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07/11/2016 | di Redazione Ruoteclassiche
Accumulatori seriali, prezzi stracciati per la Collezione Gombert
Cento euro per una Alfa Romeo GTV, 200 per una Mini Traveller: va all’asta in Francia l’incredibile collezione di rottami di auto, moto, motori, automobilia, biciclette e pezzi di ricambio, appartenuta a uno dei più famosi accumulatori seriali d’Europa. Tutti i lotti senza prezzo di riserva. In catalogo anche pezzi di valore...
07/11/2016 | di Redazione Ruoteclassiche

Cento euro per una Alfa Romeo GTV, 200 per una Mini Traveller: va all’asta in Francia l’incredibile collezione di rottami di auto, moto, motori, automobilia, biciclette e pezzi di ricambio, appartenuta a uno dei più famosi accumulatori seriali d’Europa. Tutti i lotti senza prezzo di riserva. In catalogo anche pezzi di valore.

Ci sono dei tratti fisici e comportamentali che caratterizzano gli accumulatori seriali: la negligenza nella cura dell’aspetto che si manifesta con barbe e chiome incolte e un abbigliamento molto trascurato. Il tutto accompagnato da un carattere scontroso, frutto di una vita solitaria, e dal bisogno ossessivo e patologico di acquisire oggetti (gli psicanalisti la definiscono “Sindrome di Diogene”).

Almeno così pare se si osserva l'immagine del personaggio di cui si parla molto in questi giorni e della sua collezioni di auto, moto, biciclette, barche e automobilia storiche: Gérard Gombert, francese, scomparso lo scorso aprile.

La collezione di Gérard Gombert, che andrà all’asta il 10 novembre nei pressi di Parigi sarà bandita dal banditore Jean-Pierre Osenat. In vendita 328 lotti raccolti dagli anni 70 e accantonati alla meglio nel suo grande giardino in Provenza, dove viveva in compagnia di cinque cani e un asinello. O meglio: i lotti ‘sopravvissuti’ al saccheggio degli sciacalli che hanno approfittato del suo ricovero in un ospedale psichiatrico (dove Gombert è deceduto il 16 aprile scorso) per accaparrare numerosi pezzi della sua particolare collezione, e sopravvissuti ai furti subiti sin dagli anni ’90, quando la fama della sua ha hacienda “La Gombe” aveva varcato i confini di Francia per diffondersi in tutta Europa.

Gérard Gombert non poteva permettersi dei capannoni, come invece ha potuto fare per la sua collezione Luigi Compiano, e conservava tutto quello che aveva all’aperto, senza nessuna protezione, senza nessun tetto. Dalla morte del padre, alla fine degli anni ’90, Gombert aveva bloccato anche la minima attività di manutenzione di alcuni pezzi, lasciando che la natura facesse il suo corso. Ma anche senza cedere alle lusinghe dei numerosi acquirenti che bussavano alla sua porta (non ha venduto quasi niente del suo tesoro).

Era infatti quello spettacolo di lamiere invase da ruggine e sterpi a rendere affascinante e malinconico il suo giardino incantato. Qualcosa di simile a quanto scoperto lo scorso anno con la collezione Baillon, costituita da rarissime vetture anteguerra ridotte in pezzi di ruggine dopo 50 anni vissuti all’aria aperta; tutte poi aggiudicate a prezzi da capogiro. La collezione di Gombert non è allo stesso livello di prestigio, si tratta di auto, moto, biciclette e automobilia più comuni, ma con la formula del prezzo ‘senza riserva’ è sicuro che non resterà un lotto invenduto.

LE AUTO
Ex pilota di moto negli anni ’70 poi passato ai rally quindi, seguendo le orme del padre, alla riparazione di vetture in fibra di carbonio, Gérard Gombert ha conservato numerose vetture sportive dell’epoca, prevalentemente francesi. Tra i suoi gioielli: una Alpine A210 prototipo realizzato per la 24 Ore di Le Mans del 1967, una delle nove realizzate (si parte da 80.000 euro, ma è un prezzo troppo basso per una vettura così rara, crescerà molto); la AC Bristol del 1958 della scrittrice francese Francoise Sagan (si parte da 50.000 euro); mezza Miura ma con il motore completo di ogni sua parte (20.000 euro); numerose Alpine con prezzi che partono da poche migliaia di euro, tra cui una A 110 Competizione del 1969 e una Alpine A 108 del 1962 (a 15.000 euro l’una); una Alfa Romeo Montreal che fino al 1978 è stata di un unico proprietario prima di passare a Gombert (20.000 euro); Lotus Elan da 2000 euro; Lotus Eclat da 1.000 euro; Peugeot 304 Cabriolet da 100 euro; un lotto di tre Fiat 500 (250 euro); Alfa Romeo GTV (100 euro); Chevrolet Camaro (100 euro) e via di questo passo. Qui si può consultare il catalogo completo.

LE MOTO
Nella sterminata (e malridotta) collezione di mezzi d’epoca che Gérard Gombert ha lasciato ai posteri ci sono anche molte moto. Purtroppo tenute nelle stesse condizioni in cui il pittoresco accumulatore seriale di motori ha conservato i mezzi a quattro ruote. Le moto rappresentano il lato meno noto di Gombert, che da giovane era stato anche un discreto pilota di Endurance e non aveva mai dimenticato il suo “primo amore”. Tant’è che in una nicchia della sua camera da letto spiccava una Norton Manx che gli venne donata anni addietro dall’ex imperatore vietnamita Bao Dai.

All’asta andranno decine di mezzi abbandonati nella sua tenuta della regione del Var che però, per il valore storico e il prezzo spesso irrisorio (tutti i lotti di moto non hanno prezzo di partenza fissato, in sostanza si parte da zero) possono rivelarsi degli ottimi affari, soprattutto per chi avrà voglia di metterci mano.

FRANCESI D’EPOCA
Nella rugginosa collezione di “Gombe” spiccano molti esemplari della storia del motociclismo francese. In sostanza, si tratta di un gigantesco museo malandato che raccoglie alcuni dei più rari pezzi della storia più remota delle due ruote d’Oltralpe. Tra i lotti, spiccano una Gnome et Rhône 500 Junior databile attorno agli Anni 30, una Dresch 500 sempre dello stesso decennio, e un rarissimo (se fosse ben conservato…) motore bicilindrico a V con cui Peugeot equipaggiava le sue moto nei primi anni del ‘900. Oltre a queste, anche una Model 250 D del 1924 prodotta dalla lionese Rhony’x (nata proprio in quell’anno e chiusa 10 anni dopo) o una Terrot 350 del 1930.

PEZZI DA TUTTO IL MONDO
Nella cinquantina scarsa di lotti dedicati alle due ruote compaiono anche moto di diversa estrazione, come la Honda 750 Four da competizione con la quale Lagombe corse il Bol d’Or del 1970, una Honda CB750 elaborata in assetto da corsa, cinque motori di Honda CBR 1000 con tanto di scappamento e altre moto assortite. Tra queste, due Norton 750 Café Racer (una intera, l’altra smontata), un telaio di un raro sidecar prodotto da Triumph per uso militare tra la prima e la seconda guerra mondiale, una Indian Power Plus del 1917, una MV Agusta 125 del 1952 e una Harley-Davidson 750 WLA con motore flathead del 1942.

Gilberto Milano e Marco Gentili

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