 e un trio di 70° Anniversario con poche miglia sullo strumento: una F12 Berlinetta, l’unica in livrea “Grand Tourer”; una GTC4 Lusso “The Icon” e una 488 Spider in livrea “Magnum P.I”. Per tutte queste, le stime variano dai 350.000 ai 450.000 dollari.
foto Robin di Adams, Darin Schnabel e Andrew Miterko.