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30/07/2020 | di Paolo Sormani
Tutti i colori del Racing USA
Mecum mette all’asta una collezione di giacche da corsa del team Shelby e altre marche usate durante i campionati di stock car negli anni 60 e 70.
30/07/2020 | di Paolo Sormani

Mecum ha messo all’asta una collezione di giacche da corsa del team Shelby e delle altre marche diventate icone dei campionati di stock car USA degli anni Sessanta e Settanta. Imperdibili per chi è cresciuto con “Le Mans” e “Giorni di tuono” negli occhi.

Da sempre i club motociclistici americani si riferiscono ai logo sui loro gilet come i “colors”. E i colori accesi, primari, squillanti e bene assortiti hanno sempre costituito un elemento fondante della magia delle corse negli Stati Uniti. A partire dagli anni Sessanta, nei box dei campionati di stock car e della NASCAR le scuderie e i team hanno cominciato a riconoscersi e farsi riconoscere dal pubblico grazie a T-shirt e giacche sportive personalizzate. Domenica si è conclusa l’asta on-line di Mecum di ben 1.200 lotti di automobilia prêt-à-porter collezionata negli anni da John Atzbach, che ha fatto fortuna come specialista dell’antiquariato della Russia imperiale, in particolare delle uova Fabergé di cui è un’autorità. La stessa passione dedicata all’arte, Atzbach l’ha messa nelle auto di Carroll Shelby e di tutto quanto vi è collegato.

Il Cobra sul cuore. Nel suo garage, Atzbach ha allineato una serie di macchine con la decal del Cobra che comprendono, fra gli altri, una GT350-R del 1965, una GT350 sovralimentata Paxton, le GT350 di serie telaio #1 del ’66 e ’67, più la prima GT350 convertibile del ’66 di quattro costruite. Inevitabile che il collezionista estendesse il suo amore alle “pit jacket” e all’automobilia dello Shelby Racing Team. Il cuore e il guardaroba si sono progressivamente allargati alle giacche degli sponsor e dei fornitori di componenti. Capi d’abbigliamento leggendari, dei “must have” per tutti gli appassionati di stock car e di NASCAR che sono cresciuti con “Le Mans” e “Giorni di Tuono” negli occhi e nelle orecchie. I prezzi? In fondo, un affarone. Diverse giacche originali, con la patina di vissuto di mezzo secolo addosso, sono state aggiudicate a prezzi inferiori delle repliche regolarmente riproposte sui webstore specializzati.

Da dieci a mille in pochi click. Incredibilmente alcune pit jacket degli anni Sessanta e Settanta in ottime condizioni e colori fantastici sono andate via per dieci, quindici dollari. Roba da mercatino delle pulci, ma di quelli posizionati di fronte al Brickyard di Indianapolis, o del Daytona Speedway. La battaglia si è accesa sulla giacca della Carroll Shelby Heart Foundation degli anni Novanta, con il nome di John Barnes ricamato sul petto. Barnes è titolare della Panther Racing e una delle figure più rispettate nelle Indycar, così non c’è da stupirsi se il valore si sia impennato fino a 2.775 dollari. Un altro lotto che ha registrato parecchi rilanci è la giacca regolarmente a catalogo accessori Ford-Shelby del 1969/70: ha richiesto 955 dollari per essere indossata. Un altro migliaio di dollari per la giacca antivento Goodyear degli anni Sessanta, con diverse patch Cobra originali cucite sulla parte frontale: in questo caso, il diavolo e il prezzo sono nei dettagli. Poca fortuna per la giacca dell’azienda di ricambi e accessori Autolite del 1968, indossata da Mario Andretti nelle pubblicità dell’epoca. Al contrario, la racing jacket rossa a strisce bianche e nere dell’eroe del drag racing Don Prudhomme, soprannominato “The Snake” (il serpente), ha toccato i settecento dollari. Da noi non sarà famoso come Shelby, ma sicuramente veloce come un cobra.

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