Se la RS2 (80 B4) era (ed è tuttora) un giocattolo raro, prodotto e assemblato praticamente in modo artigianale e realizzato in pochi esemplari, con la nuova A4 (B5) l'Audi sceglie di fare le cose più in grande, perfezionando la formula della station wagon ad alte prestazioni, ovviamente dotata di trazione integrale Quattro. Così, nel 1997 nasce la S4 e poi, due anni dopo, laRS4 Avant, una vera supercar travestita da familiare.
Più scattante di una Porsche. La RS4 è la vera erede della RS2, per il look aggressivo e le performance esaltanti, garantite dal V6 biturbo di 2,67 litri con testata a 5 valvole per cilindro. La differenza con la S4 (equipaggiata con lo stesso propulsore) sta nella scelta di turbocompressori Borg Warner K04 di dimensioni maggiori e nell’intervento della Cosworth per spremere ancora più potenza attraverso pistoni, bielle, alberi a camme, cuscinetti, collettori di aspirazione, iniettori e corpo farfallato, tutti su misura. Il risultato sono 380 CV, 4,9 secondi per bruciare lo 0-100 e i canonici 250 km/h autolimitati di punta massima, numeri che le permettevano di sopravanzare in accelerazione una Porsche 996 Carrera 4, nonostante una massa di 1.620 kg.
Trazione Quattro e manuale. Il cambio è manuale a 6 marce, c’è un differenziale centrale autobloccante Torsen e altri due, uno per asse, con coppia normalmente suddivisa al 50%, ma con la possibilità di ripartizione fino all’80% all’avantreno. A livello di sospensioni, lo schema rimaneva chiaramente quello delle versioni normali, ovvero MacPherson davanti e multilink dietro, con la differenza di ammortizzatori più rigidi (rispetto anche alla S4) e barre antirollio maggiorate. A completare la ciclistica, dischi forati e ventilati da 360 mm all’anteriore e 312 al posteriore, oltre a cerchi di lega dal disegno esclusivo a nove razze da 18 pollici, con pneumatici ultraribassati 255/35.
Si riconosce anche dagli specchietti. Non c’erano solo i cerchi a caratterizzare l’estetica della RS4 Avant: accanto ai paraurti più avvolgenti - quello anteriore arricchito da prese d’aria maggiorate e feritoie laterali - due terminali di scarico dal diametro eloquente e, oltre alle targhette identificative, un dettaglio che gli amanti dei Quattro Anelli impareranno a riconoscere da lontano come segno distintivo delle versioni più potenti, ovvero gli specchietti retrovisori verniciati d’argento. Una gamma colori sgargiante vestiva un corpo vettura che beneficiava anche di una carreggiata più larga di 51 mm all'anteriore e di 40 al posteriore, per un look decisamente aggressivo.
Non a buon mercato. All’interno spiccavano i sedili sportivi Recaro, realizzati esclusivamente per la RS4, rivestiti di pelle come il volante a tre razze, il pomello e la cuffia cambio, mentre non si poteva non notare il tachimetro con fondoscala a 310 km/h. Tra i pochi optional gli inserti di Alcantara per sedili e corona del volante, le finiture di legno, il tetto apribile e il navigatore satellitare, all’epoca ancora un accessorio costoso. Con 6.030 esemplari prodotti non è rara, ma questo non significa affatto che sia a buon mercato: si parte infatti dai 30 mila euro per un esemplare in buone condizioni.