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Ferrari 360 Spider: la convertibile del Terzo Millennio

Nel maggio del 2000, Gianni Agnelli, con l’aiuto della Pininfarina si inventò un regalo molto speciale per le seconde nozze dell’allora presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo: una variante “Barchetta” della 360 Modena… 

Leggenda vuole che poco prima del matrimonio, Agnelli avesse inviato un prezioso vassoio d’argento a Luca Cordero di Montezemolo e che questi telefonò a Gianni Agnelli per ringraziarlo. Allora “l’Avvocato”, con la sua ironia, rispose che quello era il regalo per la sposa, il suo poteva ritirarlo presso la concessionaria Fiat di Bologna… La base utilizzata per la Ferrari 360 Barchetta era una “normale” 360 Modena, telaio numero “120020”, che al costo di (si dice) 200 milioni delle vecchie Lire venne trasformata in una speciale fuoriserie, omaggio alle “Barchette” d’antan tanto care all’Avvocato.

Autentica fuoriserie. La parte superiore della carrozzeria viene totalmente ridisegnata: il sottile parabrezza, di ispirazione nautica, avvolge l’abitacolo. Un’autentica barchetta si guida a cielo aperto e perciò della capote, qui, non v’è alcuna traccia. Gli interni sono rivestiti in lino pregiato, firmato Hermès. Il progetto e la trasformazione sono invece opera delle maestranze Pininfarina. Realizzata a Cambiano, la speciale Ferrari 360 Barchetta è targata TO, giusto per chiarire quale fosse la provenienza… La vettura è stata esposta per anni al Museo Ferrari, fino a che Montezemolo non ha deciso di riportarsela a casa sua, a Bologna. L’auto è stata oggetto di “avances” da parte di un facoltoso collezionista americano, ma l’offerta è stata declinata: rappresenta un regalo, ma soprattutto un ricordo troppo importante. Sebbene la 360 Barchetta fosse una vettura aperta, venne realizzata sulla base di 360 Modena berlinetta: la Ferrari 360 Spider presentata al salone di Ginevra del 2000 non sarebbe entrata in produzione nell’immediato, compromettendo quindi la “sorpresa” per il presidente Montezemolo.

Ricercata. La Ferrari 360 Spider, viene presentata nel 2000 al Salone di Ginevra, un anno dopo la coupè. La nuova 360 Spider inaugura il Terzo Millennio diventando il ventesimo modello con carrozzeria “decapottabile” tra le stradali del cavallino rampante. Variante “a cielo aperto” della 360 Modena, continua la tradizione delle Ferrari 8 cilindri a motore centrale, iniziata con la “Dino”. La nuova generazione di berlinette e spider abbandona progressivamente le linee nette e spigolose, sposando superfici più morbide e arrotondate che raggiungono pieno compimento nel 1999, con la 360 Modena che raccoglie il testimone dalla Ferrari F355. Un modello quest’ultimo che rappresentava un balzo importante per lo sviluppo tecnico e qualitativo dei i modelli del Cavallino. La linea della coupè, disegnata da Goran Popovic è qui impreziosita da due protuberanze: i roll bar a protezione dell’abitacolo; uno stilema he reinterpreta in chiave moderna i poggiatesta delle gloriose vetture sport del passato. Al di sotto di questi, si ripiega la capote in tela, azionabile elettricamente. A vettura aperta, la 360 Spider mette in luce tutto il suo fascino, evidenziato nelle tinte chiare, che ne esaltano la purezza stilistica.

Da primato. La Ferrari 360 Modena portava in dote un nuovo telaio “space frame”, realizzato con una speciale lega di alluminio, questa garantiva maggiore rigidità torsionale e un peso inferiore rispetto a quello della precedente Ferrari F355. Per conservare le massime performance in termini di rigidezza del telaio, sulla 360 Spider la perdita del tetto rigido viene compensata dai brancardi laterali e dalla parte anteriore del vano abitacolo rinforzati. La parte posteriore viene ulteriormente irrobustita, anche al fine di migliorare l’isolamento acustico, mentre la struttura del parabrezza è completamente riprogettata: insieme ai due roll-bar in tubi d’acciaio, l’intelaiatura della capote e la robustissima cellula abitativa assicura una notevolissima resistenza della zona abitacolo in caso di ribaltamento. La Ferrari 360 Spider rappresentava il nuovo benchmark di riferimento per lo sviluppo telaistico delle vetture aperte, garantendo valori rigidezza torsionali e di handling all’altezza del blasone Ferrari. Il tutto a fronte di un aggravio di peso contenuto, soli 60 kg.

Tutto nuovo. Sulla Ferrari 360 Spider troviamo dei moderni gruppi ottici con calotta trasparente in luogo dei fari a scomparsa, distintivi dei modelli prodotti tra gli anni ’70 e ‘90. Le line sinuose si distaccano dallo stile geometrico delle precedenti 308, 348 ed F355, pur essendo chiara la sua appartenza alla “dinastia” delle berlinette Ferrari. La 360 richiama in certi passaggi la “Dino 246”, mentre la fanaleria posteriore, composta da 4 elementi circolari, è l’unico stilema che rimanda direttamente ai precedenti modelli Ferrari con motore V8. Sul retro, il grande cofano trasparente fa da “vetrina” al prezioso propulsore: un nuovo V8 cilindri di 3.586 cc che eroga 400 CV a 8.500 giri minuto. Il motore può essere abbinato a un cambio manuale a 6 rapporti montato longitudinalmente o a un modernissimo cambio robotizzato “F1” con palette al volante, derivato come suggerisce il nome, dalle competizioni.

Affilata. Tutta la meccanica della Ferrari 360 Spider è ripresa dalla berlinetta “360 Modena”. Il motore è montato in posizione centrale posteriore con differenziale in blocco, e anche Lo schema delle sospensioni della Ferrari 360 Spider replica quello della coupé, con triangoli sovrapposti anteriori e i medesimi parametri cinematici, con gli ammortizzatori in lega leggera collegati al telaio e dotati di regolazione a controllo elettronico. Su strada e su pista, la 360 Spider eguaglia le performance della berlinetta: la 360 Spider supera, i 290 km/h sia a capote aperta che chiusa! Alla guida spicca la straordinaria precisione nell’inserimento in curva, dove rimane piatta, con rollio e beccheggio ridotti al minimo. Per lo scarico viene adottato un sistema di scarico a quadruplo flusso con un grande estrattore posteriore.

Linea pulita. Senza ricorrere a spoiler e alettoni che avrebbero “sporcato” le linee slanciate della Ferrari 360 Spider, un sapiente utilizzo dei carichi aerodinamici, studiati accuratamente in galleria del vento, consentiva di guadagnare una spinta verticale sulla vettura, che alla velocità massima superava i 170 Kg (soltanto 10 in meno della 360 Modena, con carrozzeria chiusa). Il raggiungimento di questi valori è stato possibile sfruttando le doppie aperture dei radiatori: queste consentivano il passaggio del flusso aerodinamico al di sotto della vettura, raggiungendo l’ estrattore d’aria posto sotto la coda e derivato anche questo dall’esperienza in F1. Questi interventi si traducevano in un Cx di 0,36 (coefficiente di penetrazione aerodinamica) vicinissimo a quello della “berlinetta” accreditata di un valore pari a 0,33.

La prova di Quattroruote. La Ferrari 360 Spider viene provata da Quattroruote nel settembre 2000. “L’auto sintetizza tutta l’esperienza maturata dalla Ferrari in anni di competizioni ad altissimo livello”. Il propulsore è quanto di più raffinato disponibile su una gran turismo, è 3.5 V8 con ben  5 valvole per cilindro. Un motore entusiasmante: pronto ai bassi regimi, dà il meglio di sè dai 6 mila agli 8700 giri, quando interviene il limitatore, la progressione è eccezionale e viene amplificata dal tipico urlo delle Ferrari, un rombo che a questi regimi cambia tonalità imitando le sonorità di un’auto da corsa. L’abbinamento con il cambio robotizzato è riuscitissimo, fulmineo, l’F1 effettua anche la doppietta in scalata. La ripartizione dei pesi 42-58% tra anteriore e posteriore e lo sterzo rapidissimo, consentono di impostare le traiettorie con la massima precisione. La 360 Spider ha reazioni sincere che consentono di riprenderla con una (relativa) facilità quando si va oltre il limite. La sua dote migliore è proprio questa, il perfetto equilibrio tra prestazioni e qualità stradali. 

Instant classic. La 360 Modena è stata la bestseller di casa Ferrari, la prima a superare il traguardo dei 5 mila esemplari prodotti in un anno con 8761 esemplari. Segue la Ferrari 360 Spider con 7483 vetture prodotte, di cui almeno la metà destinate al mercato americano. Le berlinette e le spider di questa serie segnavano un importante upgrade per Ferrari sia a livello di progettuale, che nella produzione, realizzata ora con tecnologie d’avanguardia. Questo modello, segna anche l’affermazione del cambio sequenziale F1, già sperimentato sulla F355 del 1994, con le 360 Modena e Spider inizia ad essere una plausibile alternativa alla classica leva. La linea e “l’essere Ferrari” facevano il resto: la “vetrina” posteriore  con il motore ben in vista, è una soluzione che ha fatto scuola che è stata ripresa da altri modelli. Comprare una Ferrari è sempre il coronamento di un sogno, ma a distanza di 20 anni, questo sogno è diventato più accessibile… la Ferrari 360 Spider può essere un buon investimento per chi può spendere per mettersi in garage un’auto esaltante alla guida, ma anche estremamente docile e usabile in città. Perfetta per chi desidera una decappottabile con tutto il fascino del Cavallino, impreziosito dall’eleganza di uno stile firmato Pininfarina. E non è poco. 

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