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11/10/2002 | di Redazione Ruoteclassiche
AMERICANA IN INCOGNITO
Il disegno è di Virgil Exner che, per una volta, dimentica di lavorare per Detroit e crea una linea europea. La realizzazione è italiana. Nessuno potrebbe sospettare che l’autotelaio viene dagli Usa. Ma a tradirla sono le dimensioni: quasi 5,2 metri. Alla fine del 1954 un facoltoso milanese, Rodolfo Berger, decide di regalarsi una macchina […]
11/10/2002 | di Redazione Ruoteclassiche

Il disegno è di Virgil Exner che, per una volta, dimentica di lavorare per Detroit e crea una linea europea. La realizzazione è italiana. Nessuno potrebbe sospettare che l'autotelaio viene dagli Usa. Ma a tradirla sono le dimensioni: quasi 5,2 metri.

Alla fine del 1954 un facoltoso milanese, Rodolfo Berger, decide di regalarsi una macchina nuova. Ha voglia di stupire e opta per una grossa coupé, la Chrysler "ST Special" carrozzata dalla Ghia. Si tratta di una creazione unica: il telaio è della Chrysler "New Yorker" e la linea è opera di Virgil Exner, capo del centro stile di Detroit.

Le prime "Special" Ghia, nate come un'esercitazione stilistica di Exner, riscuotono grandi consensi nei più importanti Saloni dell'epoca e nei concorsi d'eleganza. Così, a partire dal 1954, ne vengono messi in produzione diversi esemplari, ben 400; la Ghia si fa spedire dagli Stati Uniti i telai completi di motore, trasmissione, ponte posteriore e cruscotto, e vi monta la carrozzeria disegnata da Exner.

Il prezzo, proibitivo, era di 5 milioni di lire. Il signor Berger ordina la sua "ST Special" in una livrea oro, con gli interni in pelle naturale. Il motore V8 è il famoso Chrysler "Hemi" di 5,4 litri da 235 CV, accoppiato a una trasmissione automatica "Powerflite" a due rapporti. Lo sterzo e i freni sono servoassistiti e le bellissime ruote a raggi cromate sono di produzione Kelsey Hayes; le gomme sono rigorosamente a fascia bianca.

Dal 1968 al '99 la fuoriserie rimane parcheggiata nel garage della villa del signor Berger sul lago Maggiore, per essere recuperata da un appassionato del varesotto. Essendo il colore oro d'origine completamente sbiadito, il nuovo proprietario, rintracciata la lista dei colori Ghia all'epoca, opta per un più vivace verde pastello.

Il V8 Chrysler si avvia immediatamente, è molto silenzioso e senza vibrazioni, eppure non è mai stato revisionato. Anche il cambio automatico non ha richiesto particolari lavori: è bastato sostituire il lubrificante e la guarnizione della coppa.

L'accelerazione è notevole, merito anche del carburatore quadricorpo. Buona la tenuta di strada, discreti i freni a tamburo, leggero lo sterzo e, ovviamente, elevati i consumi (5-6 km con un litro). Nell'abitacolo lo spazio non è certamente un problema, tanto che la vettura (una coupé!) venne omologata per sei persone.

TAGS Chrysler
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