Poche supercar hanno segnato un’epoca come lei. Come la Ferrari Testarossa negli anni 80. Stile, immagine, potenza: la Testarossa era ed è un’icona italiana, celebrata addirittura da videogiochi dedicati. E oggi, a quattro decenni di distanza dalla presentazione del modello, la rassegna milanese celebra questo prestigioso traguardo presso il sontuoso stand di Rossocorsa.
Vetrina parigina. Era infatti il 1984, al Salone di Parigi, quando il pubblico potè ammirare una supercar che rompeva col passato e sapeva lanciarsi nel futuro, per merito della regia del grande Leonardo Fioravanti. Grazie a un design da urlo (ancora oggi), a quelle prese d’aria laterali così moderne (dietro le quali si celano i radiatori dell’acqua) e a quel retrotreno largo e imperioso, che trasmette potenza e superiorità. E, in effetti, la supercar del Cavallino dispone, come la progenitrice 512 BBi, del motore centrale dodici cilindri a V di 180 gradi, in questo caso di 4.9 litri e con una potenza di 390 CV. Velocità massima, 290 km/h, notevolissima per l’epoca.
La numero tre. Allo stand di Rossocorsa ad AutoClassica è presente addirittura il terzo esemplare della serie, rigorosamente “monospecchio”, realizzato nel 1984 e consegnato nel giugno 1985. In origine era verniciato in marrone metallizzato, ma ora appare nel classico Rosso Corsa, sempre con interni di pelle beige “3218”, completi di tappeti di castoro. Un esemplare molto bello, numero di telaio ZFFTA17B000053285, che rende onore a chi l’ha progettato e alla Casa di Maranello. Come se gli anni, nel frattempo, non fossero trascorsi.