Berline tradizionali: Fiat 131 Mirafiori e Ford Taunus - Ruoteclassiche
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13/11/2018 | di Marco Visani
Berline tradizionali: Fiat 131 Mirafiori e Ford Taunus
Mentre si diffondevano le linee aerodinamiche, le berline Ford Taunus e la Fiat 131 rassicuravano con valori tradizionali e collaudati.
13/11/2018 | di Marco Visani

Fiat 131 Mirafiori e Ford Taunus (insieme alla Opel Ascona) sono state le ultime berline generaliste europee con un’impostazione che più tradizionale di così non si sarebbe potuto, rassicurando quella non esigua clientela che, al nuovo a tutti i costi, preferiva soluzioni collaudate.

Già, ma quali soluzioni? Linea classica, con tre volumi ben distinti, e disposizione meccanica classica, con motore anteriore longitudinale, trazione posteriore e retrotreno ad assale rigido. Un’architettura perfetta per berline destinate a un bacino d’utenza tendenzialmente borghese, poco incline ai balzi in avanti, dalle capacità di spesa medio-alte. E dunque da coltivare con attenzione.

La tedesca americana. Più che una conservatrice la Taunus (quella identificata in codice come TC1) è però in realtà una restauratrice, visto che la Taunus 12M degli Anni 60 aveva la trazione anteriore. Lanciata nel 1970, la berlina tedesca ha un’immagine imponente, volutamente americaneggiante, con un lungo cofano motore, una coda piuttosto corta e una larghezza (1,7 metri) decisamente superiore alla media del periodo, come insolita è l’altezza da terra. Spicca, davanti, il cosiddetto naso di Knudsen, dal nome del presidente della Casa che volle il frontale appuntito. La plancia, a sua volta di gusto e proporzioni yankee, è una delle più moderne, al suo apparire. Ed è perfettamente coordinata a un abitacolo dalle dimensioni generose. Sotto il cofano lavorano moderni motori monoalbero a camme in testa 1300 (59 cavalli) e 1600 (88 cavalli). La gamma è molto ampia, con allestimenti base, XL e GXL, carrozzerie berlina a 2 e 4 porte, station wagon e coupé.

Alla rincorsa. Sulla 131 Mirafiori, classe 1974, per la prima e ultima volta una Fiat ha una denominazione doppia, che associa la solita cifra (il codice interno di progettazione) a un nome, in questo caso quello di uno dei due stabilimenti in cui viene costruita (l’altro è quello laziale di Cassino). Come la Taunus - e non è certo un caso - è disponibile, per la prima volta nella storia delle medie torinesi, con carrozzeria a due porte, che la fa assomigliare un po’ a una coupé (variante peraltro mai realizzata), e che sarà apprezzata più all’estero che in patria. Altro inedito: mai, prima di allora, una Fiat era stata presentata, sin dal debutto, in ben 11 versioni, combinando carrozzerie, allestimenti (normale e Special, molto diversi tra loro) e motori. Che sono, guarda caso, due, con cilindrate identiche (1.3 e 1.6 litri) a quelli della Taunus e potenze non dissimili (rispettivamente, 65 e 75 CV), pur essendo più tradizionali: sono infatti degli aste e bilancieri derivati - come del resto la meccanica - dalla precedente 124. Rispetto alla quale la 131 Mirafiori va tuttavia al risparmio sui freni: ha infatti i dischi solo davanti, invece che sulle quattro ruote.

Similutudini a gogo. Altra analogia tra le due berline: entrambe sono state ristilizzate due volte, per un totale di tre serie ciascuna. E hanno concluso la loro carriera quasi in contemporanea: a fine 1982 la Taunus, cui successe la Sierra; a fine 1983 (con deroga all’anno successivo per la Panorama) la 131, rimpiazzata dalla Regata, più convenzionale della Sierra ma tutt’avanti quando invece la nuova rivale tedesca era ancora una trazione posteriore. Dalla sua, la 131 ha avuto uno sviluppo molto più importante della gamma motori, con tanto di bialbero (Supermirafiori), diesel di produzione Sofim, compressore volumetrico e, soprattutto, tre mondiali rally vinti che fecero di una tranquilla berlina da famiglia un mito delle gare su terra.

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