Sembra un’altra era eppure sono passati solo sedici anni da quando ancora si poteva costruire un’auto da corsa e derivarne la versione stradale. Ne è un esempio questo esemplare, ex proprietà Mercedes e con soli 8 chilometri percorsi.
La tradizionale asta organizzata da Bonhams al Goodwood Festival of Speed (25 - 28 giugno 2015) mette all’incanto un’automobile sportiva molto particolare, appartenente a quella ristretta e nobile cerchia delle Instant Classic. La Mercedes CLK-GTR Roadster fa parte del gruppo di hypercar di fine anni 90 “tremendamente” vicine alle consorelle da corsa. Infatti, a differenza delle Sport Prototipo e delle hypercar stradali di oggi (le prime impossibili da portare in strada, le seconde molto difficili da elevare al rango di auto da corsa a meno di profonde modifiche) erano a tutti gli effetti vetture da competizione con un minimo trattamento “borghese” per consentire la circolazione su strada libera. Con i termini e la filosofia dei magici anni 50 le potremmo considerare delle perfette vetture GT.
Come la CLK-GTR, anche la Porsche 911 GT1 e la 964 Turbo S, la Jaguar XJ 220, la McLaren F1, la Ferrari F40 e, per un soffio, l’F50, componevano un’esclusiva élite di giocattoli a quattro ruote ricavati dai modelli che animarono il neonato campionato BPR di metà anni 90. E, a partire dal 1997, il Campionato Fia GT, tutt’ora disputato.
Da Campionato Mondiale Sport Prototipi a BPR a Fia GT
Tramontato nel 1992 il Mondiale Sport Prototipi, nel 1994 nacque la serie BPR, dalle iniziali dei cognomi degli ideatori (Jürgen Barth, ex D.S. Porsche; Patrick Peter; Stéphane Ratel). Si trattava di una nuova formula studiata per le vetture GT e i prototipi. La chiave di volta della serie era il regolamento: la normativa, infatti, stabiliva che le auto candidabili al Campionato avrebbero dovuto essere derivate da modelli prodotti in serie (a differenza del campionato precedente in cui una Sport Prototipo veniva appositamente prodotta per questo scopo).
Per permettere la più larga partecipazione possibile, fu inizialmente stabilita una classificazione in quattro categorie (GT1, GT2, GT3 e GT4) successivamente ridimensionata alle sole GT1 e GT2. Il successo della serie fu subito elevato (dalle otto gare del campionato ’94 si passò alle 12 della stagione ’95), con tutti i maggiori costruttori di auto da corsa seriamente impegnati nella formula. Nel 1996 fu della partita anche la Porsche, una presenza che solleticò l’interesse della Fia e che portò alla creazione, nel ’97, del nuovo campionato internazionale FIA GT.
Auto da corsa con targa stradale
Per effetto del regolamento la parentela tra la macchina da corsa e la sua versione da strada era quanto mai stretta: telai monoscocca in fibra di carbonio, sospensioni del tipo “push-rod”, motori da circa 600 CV, due posti secchi, spazio per appena un paio di sacche morbide e prestazioni degne da sfondamento del muro del suono. Il prezzo d’acquisto era quanto di più esclusivo si potesse concepire (in lire, ben oltre il miliardo).
Era il caso della Mercedes CLK GTR (25 esemplari) auto da 1,5 miliardi di lire “al dettaglio”, prodotta sia con carrozzeria coupé, sia roadster (6 vetture in tutto), auto imparagonabile rispetto alla più sportiva delle Mercedes da strada fino a quel momento prodotte. Realizzata attingendo a piene mani dalla migliore tecnologia da corsa disponibile all’epoca, poteva degnamente qualificarsi come l’erede perfetta della 300 SLR di Moss che vinse la Mille Miglia del ’55 o della maestosa versione chiusa nota come Uhlenhaut Coupé; per le stesse ragioni, per altro, non avrebbe potuto essere paragonata alla vezzosa SLR Stirling Moss in versione barchetta costruita nel 2008 in 75 esemplari.
La versione da competizione fu progettata e costruita a tempo di record: l’AMG, incaricata dello sviluppo, iniziò a lavorarci nel dicembre 1996 e nell’aprile 1997 la nuova CLK-GTR scendeva in pista per i test a Jarama. Vinse la sua prima gara al Nürburgring nel giugno ’97, a cui si aggiunsero altri 5 successi su 11 gare. Nello stesso periodo, però, la Mercedes aveva iniziato a lavorare su una vettura ancora più estrema, la CLR, relegando la CLK al ruolo di vettura laboratorio. Corse ancora un paio di volte nel 1998 per poi essere ritirata dalle competizioni.
Il modello stradale, prodotto tra il 1998 e il ’99, riprendeva in toto il layout della versione corsa: motore 12 cilindri aspirato da 6,9 litri (fu prodotto anche un esemplare con motore portato a 7,3 litri, 550 CV, trazione posteriore, cambio meccanico robotizzato, oltre 320 km/h. L’abitacolo, sommariamente rivestito in pelle, era equipaggiato con airbag frontali, autoradio e climatizzatore.
L’esemplare in vendita da Bonhams, valutato tra 1,4 e 1,8 milioni di sterline (1,96 e 2,5 milioni di euro), è una di sole 6 “barchette” (non ha tetto e i vetri laterali sono fissi, ridotti a due piccole “lame” di vetro che offrono minimo riparo). È stato di proprietà della Casa Madre fino al 2014, anno in cui è stato venduto al suo attuale proprietario. Si tratta di una vettura eccezionale perché nuova, con solo 8 chilometri indicati sul contachilometri.
Alvise-Marco Seno