Milano-Portofino atto primo: nel pomeriggio del 28 aprile i partecipanti si sono ritrovati in centro a Milano, al Grand Hotel et de Milan, in una delle zone più glamour ed esclusive della città. In serata gli equipaggi provenienti un po’ da tutto il mondo, America compresa, hanno potuto ammirare i tesori del Museo Poldi Pezzoli in una visita a porte chiuse. La neonata manifestazione prevedeva un programma curato nel dettaglio per regalare un’esperienza fuori dal comune agli iscritti, resa possibile dal patrocinio del Comune di Milano, del Comune di Portofino e di AC Milano.
Al via con la scorta. La partenza, fissata il 29 mattina da Palazzo del Senato, è avvenuta sotto la scorta dei Carabinieri, attraversando alcune delle vie più mondane e cariche di storia della città. Purtroppo il meteo non è stato dei migliori, ma già durante il tragitto verso la prima tappa, la Cantina Travaglino di Calvignano nell’Oltrepo pavese, fondata nel 1868, la pioggia ha smesso di cadere. Notevole il colpo d’occhio offerto dalle 24 auto storiche attraverso via Manzoni e via Montenapoleone, così come quello all’interno della tenuta vitivinicola. Molto selezionato il parco delle vetture ammesse, che ha lasciato a bocca asciutta parecchi appassionati, dato che le proposte d’iscrizione sono state molte di più dei posti disponibili.
Autentiche rarità. L’età delle auto partecipanti partiva dal 1926, con una Bugatti Type 35 (Venturelli) e una Bentley Speed Model (Piantelli) coetanee, per arrivare al 1967, anno di costruzione dell’Alfa Romeo “Duetto” di Marco Poltera. C’erano poi l’Aurelia B24 Spider di Mauro Milano, con la sua targa originale di Genova e l’interno mai restaurato, e la B20 del 1955 di Carlo Sirchi. E ancora la Maserati Mistral Spyder del 1966 di Peter Straub, la Jaguar E-Type coupé del 1961 (una rara “flat floor”) di Alessandro Ducci, la barchetta Devin Special del 1959 di Giorgio Bercellesi, le due Alfa Romeo 1900, una SS Touring (1955) di Carlo Grelewski e una Cabriolet (1953) di Italo Piccagli, la Ferrari 225 S Spider Vignale del 1952 di Iria Fernandez e la Glasspar 2 Mameco-Ardun del 1953 di Jose Fernandez, per citarne solo alcune.
Equipaggio in rosa. Notevoli lo spirito di adattamento e le capacità di guida della coppia di signore a bordo della Ferrari 225 S, una macchina certo non facile né leggera da guidare, men che meno sotto la pioggia della partenza; eppure hanno coperto tutto il percorso dall’inizio alla fine, svicolando solo un po’ durante gli incolonnamenti più lunghi, al pari della Bugatti Type 35 di Venturelli, per evitare di bagnare le candele e “arrostire” la frizione. Se non avete mai sentito parlare della Glasspar di cui sopra, invece, cosa non improbabile, sappiate che è una barchetta (ma il termine non si adatta particolarmente alle sue dimensioni) con carrozzeria di vetroresina, costruita su meccanica Mercury elaborata Ardun-Mameco: circa 230 CV con un rombo da far tremare le finestre.
Niente autostrada. Giustamente, il percorso prevedeva solo spostamenti su strade provinciali e statali, per poter godere appieno delle bellezze del territorio. Dopo il pranzo a Calvignano, rotta verso Monte Penice e Bobbio, con un’altra sosta nel centro storico del borgo, aperto per l’occasione. Da lì, attraverso scenari incantevoli, la Val Trebbia e la Val d’Aveto, su strade virtualmente prive di rettilinei, la discesa verso Chiavari, raggiunta verso sera. Cena a Le Carillon di Paraggi, direttamente sul mare, per la gioia di tutti e soprattutto degli stranieri, e ritorno in hotel. La mattina del 30, sotto un imprevisto sole, tutti al via verso Santa Margherita, Paraggi e infine Portofino, con l’ingresso nel centro storico fra ali di turisti fino alla celebre piazzetta, dove le auto sono rimaste esposte fino al pomeriggio, aggiungendo il loro fascino a quello del borgo ligure. Fascino apprezzato, a giudicare dalle foto e dai selfie scattati dai turisti accanto alle vetture partecipanti. A fine evento, la domanda più ricorrente agli organizzatori di OldCar24 era: “L’anno prossimo lo rifacciamo, vero?”.