Tra gli eventi in programma oggi ad Autoclassica anche il dibattito organizzato da Ruoteclassiche dedicato all’Alfetta GTV6, che si è svolto nell’area incontri ACI Storico. La GTV6 è un modello entrato dalla porta principale nel novero delle Alfa da collezione importante, con un trend di mercato in continuo crescendo.
Il dibattito ha avuto come protagonisti il pilota Gabriele “Odeon” Noberasco, in attività ancora oggi, che nel 1983 ha guidato l’Alfetta GTV6 semi-ufficiale affidata dall’Autodelta alla Scuderia 3 Gazzelle. “Odeon” (il soprannome deriva dalle sue spettacolari performance in gara, per gli spettatori una sorta di cinema gratuito a ogni passaggio…), due collezionisti di questo modello (il veneziano Guido Ganassin e il veronese Carlo Colombo), il preparatore di auto storiche Alessio De Angelis (Gruppo Promotor) e il consigliere del Direttivo del Registro Italiano Alfa Romeo Daniele Santarelli. Moderatore, il collaboratore di Ruoteclassiche Marco Di Pietro.
Perché quest’Alfa è già un mito. A 40 anni dall’esordio, la GTV6, ossia la versione con il V6 “Busso” della coupé Alfetta GT/GTV disegnata da Giorgetto Giugiaro), è diventata un modello molto ricercato, sia per le sue prestazioni nelle versioni stradali, sia per il passato sportivo eccezionale. La GTV6, come tutte le sorelle Alfetta coupé, ha vinto in ogni categoria in cui si è cimentata. In particolare ha conquistato 4 Titoli consecutivi nell’Europeo Turismo (dal 1982 al 1985), ma ha dominato anche i campionati nazionali in Francia, Spagna, Regno Unito e anche fuori d’Europa. La carriera sportiva nei rally (per tradizione terreno “ostico” per l’Alfa) è stata ugualmente importante (per esempio i 3 Titoli italiani con il pilota Bruno Bentivogli).
Pilota innamorato. Oggi guida in gara una BMW M3 storica, ma Noberasco è ancora innamorato dell’Alfa, e della GTV6 in particolare. Durante il dibattito ha raccontato le enormi qualità sportive di quest’auto: telaio, motore, assetto. A volte però l’Alfa Romeo non ha investito abbastanza nello sviluppo, concentrandosi sulla deludente esperienza in Formula 1.
Oggi può dare grandi soddisfazioni. Alessio De Angelis preparatore di auto storiche, ha contribuito a spiegare perché la GTV6 è un’auto perfetta per correre: può consentire a ciascun appassionato di raggiungere la massima performance possibile prima del professionismo. Garantisce prestazioni elevate e costi di preparazione accessibili per correre, con risultati di rilievo, senza investire troppi soldi. Guido Ganassin, dopo aver acquistato la sua GTV6 ex Autodelta preparata per gare in pista, le ha subito affiancato una perfetta versione stradale, così da potersela godere frequentemente. Carlo Colombo, invece, è appassionato “compulsivo”. Raccoglie Alfetta GT/GTV da oltre 30 anni. Nella sua collezione, alcuni pezzi celebri: tra le tante, l’auto con cui Bentivogli ha vinto il titolo italiano e la GTV6 di Munari al Safari del 1983. Santarelli ha illustrato quanta importanza storica ha avuto la GTV6, ricordando che è stata la seconda auto dotata del V6 Busso dopo l’Alfa 6, ma con la novità dell’impianto di iniezione. Ha spiegato anche quanta passione hanno gli sofisti del RIAR per questo modello.
Anteprima di Ruoteclassiche. Questo dibattito è stato una sorta di “antipasto” per i lettori: ai 40 anni dlla GTV6 la rivista dedicherà un’ampio servizio su uno dei prossimi numeri.