La Fiat Nuova 500 è l’italiana più amata al mondo. Eppure, al suo debutto non fa breccia nel cuore degli automobilisti. Anzi, è quasi un flop. E la Casa deve subito correre ai ripari.
Alla vigilia del debutto della Fiat Nuova 500, avvenuto il 4 luglio del 1957, grandi sono le aspettative della Casa torinese. A fine giugno nelle edicole del Belpaese l’attenzione è tutta per la copertina di Quattroruote, dove campeggia il disegno dell’attesissima utilitaria. All’interno del mensile un servizio di nove pagine, corredato da alcune foto “rubate”: nulla di più. Il titolo “Per passare dalle 2 alle 4 ruote è nata la nuova 500”, chiarisce subito l’obiettivo della Fiat: offrire agli oltre due milioni di scooteristi nostrani una valida alternativa. Tuttavia la piccola utilitaria, ennesimo capolavoro nato dall’ingegno di Dante Giacosa, non riscuote il successo immediato auspicato, anzi l’accoglienza è piuttosto tiepida. E i motivi sono molteplici.
In primo luogo, il prezzo di 490.000 lire è giudicato troppo elevato e oltretutto non così lontano da quello della 600 (640.000 lire), auto decisamente più adatta alle esigenze di una famiglia. Il pubblico poi critica l’insufficiente abitabilità (prevista solo per due persone), la scarsa potenza e la dotazione ridotta ai minimi termini. La Casa quindi corre subito ai ripari per evitare un flop commerciale introducendo una serie di modifiche, che sono presentate già nell’autunno del 1957. La potenza del bicilindrico di 479 cc raffreddato ad aria viene incrementata da 13,5 a 15 CV grazie ad un diverso profilo dell’albero a camme e a una rivista taratura del carburatore.
La Nuova 500 è proposta in due allestimenti: Normale ed Economica. Mentre quest’ultima mantiene le finiture semplificate della prima serie, la Normale vanta dotazioni che conferiscono un aspetto meno utilitario. In particolare figurano i vetri discendenti, i deflettori dotati di fermi, i profili lucidi applicati sui brancardi e lungo la linea di cintura, le ghiere dei fari con tegolini, la scritta posteriore “nuova 500” e le coppe ruota d’alluminio lucido. A livello di abitabilità dietro è prevista una panchetta imbottita in grado di ospitare almeno due bambini, ma solo per brevi tragitti.
Nell’abitacolo spiccano il volante con avvisatore acustico più facile da azionare, il pomello del cambio rivisto, protezioni in gomma antiscivolo sui pedali frizione e freno; il quadro d’accensione beneficia di chiave “personalizzata”, diversa per ogni vettura, e i comandi devioluci e indicatori di direzione sono spostati sul piantone dello sterzo. Inedite anche le maniglie apriporta interne. A richiesta la Casa propone i pneumatici a fascia bianca (6000 lire), i rivestimenti in finta pelle (5200 lire) e un nuovo sistema per disappannare il parabrezza (12.000 lire), che prevede un raccordo a Y per prelevare l’aria calda dal tunnel e portarla attraverso due tubi alle feritoie poste sotto il parabrezza. Il prezzo della Nuova 500 Normale è di 490.000 lire (lo stesso della versione precedente), quello della Economica è invece ridotto a 465.000 lire.
Una curiosità: agli acquirenti delle prime 500 la Fiat offre un indennizzo di 25.000 lire e l’aggiornamento gratuito del motore. Gli sforzi della Casa torinese però non producono gli effetti sperati a causa della cattiva reputazione che ormai circonda la simpatica utilitaria e nel 1958 le vendite calano rispetto all’anno precedente da 28.482 a 22.844 unità. Nell’estate del 1958, nel tentativo di risollevare le sorti del modello, viene introdotta la Nuova 500 Sport, alla quale dedicheremo però un articolo a parte.
Nel marzo 1959 viene presentata la 500 Tetto Apribile, caratterizzata dalla parte posteriore del tetto in lamiera imbullonata alla scocca e dotata di lunotto in vetro; l’abitabilità (e l’omologazione) diviene per quattro persone grazie ai due pozzetti posteriori ricavati nel pianale e al profilo rialzato del nuovo padiglione. La versione con tetto interamente in tela rimane in produzione con la denominazione Trasformabile. Nel settembre di quello stesso anno la potenza sale a 16,5 CV. E nel 1960 arriverà la 500 D, grazie alla quale finalmente la piccola utilitaria diviene l’automobile che il pubblico attende da tre anni, perdendo quei difetti di gioventù che tante critiche hanno suscitato e che ne hanno pregiudicato l’affermazione sul mercato. Si conclude così il primo capitolo della storia della simpatica utilitaria.