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04/11/2014 | di Redazione Ruoteclassiche
Altro record in vista per una Ferrari all’asta?
Bonhams mette all’incanto di Scottsdale, in gennaio, la Ferrari 275 GTB /C che vinse la classe GT a Le Mans nel ’67. Dopo i clamorosi 26,4 milioni di dollari pagati lo scorso 16 agosto da RM Auctions per l’esemplare con numero di telaio 06701, un’altra 275 GTB/C, versione da competizione della famosa GT di Maranello […]
04/11/2014 | di Redazione Ruoteclassiche

Bonhams mette all’incanto di Scottsdale, in gennaio, la Ferrari 275 GTB /C che vinse la classe GT a Le Mans nel '67.

Dopo i clamorosi 26,4 milioni di dollari pagati lo scorso 16 agosto da RM Auctions per l’esemplare con numero di telaio 06701, un'altra 275 GTB/C, versione da competizione della famosa GT di Maranello di metà Anni 60, sarà venduta all’incanto all’inizio del prossimo anno. Si tratta del telaio 09079 (l’undicesima di sole 12 prodotte) costruito nel 1966, raro caso di “matching numbers” (telaio e motore sono originali). La vettura sarà all’asta da Bonhams il prossimo 15 gennaio 2015 al tradizionale appuntamento annuale di Scottsdale (Usa) e potrebbe spuntare un’altra cifra molto elevata in considerazione del suo notevole passato agonistico.

Fu acquistata nel 1966 dalla Scuderia Filipinetti di Ginevra ed ebbe un'intensa e soddisfacente carriera sportiva. Partecipò alla 24 Ore di Le Mans del ’67, ’68 e ’69. Nel suo primo anno di partecipazione, guidata da Rico Steinmann e Dieter Spörry, vinse la classe GT. L’anno successivo dovette ritirarsi per incidente e nel ’69 fu squalificata per un’irregolarità. Ma due mesi prima, aveva partecipato alla 24 Ore di Spa-Francorchamps: Jacques Rey e Edgar Berney la portarono fino al traguardo in 14esima posizione assoluta e nuovamente in cima alla categoria GT.

Nel 1969 fu venduta in America, dove collezionò numerosi passaggi di proprietà: progressivamente la GTB/C n. 09079 ha perso il suo status di auto da corsa per trasformarsi in un'avvenente signora da esibire ai raduni. Nel 1985 è stata quasi distrutta in un incendio mentre si trovava in un garage di Los Angeles. Fortunatamente, motore e telaio furono risparmiati dal rogo. Acquistata come rottame per circa 50.000 dollari, è stata rivenduta a Ginevra. Il nuovo proprietario l’ha fatta restaurare in Italia dalla Carrozzeria Brandoli.

Dopo una lunga parentesi nelle mani di proprietari giapponesi (nel 2006 ha vinto un importante premio a Pebble Beach), la Rossa è tornata in Europa e, grazie al suo proprietario, un appassionato inglese, si è vista nelle più note manifestazioni del continente: Spa Classic, Le Mans Classic, Tour Auto e Goodwood Revival. La sua ultima partecipazione di rilievo risale a poche settimane fa: è stata una delle 60 vetture che hanno fatto parte dell’esclusivo parterre di Ferrari scelte per le celebrazioni del Cavallino in Usa a Berverly Hills.

La 275 GTB/C
Una delle più affascinanti berlinette tracciate dal genio stilistico di Pininfarina, la 275 GTB, era stata presentata al Salone dell’Auto di Parigi nell’ottobre ’64. Dotata, prima assoluta nella storia Ferrari, di sospensioni posteriori a ruote indipendenti e schema meccanico Transaxle, di cambio a 5 marce tutte sincronizzate e di 4 freni a disco, portava con sé un miglioramento tecnico notevole rispetto alla già plurivittoriosa 250 GTO. D’altro canto, la mancata omologazione della 250 LM in classe GT, spinse Ferrari a indirizzare il progetto verso un’auto il cui confine tra GT stradale e GT da corsa fosse facilmente abbattibile.

Ferrari costruì, inizialmente, tre telai della 275 GTB dedicati alle corse, è li chiamò “Competizione Speciale”. Definiti da molti come le “GTO '65” rappresentavano l’arma migliore che Ferrari potesse schierare nella classe. Mancava, a questo punto, solo l’omologazione. Ma l’obiettivo fu nuovamente clamorosamente mancato a causa di un peso dichiarato inferiore di 500 kg rispetto al modello stradale. Fortunatamente Ferrari e la Fia raggiunsero un accordo ma le GTB/C scesero in pista solo a partire da metà stagione.

Rispetto alla versione stradale, la 275 GTB/C aveva un telaio (tipo 563) molto più leggero e resistente, vestito con una leggera e sottile carrozzeria in alluminio. Il motore, il Tipo 213, era il 12 cilindri di 3,3 litri con 6 carburatori Weber per 320 Cv. Era posizionato più in basso e verso il centro della vettura per migliorare ancora di più la posizione del baricentro.

Alvise-Marco Seno

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