Quella che andrà all’incanto a Ferragosto in California nei giorni del concorso di Pebble Beach non è solo una Porsche straordinaria ma una vettura che assume un significato ancora più forte in quanto si lega con l’esperienza del suo stesso proprietario. Si tratta della Porsche 911 Turbo 3.0 (negli Stati Uniti nota come “Turbo Carrera”) con telaio 9306800408 (numero di motore 6860413) che sarà in vendita da Mecum, a Monterey, il prossimo 13 agosto.
Steve McQueen, “eroe romantico”, pilota per vocazione e attore per necessità, la acquistò nel 1976 dal concessionario Bob Smith Porsche di Hollywood, con un interessante corredo di accessori: tetto apribile, specchio retrovisore lato passeggero, differenziale a slittamento limitato e sedili neri. L’esemplare era verniciato in colore grigio Ardesia (codice colore 615-9-2).
“Mio padre fece qualche modifica” racconta il figlio, Chad McQueen. “Come quella di farsi installare un pulsante sulla plancia per spegnere i fari posteriori nel caso venisse inseguito in Mulholland Drive”. Fece anche installare - come ricorda l’ultimo proprietario, Mike Regalia - ruote maggiorate con canale da 8 pollici anteriore e 9 al posteriore (contro, rispettivamente, ruote da 7 e 8 pollici di serie).
Ricorda ancora Chad: “Quando Porsche presentò la RSR Turbo 2100 nel 1974 me ne innamorai anch’io e non vidi l’ora che uscisse la versione stradale. Quando mio padre la acquistò mi sentii al settimo cielo! Una volta andò fuori città per una settimana. E tutti i giorni, per almeno due volte al giorno, andavo in garage, la accendevo e la portavo in una vicina strada chiusa dove facevo qualche possente accelerata. La mia babysitter lo venne a sapere e glielo disse! Infatti, una mattina ricevetti una telefonata di mio padre: mi disse che sarebbe stato fuori città altri due giorni. Il giorno dopo, solita routine: presi la Porsche, mi lanciai in una accelerata sulla solita stradina, ma un taxi mi sbarrò la strada e ogni via d’uscita. Dentro, scorsi gli occhi più blu del mondo. Era mio padre!”
Dopo l’acquistò, Steve McQueen si godette la Turbo per qualche tempo, per poi rivenderla a Bob Smith Porsche. Da questi passò al produttore Floyd Mutrux, a Dean Paul Martin, figlio di Dean Martin, e a una numerosa serie di successivi proprietari, tutti del Sud della California. La loro unica preoccupazione è sempre stata quella di mantenerla al massimo grado di conservazione e originalità.
La 911 Turbo 3.0
Presentata al Salone di Parigi dell’autunno 1974, la 911 Turbo rappresentava un compendio della tecnologia Porsche nel campo della sovralimentazione, applicata però ai canoni di una macchina stradale. Il motore boxer 6 cilindri raffreddato ad aria, fino ad allora, non aveva mai superato i 2,7 litri di cilindrata. Il nuovo propulsore, portato a 2994 cm³ e dotato di un turbocompressore KKK senza intercooler, forniva 260 CVdi potenza massima e le consentiva di raggiungere 250 km/h e di toccare i 100 orari con partenza da fermo in soli 5,5 secondi. A causa dell’esigenza di adeguare la meccanica a simili prestazioni, la 911 Turbo divenne da subito riconoscibile: passaruota vistosamente allargati, ruote da 15” e un grande spoiler posteriore con funzione aerodinamica. Per il cambio si decise di ricorrere a un’unità a 4 rapporti, con ingranaggi adeguatamente dimensionati per gestire una coppia di ben 35 Kgm. Rimase in produzione fino al 1977, anno in cui fu sostituita dall’ancora più sconvolgente 911 Turbo 3.3 da 300 cavalli.
The Boys Republic
Il ricavato dell’asta andrà all’istituzione The Boys Republic, un istituto scolastico per ragazzi difficili. Lo stesso Steve McQueen, vittima di un’infanzia infelice e turbolenta (abbandonato dal padre e con un burrascoso rapporto con la madre) fu alunno di questa scuola nel 1946. La scuola ebbe un ruolo fondamentale nel “raddrizzare” un giovane e pericoloso ragazzo che avrebbe potuto rimanere un signor-nessuno, magari continuamente dentro e fuori prigione. Diventato famoso, Steve McQueen divenne un attivo supporter della The Boys Republic, e degli stessi studenti, per tutto il resto della sua troppo breve vita (scomparve nel 1980). Dopo di lui, la famiglia ha continuato a mantenere vivo questo impegno.
Alvise Marco Seno