La Casa del Double Chevron ha messo all’incanto la sua collezione di riserva di auto e automobilia ottenendo risultati simili a quelli registrati lo scorso anno a Milano nell’asta DuemilaRuote, dove tutti i lotti sono stati aggiudicati a prezzi superiori ai valori di stima.
La ricetta per l’asta perfetta a quanto pare esiste: serve un grande capannone, una ricca collezione di auto con molti pezzi in pessimo stato, ricambi, fotografie, depliant, biciclette, pezzi d’officina e altro ancora, tutti proposti a prezzi di stima da saldo, senza prezzo di riserva e il successo è assicurato. Dopo quanto si è visto nella storica asta "DuemilaRuote" che si è tenuta a Milano nel novembre 2016, difficilmente si sarebbe potuto immaginare che qualcosa di simile un giorno avrebbe potuto ripetersi.
E invece, a poco più di un anno di distanza dal quel folle novembre 2016, quando all’interno di un padiglione della Fiera di Milano più di 800 lotti di auto, moto, barche, motoscafi, biciclette, ricambi e automobilia andarono letteralmente a ruba a prezzi elevatissimi, un altro evento simile si è tenuto l’otto dicembre a Aulnay sous Bois, nei pressi di Parigi.
Qui, nella sede del Citroën Conservatoire, il dipartimento Heritage della Casa francese, sono stati battuti 65 lotti di automobili e 90 di automobilia molti dei quali aggiudicati a prezzi superiori alle più rosee aspettative. Niente a che vedere con i numeri di Milano, che rimane un evento praticamente impossibile da replicare, ma per come si è svolta la vendita e per i risultati ottenuti anche l’incanto francese potrà vantare un suo posto di rilievo tra le vendite all’asta più folli di sempre.
La collezione messa in vendita dalla Citroën apparteneva alla Casa francese stessa: una raccolta di pezzi che languivano da anni in un capannone, molti dei quali in condizioni pietose. Vendendoli la Casa avrebbe liberato spazio per le altre vetture della collezione Heritage e allo stesso tempo avrebbe evitato di far marcire auto che rappresentavano doppioni di modelli già conservati, dando loro una seconda opportunità di vita una volta acquistati da appassionati del marchio. Tra loro c’erano infatti anche vetture recenti e concept di modelli poi andati in produzione.
Le “follie” più clamorose hanno riguardato soprattutto le tre Mehari 4x4 in vendita, aggiudicate rispettivamente a 20.160 euro (in pessime condizioni e a fronte di una richiesta massima di 4.000 euro); 24.640 (un veicolo pre-serie da riportare a nuovo stimato 4.000 euro); e 28.000 euro (un altro modello pre-serie, conservato meglio rispetto agli altri due, con una stima di 10.000 euro). Tutti i prezzi sono comprensivi dei diritti d’asta.
Altri lotti sui quali si è scatenata la competizione facendo lievitare dismisura i prezzi sono stati un veicolo FAF (Facile à Fabriquer ; Facile à Financer) del 1980 derivato dalla 2CV e costruito a partire dal 1973 che dai 3500 euro stimati è salito a 21.280 euro; oppure una XM V6 Exclusive del 1989 in ottime condizioni aggiudicata a 33.600 euro dai 6000 richiesti inizialmente; una Traction Avant 11B del 1953 utilizzata come mezzo di prova aggiudicata a 14.000 euro e stimato 7.000; così come una Type C 5HP del 1924, stimata 6.000 euro e aggiudicata a 14.560; o una AMI 6 del 1961, arrugginita, passata da 1.200 a 8.960 euro; e una GS Special Phase 2 del 1977 in buone condizioni per la quale erano richiesti 4.000 euro ma che è salita fino ai 13.440 euro.
Tra tante auto storiche, il prezzo più alto se lo è aggiudicato invece un mezzo moderno come la concept car Tubik 2010, del 2011, un prototipo non funzionante, “una scultura d’arte moderna, di design” e con un carico di innovazioni sorprendenti battuto a 36.960 euro (la stima era di 30.000 euro).
Anche l’automobilia in vendita ha ricalcato l’andamento dell’asta delle auto. Con un record conquistato dalla tuta utilizzata da Jacky Ickx durante la Parigi-Dakar del 1991, stimata 250 euro e aggiudicata a 5.824 euro. Per chi fosse interessato, tutti i risultati dell’asta sono riportati sul sito della casa d’aste Lecrere.
Gilberto Milano