Le Alfa Romeo del Museo di Arese infiammano il Montreux Grand Prix - Ruoteclassiche
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11/09/2018 | di Redazione Ruoteclassiche
Le Alfa Romeo del Museo di Arese infiammano il Montreux Grand Prix
FCA Heritage, l’ente del Gruppo torinese dedicato alla valorizzazione dei marchi Fiat, Lancia, Abarth e Alfa Romeo nelle loro declinazioni classiche, torna su un tracciato che fa parte della gloriosa storia del Biscione: qui, nel 1934, a trionfare fu il conte Carlo Felice Trossi al volante della mitica Alfa Romeo GP Tipo B P3. La vettura sfilerà per le vie della cittadina elvetica accompagnata da una Giulietta SZ, altro gioiello della collezione del Museo Storico di Arese.
11/09/2018 | di Redazione Ruoteclassiche

FCA Heritage, l’ente del Gruppo torinese dedicato alla valorizzazione dei marchi Fiat, Lancia, Abarth e Alfa Romeo nelle loro declinazioni classiche, torna su un tracciato che fa parte della gloriosa storia del Biscione: qui, nel 1934, a trionfare fu il conte Carlo Felice Trossi al volante della mitica Alfa Romeo GP Tipo B P3. La vettura sfilerà per le vie della cittadina elvetica accompagnata da una Giulietta SZ, altro gioiello della collezione del Museo Storico di Arese.

Orgoglio Alfa Romeo. Dal 13 al 16 settembre andrà in scena in Svizzera il Montreux Grand Prix, l’evento rievocativo della storica competizione disputata nel 1934 che accende di passione la Riviera Vaudoise. Da Place du Marché fino alla vetta de Les Hauts de Caux, il percorso si articola sulle sponde del lago Lemàno che separa la Svizzera dalla Francia. L’edizione 2018 delMontreux Grand Prix, ormai un appuntamento fisso nell'agenda degli appassionati di automobilismo d’Oltralpe, coinvolgerà nuovamente celebri piloti del passato e celebra la corsa vinta dal conte Carlo Felice Trossi sull’Alfa Romeo GP Tipo B "P3" ottantaquattro anni fa. Con la sua partecipazione, FCA Heritage racconta a Montreux la grande epopea Alfa Romeo e, accanto a due delle vetture più rappresentative del suo glorioso passato, presenta i modelli della produzione attuale: oltre alla Giulia e alla Stelvio, presentate nelle versioni di punta Quadrifoglio, sarà infatti possibile ammirare due 4C, una Coupé e una Spider nelle serie speciali “Competizione” e “Italia”.

Alfa Romeo GP Tipo B (1932).Se la stravagante Tipo A, con la soluzione un po' raccogliticcia del doppio motore (non c'era tempo per progettare un'auto da zero), tutt'altro progetto è la Tipo B, la vettura da Gran Prix a cui Vittorio Jano comincia a lavorare all’alba degli anni 30. Una sportiva che lascerà un'impronta indelebile nella storia dell’Alfa Romeo. Il telaio, a longheroni e traverse in acciaio, è derivato da quello della Tipo A, ma del tutto nuovi sono i gruppi meccanici: il propulsore è un otto cilindri in linea con biblocco e teste fisse in lega leggera. La cilindrata è di 2654 cm3 e la potenza massima di 215 CV, per una velocità massima di 232 km/h. Molto particolare è anche lo schema della trasmissione: il differenziale viene posto subito all’uscita del cambio, e trasmette il moto alle ruote tramite due lunghi semiassi disposti a V, con due coppie coniche. Una soluzione con cui Jano riesce ad abbassare il baricentro della vettura, permettendo al pilota di sedere più in basso. Il debutto avviene al Gran Premio d’Italia del 1932, vinto dal grande Tazio Nuvolari. Seguiranno gli allori al Gran Premio di Francia, la “tripletta” al Gran Premio di Germania, Coppa Ciano, Coppa Acerbo, Circuito Principe di Piemonte e Monza. Nel 1933 l’Alfa Romeo, ceduta all’IRI, si ritirerà dalle competizioni, motivando ufficialmente la decisione con la “dimostrata imbattibilità” delle Tipo B: la gestione delle vetture viene ceduta alla Scuderia Ferrari. Nel 1934 il regolamento cambia e contemporaneamente il gruppo degli avversari si allarga con il rientro delle tedesche Mercedes e Auto Union. La Tipo B venne aggiornata con una carrozzeria più larga, un irrobustimento del telaio e un’evoluzione del motore (2,9 litri, 255 CV e 262 km/h). Dopo un inizio di stagione promettente, le fortune si faranno alterne, mentre per il GP dell’Avus verrà sviluppata una speciale carrozzeria aerodinamica, ideata dall’ingegner Cesare Pallavicino, collaudata sull’autostrada Milano-Laghi e portata alla vittoria da Guy Moll. Il commiato è sempre all’insegna del "Mantovano Volante", che nel 1935 strappa un'incredibile affermazione al Gran Premio di Germania sul leggendario circuito del Nürburgring con un’anziana Tipo B dotata di un propulsore da 3165 cm3 per 265 CV e 275 km/h.

Alfa Romeo Giulietta SZ coda tronca (1960). Per incrementare le prestazioni della Giulietta SZ "Coda Tonda", dominatrice nella classe 1300 GT ma poco competitiva sui circuiti veloci, il carrozziere milanese Zagato ne modifica la forma applicando la teoria di Wunibald Kamm, secondo cui una coda tronca offre risultati aerodinamici migliori di quelli ottenuti con un profilo a goccia. Elio Zagato e il designer Ercole Spada modificano così un esemplare di SZ, abbassando la vettura di circa 4 centimetri e allungando sia il frontale che il posteriore (quest'ultimo subisce un taglio netto in coda). Zagato e Spada effettuano numerosi collaudi in autostrada, utilizzando le pietre miliari come riferimento per il calcolo della velocità media. il risultato è eloquente: con lo stesso bialbero di 1,3 litri da 100 CV, la SZ "Coda Tronca" è più veloce di circa 18 km/h rispetto alla SZ "Coda Tonda". Il debutto in pista avviene il 29 giugno 1961: con Elio Zagato alla guida, l'Alfa Romeo vince il Gran Premio Lotteria a Monza. La Casa milanese darà così il via a una piccola serie della vettura, per un totale di soli 44 esemplari.

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