Mercedes-Benz W211: neoclassicismo tedesco (parte II) - Ruoteclassiche
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15/02/2022 | di Giancarlo Gnepo Kla
Mercedes-Benz W211: neoclassicismo tedesco (parte II)
Nella seconda parte dello speciale sulla Mecedes-Benz Classe E W211, approfondiremo la conoscenza sui modelli "Evo", lanciati a partire dal 2006.
15/02/2022 | di Giancarlo Gnepo Kla

Nel 2006, la bestseller della Casa di Stoccarda venne sottoposta ad un aggiornamento che interessò i dettagli estetici e la tecnica della W211, che da quel momento venne accompagnata dalla desinenza “Evo”.

Nella seconda metà degli anni 2000, il gruppo Daimler-Chrysler cessava di esistere e dopo la fine del matrimonio tra i due colossi, Mercedes-Benz affrontò un periodo abbastanza complicato: la concorrenza era più agguerrita che mai e il segmento delle SUV e dei crossover era pieno fermento, pertanto occorreva moltiplicare, in tempo record, i modelli della gamma. Il core business della Mercedes rimaneva, tuttavia, quello delle berline di prestigio, con la Classe E al centro dell'offerta:un’auto molto versatile e apprezzata, sia dall’utenza privata che da quella professionale (tassisti in primis) e pertanto occorreva far sì che essa rimanesse sempre al top, in termini di immagine e contenuti. Per questo motivo, il 12 aprile 2006, al Salone Internazionale dell'Automobile di New York venne presentato il restyling della W211.

Aggiornamento completo. Oltre al frontale, più appuntito e alla fanaleria posteriore con nuove grafiche, l’aggiornamento interessò oltre 2.000 componenti: nasceva così la Classe E “Evo”. Venne ampliato il corredo per la sicurezza, comprensivo di sensore di pressione dei pneumatici, poggiatesta “Neck Pro” anti colpo di frusta e del sistema di protezione Pre Safe con lampeggio d’emergenza. Il dispositivo coordinava i parametri di bordo (posizione degli schienali, cinture di sicurezza, finestrini e se presente, il tetto apribile) e quelli dei sistemi di sicurezza per limitare i danni agli occupanti in caso di impatto e/o ribaltamento. Debuttava poi l'Intelligent Light System, il sistema di illuminazione attivo per i proiettori anteriori, disponibile come optional e comprensivo di cinque diverse funzioni.

Prova di maturità. Alcune finiture della plancia vennero riviste, così come l’interfaccia a quattro colori e il nuovo volante (ripreso dalle SL e CLK). Con il restyling, soprattutto, vennero risolte diverse delle grosse problematiche che avevano afflitto i primi esemplari della W211: dai problemi agli iniettori, alle noie di natura elettronica e ancora alle sospensioni pneumatiche e alla trasmissione (sulle E270 CDI) sino ai guasti al sistema SBC, che venne eliminato.

Più precisa. Dal punto di vista dinamico, la Classe E W211, aveva come prerogativa assoluta il comfort e pertanto non aveva mai brillato per sportività: il peso concentrato sull’anteriore, l’handling assoggettato all’elettronica e una taratura soffice delle sospensioni meccaniche limitavano l’agilità del veicolo, così come lo sterzo piuttosto lento e pesante. Situazione che tuttavia migliorava optando per il sistema di sterzo parametrico (standard su alcuni modelli a sei e otto cilindri), optional comodissimo ma ignorato a piè pari da gran parte dei clienti.
Con l’aggiornamento del 2006, il pacchetto “Direct Control” di serie implementò la maneggevolezza di tutte le versioni: uno sterzo più diretto e un nuovo cambio a sei marce, più preciso, rendevano la Classe E piacevole da guidare, sebbene ancora lontana dall’essere sportiva. Gli allestimenti Elegance e Avantgarde erano dotati, inoltre, di molle specifiche per limitare il rollio in curva.

I nuovi motori. Nel processo di evoluzione del modello, vennero continuamente aggiornati i motori. Sulla E 350 “CGI” Evo debuttava il nuovo 3,5 litri V6 a benzina della sorella CLS, dotato di un'iniezione diretta di benzina ultramoderna con combustione e iniezione piezoelettrica. L’unità erogava 20 CV in più rispetto al precedente V6, toccando quota 292 CV a fronte di un consumo di carburante inferiore del dieci per cento. Questa accelerava da 0 a 100 km/h in 6,8 secondi e poteva raggiungere i 250 km/h (limitati elettronicamente) consumando circa 9 litri di benzina ogni 100 km.
Novità anche per la E500 (indicata come E550 negli Usa), ora equipaggiata con lo stesso V8 “M273” da 5,5 litri e 388 CV presentato sulla S500 della serie W221. Per entrambe era disponibile cambio automatico 7G-Tronic (di serie sulla E350).

Performer. Il ruolo di “superberlina” venne affidato alla E 63 AMG, dotata di un’eccezionale 6,2 litri V8 da 514 CV e 630 Nm.L’unità venne sviluppata ex novo dai tecnici di Affalterbach ed era l’unica accoppiata al nuovo cambio automatico AMG “Speedshift”, dotato di sette marce e con tre modalità di cambiata. Con prestazioni da supercar, la E63 accelerava da 0 a 100 km/h in solo 4,5 secondi, con velocità limitate a 250 o 300 km/h (sui modelli Performance).

Una nuova strada. Al vertice dell’offerta diesel vi era la E 420 CDI che, all’epoca, impiegava il motore diesel V8 per autovetture più potente del mondo. Sostituta della E400 CDI, la "420" erogava una coppia massima di 730 Newton metri a 2.200 giri/min e accelerava da 0 a 100 all’ora in soli 6,1 secondi, con una velocità massima di 250 km/h (limitata elettronicamente). Il tutto a fronte di un consumo medio di carburante di 9,3 litri per 100 chilometri. Il filtro antiparticolato esente da manutenzione, il cambio automatico a sette velocità e le sospensioni pneumatiche Airmatic erano parte della ricca dotazione di serie.
Inoltre, per quanto riguarda i motori a gasolio, Mercedes-Benz con la Classe E W211 presentò la sua prima autovettura con tecnologia Bluetec, proposta in via sperimentale sul mercato nordamericano nell'autunno 2006. Rispetto ai già avanzati motori “CDI”, la tecnologia Bluetec avvalendosi dell’additivo AdBlue, portò ad una sensibile riduzione delle emissioni di ossido di azoto. Ciò consentì all’auto di essere eletta in America come "World Green Car of the Year 2007". Si apriva così una nuova strada per il motore ad accensione spontanea.

La Pechino-Parigi.
La Mercedes-Benz E 320 Bluetec, è stata una delle primissime vetture a rispettare la normativa Euro5 e dimostrò la sua affidabilità durante la massacrante Pechino-Parigi. La gara endurance, durata 62 giorni, riprese in gran parte il percorso della prima corsa automobilistica transcontinentale della storia, svoltasi nel 1907 e vinta dalla nostrana “Itala”.
Un anno dopo, la tecnologia Bluetec sbarcava anche in Europa, espandendosi a tutte le linee di prodotto comprese tra la Classe C e la Classe R. Il motore E300 Bluetec erogava una potenza leggermente inferiore rispetto a quello della E320 CDI: 211 CV in luogo degli originari 224, al fine di migliorare emissioni e consumi, pari a circa 7,3 litri ogni 100 km.

Per ogni evenienza. Con oltre 1,7 milioni di esemplari prodotti la W211 è uscita di scena nel 2009, sostituita dalla spigolosa W212. Nonostante alcune problematiche, questa generazione ha saputo farsi apprezzare per lo stile elegante e una vastissima offerta di motorizzazioni e allestimenti, soddisfando le esigenze di una clientela molto variegata: dalle famiglie al servizio pubblico e le forze dell'ordine fino alle rappresentanze diplomatiche. Infatti, oltre alle citate varianti “classiche” berlina e wagon, la Classe E W211 venne proposta con la carrozzeria limousine sei porte (realizzata dalla Binz) e nella versione Guard. Quest’ultima disponibile a sua volta con blindatura B4 e B6, in combinazione ai modelli V6, E320 ed E350 oppure V8, E500 ed E420 CDI. In definitiva esisteva una Classe E per ogni occasione.

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