Stamane è stata inaugurata la mostra “Che Macchina! 1971-2021 Pio Manzù e i cinquant'anni della 127", visitabile al Mauto di Torino fino al 5 settembre. Inoltre, il 24 giugno per la festa di San Giovanni (Patrono della Città) è prevista l’apertura straordinaria con ingresso gratuito fino alle ore 21, con l’ultimo accesso alle ore 20.
Il Mauto (Museo Nazionale dell’Automobile) omaggia i 50 anni della Fiat 127 con la retrospettiva “Che macchina!”, curata dal giornalista Giosuè Boetto Cohen in collaborazione con la Fondazione Manzoni. Un’occasione speciale per celebrare questa storica vettura e l’uomo che ne concepì la forma: Pio Manzoni, in arte Manzù, figlio del noto scultore Giacomo Manzoni. La mostra sarà vistabile per tutta l’estate, fino al 5 settembre.
La mostra. Sette le vetture in mostra, le quali ripercorrono l’evoluzione tecnica e stilistica di questa rivoluzionaria utilitaria Fiat, presentata nel 1971 e acclamata “Car of the year” l’anno seguente. La Fiat 127 è stata un’automobile di concezione “moderna” (due volumi, trazione anteriore) adatta ad ogni circostanza: compatta ma spaziosa dentro, brillante ma parsimoniosa allo stesso tempo. Commercializzata per 16 anni, la 127 venne prodotta in oltre cinque milioni di esemplari, configurandosi come più grandi successi per la Fiat e in un’ottica più vasta, un modello in grado di influenzare in maniera significativa il settore automobilistico.
I visitatori della mostra potranno visionare sei diverse versioni che hanno segnato la storia della Fiat 127: due esemplari della prima serie, la Rustica, la Sport, la Top, la Panorama a cui si aggiunge la concept car City Taxi realizzata nel 1968 sulla base della Fiat 850. Ad accompagnare le vetture, ci sono i disegni originali dell’Autonova FAM del 1964, una piccola monovolume e la sua versione GT. Un altro progetto di Manzù è l’Autobianchi Coupé, di cui è presente un modello in scala.
Il genio creativo di Manzù. Racconta Benedetto Camerana, Presidente del Mauto: “La Fiat 127 è stata la mia prima auto, seguita da tre altre, una delle quali era un modello Sport.” E prosegue: “Anni prima, ancora ragazzino ero stato portato in pista a Fiorano sulle 127 seconda serie, sul volante le mani di Carlos Reutemann, Jacques Laffite, Vittorio Brambilla. Pio Manzù era molto amico di mio padre Oddone, responsabile per lunghi anni della Pubblicità e Immagine Fiat. Lo ricordo spesso a casa, io appena un bambino, ma colpito dalla sua intelligenza veloce, gli occhi vivaci dietro i grandi occhiali. Questi sono due buonissimi motivi per essere felice, da una parte, ed orgoglioso, dall’altra, di questa mostra, che unisce nel ricordo, intimo e pubblico, valori importanti dell’Italia degli anni 60 e 70”.
Designer a tutto tondo. Insieme alle auto, saranno esposti alcuni degli oggetti iconici di industrial design realizzati da Pio Manzù che raccontano la sua genialità: dalla lampada Parentesi, vincitrice premio Compasso d’Oro (1979) a Cronotime, il primo orologio a transistor; dal portaoggetti Kartell al progetto di Parchimetro o ancora progetti di comunicazione improntati alla leggibilità e visibilità ottimale della segnaletica e delle infrastrutture urbane. In mostra diversi disegni e schizzi originali, ma anche filmati dell’epoca e interviste ai grandi esponenti del design, oltre ad altri oggetti disegnati da Manzù.
Mariella Mengozzi, il Direttore del Mauto aggiunge: “Veder nascere questa mostra è fonte di significati e soddisfazioni speciali. Il Mauto ha mantenuto la sua vitalità e capacità propositiva in uno dei periodi più difficili.” E prosegue “Oggi torna a raccontare storie di uomini e di automobili, con due protagonisti: la 127, nuovissima cinquant’anni fa come oggi, che portò la Fiat in Europa e vendette oltre cinque milioni di esemplari, e Pio Manzù, progettista diverso da tutti gli altri. Desidero ringraziare in particolare Giacomo Manzoni, figlio di Pio, che ha generosamente concesso tutte le opere in mostra, e i collezionisti che hanno prestato le loro vetture per l’esposizione.”
La conferenza. La mostra celebrativa “Che macchina!” è stata preceduta sabato 12 giugno da un raduno di Fiat 127 al Mauto, a cui hanno preso parte una quarantina di vetture. Martedì 6 luglio, alle ore 10.30, nell’Auditorium del Mauto si terrà invece un convegno a cui prenderanno parte, tra gli altri, il prof. Luciano Galimberti, Presidente di ADI (Associazione per il Disegno Industriale), Roberto Giolito, Head of Heritage, Stellantis, Rodolfo Gaffino Rossi, ex Direttore del MAUTO ed ex collaboratore dell’Arch. Luigi Rapi nella realizzazione dei nuovi modelli Fiat, Aldo Sessano, designer del Centro Stile Fiat e collaboratore di Pio Manzù. Al dibattito prenderanno parte anche alcuni studenti studenti del Politecnico di Torino, dell’Accademia Albertina, dello IED (Istituto Europeo di Design) e dello IAAD (Istituto d’Arte Aplicata e Design).
Informazioni utili. “Che macchina! 1971-2021 Pio Manzù e i Cinquant’anni della 127” è aperta dal 17 giugno al 5 settembre 2021
Mauto, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, Corso Unità d’Italia, 40 - Torino
orari: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso
dal martedì alla domenica 10-19
Apertura straordinaria il 24 giugno con ingresso gratuito, fino alle ore 21 (ultimo ingresso consentito alle ore 20.00) Prenotazione consigliata e maggiori informazioni: www.museoauto.com
Biglietteria.
Biglietto intero: 12 €
Biglietto ridotto: 10 €
Scuole: 2,50 €
Ragazzi dai 6 ai 18 anni accompagnati da un adulto: 5 €
Gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte.
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