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Citroën 2CV, con le speciali c’è più gusto

La prima serie speciale della 2CV nacque negli anni Settanta per dare una scossa alle vendite. Il risultato fu un successo enorme che proseguì fino alla fine del decennio successivo.

A metà degli anni Settanta la 2CV, nata nel 1948, si avvicinava ai suoi primi trent’anni di carriera. Un periodo lunghissimo per un’automobile, al punto che Citroën cominciava a pensare di pensionarla o quantomeno aggiornarla.

Il tocco dell’artista. Ci voleva un’idea vincente che potesse ridare vitalità a un’utilitaria che subiva sempre più l’attacco della concorrenza, Renault 4 in primis. Fu così che la marca del Double Chevron accettò la proposta di un artista-designer, Serge Gevin, che ideò la prima serie speciale nella storia della marca francese, la Spot. Prodotta in 1800 esemplari nel 1976, questa originale 2CV si distingueva per la sua livrea di rottura: verniciatura arancione e bianca, capote arancione, grandi scritte Spot sulle fiancate, interni coordinati. La meccanica era quella della 2CV4, quindi due cilindri, 435 cm³ e 24 CV, non un granché certo, ma sufficiente a spingerla a 102 km/h.

Esperimento riuscito. Il gradimento della Spot e l’effetto di rilancio sulle vendite anche della 2CV “normale” fecero ritenere ai vertici di Citroën che l’idea fosse buona e soprattutto che fosse ripetibile. All’inizio del 1980 Serge Gevin venne così convocato in azienda perché nel giro di pochissimo tempo riuscisse a fare il bis della Spot. Serge fu bravissimo, coniugò gli anni Venti con la modernità e diede vita alla Charleston, il modello che permise alla 2CV di restare sulla breccia fino al 1990, quando terminò definitivamente la sua produzione.

La prima è inimitabile. Prevista come serie limitata di ottomila esemplari, la Charleston fu un tale successo che entrò a far parte del listino come modello di serie a partire dall’anno-modello 1982. La Charleston aveva motore di 602 cm³ da 29 CV e si presentava con una livrea davvero riuscita: cofani, ruote e parte delle fiancate in Rouge Delage (nome che voleva fare omaggio alla marca francese di vetture di lusso degli anni Trenta), parafanghi neri e sedili inizialmente pied-de-poule bianchi e neri, successivamente di panno grigio. La Charleston venne quindi proposta anche grigia e nera e gialla e nera, ma la vera icona resta e resterà sempre la prima.

Un’overdose di colori e fantasia. L’affaire delle serie speciali era ormai entrato nella mentalità di Citroën e così, dagli anni Ottanta e per un decennio, queste versioni particolari si susseguirono una dopo l’altra. 1981: 007 gialla come quella del film “Solo per i tuoi occhi” con Roger Moore (500 esemplari); 1982: Marcatelo (300 esemplari per i Mondiali di calcio in Spagna); 1983: France 3 (in occasione della Coppa America di vela, 2000 pezzi); 1985 Dolly: nuovamente disegnata da Serge Gevin, fu un altro successo commerciale e si riconosce per la carrozzeria bicolore con varie tinte abbinate (oltre 5000 esemplari); 1986: Cocorico bianca, rossa e blu come la bandiera francese per i Mondiali di Calcio, ma poiché la Francia non vinse la partita contro la Germania venne tolto l’adesivo con il pallone da calcio e ne vennero assemblate mille; 1987: Bamboo per il mercato inglese e Sauss Ente per il mercato tedesco; 1988: Perrier, con il logo della celebre acqua minerale e un minifrigo all’interno (altri mille pezzi).

Chicche per veri intenditori. Tra le curiosità delle serie speciali della 2CV ricordiamo alcune versioni molto particolari, quella disegnata come una scarpa da basket dagli allievi di una scuola d’arte nel 1975, la Hermès della famosa Casa di moda presentata nel 2008 e quella in legno realizzata nel 2017 da un artigiano francese. Interessanti infine due recenti “Speciali” di Gevin, la Soleil gialla e bianca sponsorizzata dalla filiale italiana di Citroën nel 2015 in esemplare unico, e la Scala del 2016 in onore di Giuseppe Verdi su iniziativa del Club Italiano Bicilindriche di Lodi nei colori bianco e rosso.

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