La linea firmata Pininfarina è rimasta nel cuore di molti alfisti e, dopo il restyling del 1990, la Sport Wagon - nome con il quale dall'aprile 1988 il marchio del Biscione identifica le sue familiari dal look e dall’indole sportiva - si è rinnovata ulteriormente. Trazione integrale, vettura scattante grazie al motore boxer bialbero a 16 valvole, l’Alfa Romeo 33 Sport Wagon Quadrifoglio Verde 4 era rara ai tempi e lo è ancora di più oggi.
Versatile e sportiva. Modello indiscutibilmente importante, per volumi di vendita e per ciò che ha rappresentato a cavallo tra gli anni 80 e 90 nella sua lunga vita commerciale, l’Alfa 33 in versione station wagon è stata forse la prima del Biscione nella quale la versatilità era pari alla sportività, elemento imprescindibile del marchio. Da questo punto di vista, basta metterla in moto per capire che non desidererà solo andare a passeggio o trasportare bagagli (la presenza del differenziale limita un po’ la capienza del vano), quanto piuttosto, salire di giri e sorprendere con una tenuta di strada esemplare.
Integrale permanente. Se il cuore - il quattro cilindri boxer di 1.7 litri da 133 CV (129, se catalizzato) - è pulsante e pronto a rispondere con sollecitudine agli input del piede destro, la trazione qui, rispetto alla 33 station wagon a quattro ruote motrici degli esordi è più evoluta. Prima era una manopola sul tunnel a estendere la trazione anche alle ruote posteriori, ora con la QV 4 lo schema diventa permanente con ripartizione fino al 50% mediante un giunto viscoso, mentre viene mantenuto il giunto elettro-magnetico per disinserire la trazione al retrotreno in frenata, rendendo così compatibile il sistema stesso con l'ABS.
Scattante ed emozionante. Con soli 1.085 kg di peso la Sport Wagon QV 4 scatta da 0 a 100 in 8,9 secondi e raggiunge i 195 km/h, valori non eccezionali in assoluto, ma corroborati da ottime doti di ripresa e soprattutto di agilità del corpo vettura (il suo forte), limitata in fuoristrada solo dalla scarsa altezza da terra dovuta all’assetto "picchiato". Ma portatela su uno sterrato e lei danzerà tra le curve - facendo attenzione alla frenata non eccezionale e al cambio un po' ruvido -, con il rombo del boxer che avvolgerà l’abitacolo, dove già stringere il bel volante a tre razze assicura una grande soddisfazione.
Meno di 600 esemplari. Essendo al top di gamma, la dotazione è completa per gli standard dell’epoca: alzacristalli elettrici anteriori, chiusura centralizzata, fendinebbia, check-control, mentre erano appannaggio della Quadrifoglio Verde i cerchi di lega con pneumatici 185/60HR14, i rivestimenti di Alcantara grigio-neri e quelli di pelle per volante e pomello del cambio. Tra gli optional, tetto apribile manuale e condizionatore. Per averla al tempo erano necessari circa 29 milioni di lire, una cifra importante e uno dei motivi del numero estremamente esiguo di esemplari prodotti: solo 571.
Ricercatissima. Oggi, dunque, è assai rara e i collezionisti Alfa Romeo farebbero a gara per poterne mettere una in garage. Considerato il fatto che l’ultimo censimento ne ha contate solo 42 circolanti in Italia, le probabilità che vengano messe in vendita è decisamente bassa e i gelosi proprietari per separarsene non faranno sconti. Potrebbero non bastare quindicimila euro, ma presentarsi a un raduno con una 33 Sport Wagon QV 4 sarebbe garanzia di catturare decine di sguardi innamorati.