Ma come fanno i marinai? E come fa Luca Manzoni a riportare alla luce auto classiche sepolte da decenni di polvere e di abbandono? L’ultima scoperta è tripla: una Lancia Flavia Coupé con il contorno di una Fiat 500 F ottobulloni e una moto Laverda 750 GT. “Basta che le porti via…”.
Non esistono vacanze per un cacciatore di auto. Per portarsi avanti con il lavoro, però, giusto prima di partire per l’Abruzzo (una miniera di pepite, assicura) Luca Manzoni ha ritrovato una Lancia Flavia Coupé prima serie del 1965, ma ferma dalla fine degli anni Ottanta. Accanto ad essa stava, parzialmente smontata, una moto Laverda 750 GT del ’72. Ospite della rimessa, una Fiat 500 F otto bulloni celestina. Il ritrovamento è avvenuto nel sotterraneo di una villetta sulle colline intorno a Varese e ha presentato più di una sorpresa, perlopiù piacevole. La segnalazione era giunta l’anno scorso a Manzoni dall’amico Andrea, che per caso si era trovato a chiacchierare con un’anziana signora che aveva portato in officina la sua Fiat 500L per il tagliando. Parrucchiera in pensione, era rimasta da poco vedova del marito, che aveva sempre apprezzato le belle auto. Tant’è che nel 1965 aveva acquistato una Lancia Flavia Coupé color blu Mendoza, sulla quale la signora ricorda lunghe gite domenicali sui laghi Maggiore e di Lugano. “Perché non viene a vederla?”.
Il guscio vuoto. La segnalazione è rimasta nel taccuino del ricercatore monzese per un anno e mezzo. Nel frattempo se n’erano aggiunte altre dal Varesotto, per cui al termine del contenimento da Covid il barnfinder si è deciso a intraprendere un piccolo tour per verificarle. Giunto nella rimessa sotterranea della signora, Manzoni ha visto con i propri occhi quello che già gli era stato anticipato da Andrea: la Flavia Coupé giaceva appoggiata a un muro, priva di due ruote e con gli interni misteriosamente scomparsi. Mancavano sedili, pannelli porte, montanti del cielo interno, la console, gli strumenti, il portacenere e il cassettino portaoggetti, le maniglie alzavetro e le altre minuterie… L’abitacolo era un guscio vuoto. Essendo rimasta ferma dalla fine degli anni Ottanta, il blu originale aveva lasciato il posto al grigio uniforme della coltre di polvere, rotta qui e là dalle zampate del gatto. A quanto pare, il marito della parrucchiera l’aveva smontata poco prima della scomparsa, non si sa bene per quale motivo. I pezzi? Spariti. Stesso destino per la moto Laverda 750 GT che giaceva accanto, senza targa e senza sella. “Peccato, ho pensato, perché per il resto la Flavia era sana…”. Sconsolato, Manzoni ha offerto il minimo sindacale. Dopo aver accettato la proposta, la simpatica signora ha rilanciato: “Vedo che ti piacciono le cose vecchie, guarda se trovi qualcosa che ti piace in giro e portalo via”.
Tex, caschi e poltrone jet-age. Innamorato perdutamente del vintage, il barnfinder non si è fatto pregare. Una porta e un cartone dopo l’altro, dal sotterraneo sono spuntati fuori vecchi caschi e poltrone da salone di bellezza in stile jet-age, phon d’epoca, collezioni di fumetti Tex originali. Nell’ultima stanza, su un mobile di ferro, la scoperta più bella: ben allineati c’erano tutti i pezzi mancanti della Lancia, in ottimo stato di conservazione. Su un altro mobile, la targa, una coppia di selle e le altre tessere del mosaico Laverda. La signora non sapeva che si trovassero lì, “si vede che era destino che dovessi trovarli tu, che hai amore per queste cose”. E c’era davvero tutto, dalle ruote al cric, al libretto dei tagliandi e le modanature. I pezzi originali andati perduti erano stati rimpiazzati da altri NOS per un ipotetico restauro: il marito della parrucchiera aveva pensato a tutto. Tutto, tranne a un’ultima, fatale piega degli eventi.
La 500 otto bulloni? È tua. Pensate che sia finita così? Nemmeno per sogno. La settimana successiva Manzoni è tornato sul… luogo del crimine per caricare gli arredi da salone di bellezza anni Sessanta. Per l’auto è stato tutto un altro paio di maniche: gli spazi angusti e le pendenze della rimessa semi-sotterranea hanno obbligato il carro attrezzi a una serie di manovre delicate. Finché la Lancia Flavia Coupé è tornata a rivedere il sole negato da decenni. Fra un cimelio e l’altro degli anni Sessanta, il ricercatore si era messo a guardare la 500 F otto bulloni del ’65 lasciata in un angolo. Non è in vendita, gli aveva detto subito la signora, appartiene a un inquilino. Il quale, incuriosito dal movimento, ha fatto capolino proprio in quel momento lasciandosi scappare che l’avrebbe demolita… Morale: è passata di mano anche quella per cento euro. E c’è chi dice che nel 2020 le favole non accadono più.