Mercedes-Benz: 25 anni di coupé-cabriolet - Ruoteclassiche
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08/04/2021 | di Giancarlo Gnepo Kla
Mercedes-Benz: 25 anni di coupé-cabriolet
Nel 1996 la Mercedes-Benz SLK rivoluzionava il segmento delle roadster compatte con l'innovativo tetto apribile e scomponibile in metallo.
08/04/2021 | di Giancarlo Gnepo Kla

Nel 1996 debuttava la Mercedes-Benz SLK, una roadster compatta ed elegante caratterizzata dal particolare hardtop metallico ripiegabile: una soluzione che consentì alla spider tedesca di inaugurare il segmento delle coupé-cabriolet.

L’SLK è stata una delle roadster più apprezzate dell’ultimo quarto di secolo. La prima generazione di questa due posti compatta, venne svelata alla fine di aprile del 1996 durante il 66° Salone dell'Automobile di Torino. Tra gli sguardi ammirati dei presenti, tra cui il pilota Mika Hakkinen el’attore Bud Spencer, la nuova “Stella” si presentava al pubblico con la coreografica apertura dell’hardtop in lamiera. Un tetto scomponibile, indicato dal marketing Mercedes come “Vario”, che in circa 20 secondi si ripiegava nel baule, trasformando la scultorea biposto da coupé a spider.
L’idea del coupé-cabriolet non era del tutto inedita: già la Peugeot 402 e la Ford Skyliner avevano tentato questa via molti decenni prima, ma Mercedes riuscì a rendere questo principio molto più “comodo” in termini di ingombro e praticità. Punti di forza che permisero alla SLK di aprire la strada a un nuovo segmento di mercato, dedicato a chi desiderava guidare a cielo aperto senza patemi d’animo anche d’inverno, la stagione in cui, fino a quel momento gran parte delle spider restavano a riposo.

Figlia d’arte. "Innovativa" e "attraente" erano le parole chiave del progetto che venne avviato nel Centro Stile Mercedes-Benz nei primi anni 90. All’alba del Terzo Millennio, quello delle roadster era un mercato in pieno fermento e la Casa di Stoccarda non poteva rinunciare alla sua quota: nel 1993 Porsche aveva preannunciato la Boxster (giunta in produzione, come l’SLK, nel 1996) e nel 1995 debuttava in grande stile la BMW Z3, al fianco di Pierce Brosnan in “Goldeneye”.
Lo staff di Bruno Sacco si mise all’opera per definire le linee di una spider elegante ma non “impegnativa”, da posizionare al di sotto della la lussuosa SL. La futura SLK sarebbe stata l’erede spirituale della 190 SL, la sorella minore della leggendaria 300 SL Roadster. Una prima anticipazione della roadster arrivò con la concept car “SLK I” presentata al Salone di Torino del 1994. In quell’occasione, Giorgetto Giugiaro consegnò a Bruno Sacco e Peter Pfeiffer un premio per il design “visionario” della vettura. Un secondo prototipo venne esposto al Salone di Parigi del 1994, indicato sempre come SLK. La showcar, verniciata in blu, esplicava meglio il principio di funzionamento del tetto Vario e si distingueva per l’assenza dei cupolini dietro i rollbar a protezione degli occupanti.

Il lancio. La produzione della Mercedes-Benz SLK venne avviata nel 1996 destando grande scalpore: nasceva una nuova generazione di roadster capace di coniugare il piacere di guida all'aria aperta con un comfort senza compromessi in caso di maltempo.
Anche in materia di sicurezza passiva, la R 170 poteva vantare particolari meriti: la SLK si è comportata in modo eccellente in tutti i crash test pertinenti, come l'offset, la barriera a fessure, il test di caduta del tetto e quello di ribaltamento con capote aperta. L’SLK ha soddisfatto pienamente gli standard di Mercedes-Benz, superando brillantemente i requisiti omologativi previsti.
Per il lancio della vettura, venne scelto il giallo (Yellowstone), una tinta insolita per un marchio dall’indole formale come lo era Mercedes fino a quel momento. Una provocazione che sottolineava l’indole sbarazzina del nuovo modello e che presagiva anche importanti cambiamenti nell’immagine stessa del Brand. L’SLK si rivolgeva infatti ad un pubblico giovanile, strizzando l’occhio alla platea femminile, che non mancò di apprezzare il comfort e lo charme della nuova spider con la Stella a tre punte.
Nel 1996 la serie R170 era disponibile nelle versioni SLK 200 e SLK 230 Kompressor (da 136 e 193 CV), oltre alle quali era disponibile, solo per alcuni mercati, la SLK 200 Kompressor (192 CV), la motorizzazione preferita dalla clientela italiana. Nel 2000 l’SLK venne ristilizzata e proposta anche con un motore a sei cilindri (da 218 CV), montato sulla SLK 320. Al vertice della gamma c’era invece la SLK 32 AMG, con ben 354 CV, disponibile esclusivamente con un cambio automatico a cinque marce.

Naso prominente.
Nel 2004, la serie R171 sostituì la R170, proponendosi con un look più sportivo e sensuale. La parte più caratteristica era il frontale, molto più aggressivo, che si ricollegava alla supersportiva SLR McLaren e alle McLaren-Mercedes di Formula 1.
In anteprima mondiale, con la seconda generazione dell’SLK venne presentato l’Airscarf, un comodo getto d’aria calda dal poggiatesta che rendeva piacevole la guida anche a cielo aperto, scongiurando sgradevoli dolori reumatici alla cervicale. Il dispositivo, apprezzatissimo sin dal debutto, è tutt’ora disponibile sulle convertibili della gamma Mercedes. Anche il tetto Vario venne un ulteriore affinato, con il lunotto posteriore che girava automaticamente durante il ripiegamento del tetto. L’hardtop ripiegato occupava meno spazio e il volume del bagagliaio a tetto aperto passava così da 145 a 208 litri.
La scelta delle motorizzazioni comprendeva inizialmente la SLK 200 Kompressor da 163 CV (successivamente, rimpiazzata dalla 200 CGi da 184 CV), la SLK 350 con motore V6 da 272 CV e la SLK 55 AMG da 360 CV. La R171 è stata quindi la prima SLK a montare un poderoso motore V8. Nell’autunno del 2005, la gamma venne completata dalla SLK 280 che andava a colmare il divario tra la 200 Kompressor, quattro cilindri e la plurifrazionata 350 V6. Nel gennaio 2008, un facelift ha comportato leggere modifiche ai paraurti e alla fanaleria posteriore, parallelamente ad un aggiornamento dei dettagli interni.

Ultimi fuochi. Nel 2011 l’SLK giunge alla terza generazione con la R172, l’ultima roadster compatta della Casa tedesca. L’auto offre contenuti tecnici sempre più avanzati, i intanto sono maturi per proporre la prima spider con motore diesel, la SLK 250 CDI. Con l’introduzione di una nuova nomenclatura per la gamma di modelli Mercedes-Benz, nel 2016 la R 172 è stata ribattezzata SLC, sottolineando la “parentela” della roadster con la berlina Classe C, il modello con cui ha sempre condiviso buona parte del telaio e della meccanica. Dopo aver superato le 670.000 unità, l’SLK è uscita di produzione nel 2019. Per celebrare gli oltre vent’anni di onorata carriera, la R172 è stata proposta nell’edizione limitata Final Edition, caratterizzata dalla sgargiante tinta “Yellowstone”, la stessa del modello lanciato nel 1996.

Buona la prima. Il successo della SLK è da ricercare innanzitutto nel tetto “Vario”, una grande intuizione che ha permesso alla Stella a tre punte di brillare anche nel segmento delle roadster nonostante un telaio poco “affilato”. La gamma variegata e un’immagine distintiva hanno fatto il resto, rendendo le tre generazioni della spider tedesca un must per molti amanti della guida “en plein air”. Al giorno d’oggi le SLK sono acquistabili a cifre ragionevoli e, per chi fosse interessato, sicuramente conviene puntare alla prima serie: un modello che ha segnato la storia Mercedes e rivoluzionato il segmento delle roadster compatte.

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