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A Roma libera circolazione per i veicoli storici: accolto il ricorso dell’Asi

Le vetture storiche possono tornare a circolare liberamente sulle strade di Roma. Il Tar del Lazio, infatti, con la sentenza n. 15408/2023 del 18 ottobre, immediatamente esecutiva, ha accolto il ricorso presentato dall’Asi, l’Automotoclub storico italiano, insieme ai Registri Storici Alfa Romeo, Fiat, Lancia e supportato dalla Federazione motociclista italiana e dal club romano La Tartaruga contro le limitazioni imposte dalla Regione Lazio e dalla giunta capitolina.

Ambiente e cultura. Le misure a tutela dell’ambiente devono trovare un equilibrio con la salvaguardia del patrimonio culturale del motorismo storico che ha pari dignità costituzionale. Questo in estrema sintesi il principio su cui si fonda la sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio, la quale peraltro ribadisce una necessità già rilevata dal Consiglio di Stato con la pronuncia n. 799/2021, resa all’esito di un precedente ricorso straordinario promosso da Asi.

Distinzione necessaria. Viene inoltre sottolineata l’indubbia specificità che già la legge riconosce ai mezzi storici all’interno della più ampia categoria degli autoveicoli. Non solo, si porta nuovamente all’attenzione pubblica il ruolo determinante degli enti certificatori e l’importanza del certificato di rilevanza storica. Vi sono poi due altri aspetti fondamentali da tenere in considerazione: l’esiguità del parco circolante e l’utilizzo limitato delle auto d’epoca.

La tesi dell’Asi. Non vi è evidenza scientifica, infatti, come già chiarito dal Consiglio di Stato, che le restrizioni alla circolazione dei veicoli storici abbiano un impatto concreto sulla riduzione delle componenti inquinanti e dunque non possono essere equiparate alle misure limitative della circolazione degli altri veicoli. Una posizione che sposa quanto sostenuto a più riprese dall’Asi con un’ampia documentazione di dati e analisi.

Eccellenza italiana. Soddisfazione è stata espressa da Alberto Scuro, presidente dell’Asi, secondo il quale la sentenza del Tar “rappresenta un ulteriore passo avanti verso la diffusa consapevolezza che il motorismo storico è un’eccellenza italiana che abbiamo il dovere di continuare a tutelare e promuovere per il bene del Sistema Paese”.

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