Continua la nostra carellata sui grandi progettisti italiani, le cui interviste sono comparse gli scorsi mesi sia su Ruoteclassiche sia, in forma video, sul nostro sito e sulla nostra pagina Facebook.
Quarto della serie. Dopo Nicola Materazzi (febbraio 2018), Sergio Limone (aprile) e Mauro Forghieri (giugno), riflettori puntati a settembre su Enzo Osella, costruttore, preparatore, progettista, nonché ex pilota e collaudatore, che abbiamo incontrato a Verolengo, in provincia di Torino, terza sede della sua azienda dopo quella storica di Volpiano e quella di Atella in Basilicata.
Dai camion di papà alla F.1. Cinquantacinque anni di passione per le auto da competizione, cresciuta in famiglia, sin da bambino (è nato vicino a Torino nel 1939), quando a destare il suo primo interesse per i motori erano soprattutto i camion della ditta di papà. Poi, ancora studente, il suo avvicinamento alle corse, con il suo primo "bolide": la Fiat 600 della sorella. "Ogni tanto" spiega, "me la prestava per una gita e io, senza dire niente a nessuno, un po' per volta ne approfittavo per prepararla".
La prima gara? "Fu di sabato, vicino a Biella. Alla prima curva finii contro un paracarro e ruppi il cambio. L'amico Gianni Varese, che mi attaccò la passione per le corse, mi rimorchiò fino a Torino. Ricambi non ne avevo, ma nell'autorimessa c'era il pulmino 600 di un cliente e decisi di prendere le parti che mi servivano in prestito da lì...". Questo, e molto altro, nei ricordi di un grande, approdato alla corte di Carlo Abarth che gli affidò la preparazione delle vetture dello Scorpione. E poi la F. 2, il Grande Circus e i prototipi...