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24/12/2002 | di Redazione Ruoteclassiche
ARABA FENICE
Negli anni Cinquanta veniva utilizzata per portare a scuola una principessa araba che viveva a Ginevra. Poi anni di oblio con le sole visite dell’anziano autista. Abbiamo assistito al suo risveglio, scoprendo che…È il 7 agosto 1951 quando questa Alfa Romeo “6C 2500” berlina carrozzata Pinin Farina viene sdoganata a Chiasso e spedita a Ginevra […]
24/12/2002 | di Redazione Ruoteclassiche

Negli anni Cinquanta veniva utilizzata per portare a scuola una principessa araba che viveva a Ginevra. Poi anni di oblio con le sole visite dell'anziano autista. Abbiamo assistito al suo risveglio, scoprendo che…

È il 7 agosto 1951 quando questa Alfa Romeo "6C 2500" berlina carrozzata Pinin Farina viene sdoganata a Chiasso e spedita a Ginevra per essere consegnata a un regnante arabo che l'aveva acquistata per fare accompagnare la figlia a scuola dall'autista. All'inizio degli anni '60 la grossa Alfa (il motore è lo stesso della coupé "Freccia d'Oro", cioè un sei cilindri in linea di 2,5 litri da 90 CV con distribuzione a due alberi a camme in testa) viene messa da parte perché un po' obsoleta, anche se ha percorso poco più di 20.000 chilometri.

Il signor Mayer, l'autista della principessa, ne diventa il nuovo proprietario e la usa ancora per qualche tempo, per poi decidere di fermarla: la ricovera in un garage e la copre con dei teli, scarica l'acqua del radiatore e consegna le targhe. Da allora l'Alfa non viene più spostata, ma Mayer periodicamente le fa visita per mantenere le gomme in pressione e per far girare il motore mediante la manovella.

La "6C" si conserva così in buona salute per più di 35 anni, fino a quando il signor Mayer, ormai molto anziano, decide di venderla. E Bruno Bollati, svizzero appassionato di Alfa, la acquista e vuole farci partecipi del suo ritrovamento. Il fratello di Bruno, Fiorenzo, esperto meccanico, riempie il radiatore, controlla l'olio, collega una batteria nuova, smonta lo spinterogeno e pulisce le puntine.

Dopo qualche tentativo a vuoto, il sei cilindri dà i primi segni di vita e finalmente inizia a girare. La frizione e i freni non sono "incollati" e l'Alfa compie qualche giro su un piazzale privato (mancano infatti le targhe). "Dobbiamo ora decidere se restaurarla oppure no", conclude Bruno, "ma al momento penso proprio che la lasceremo nello stato di conservazione in cui si trova. Una bella pulizia, un cambio di gomme e una messa a punto generale, ma niente di più". Il signor Mayer approverebbe.

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