Fiat Abarth 850 TC: sessant’anni di Turismo Competizione - Ruoteclassiche
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10/06/2021 | di Giancarlo Gnepo Kla
Fiat Abarth 850 TC: sessant’anni di Turismo Competizione
Nel 1961 debuttava la Fiat-Abarth 850 TC, una piccola sportiva perfetta per l’uso quotidiano ma anche una formidabile arma da pista. La sua doppia anima rivive oggi nella gamma Abarth 595, che riprende le denominazioni storiche Turismo e Competizione.
10/06/2021 | di Giancarlo Gnepo Kla

Nel 1961 Abarth era una realtà consolidata, sia nell'ambito della fornitura di componenti per la personalizzazione ed il potenziamento meccanico e sia nel motorsport, dove le piccole utilitarie su base Fiat e le auto da record si accaparravano una vittoria dopo l’altra. In quello stesso anno debuttava la Fiat Abarth 850 TC: un’auto derivata dalla mansueta Fiat 600, pronta ad affrontare le commissioni come le corse del fine settimana.

Il concetto del “Turismo Competizione” si riallaccia alla lunga tradizione Abarth, che sin dagli albori si è distinta per il mix tra fruibilità e performance su vetture sviluppate a partire dalle piccole Fiat degli anni 50 e 60. La sigla TC sintetizzava la capacità di Abarth di unire praticità e prestazioni adrenaliniche, garantendo un’esperienza di guida ben diversa da quella delle tranquille utilitarie del dopoguerra. Il rombo del motore amplificato dalle marmitte Abarth scarico, le ampie possibilità di personalizzazione e potenziamento erano gli elementi alla base del successo dell’Abarth: in strada come in pista.

Progetto vincente. La Fiat-Abarth 850 TC del 1961 si configurava come una piccola sportiva, perfetta per l’uso quotidiano quanto nelle gare su circuito. La sua doppia anima rivive oggi nella gamma Abarth 595 che riprende le denominazioni storiche Turismo e Competizione. Le 595 Turismo e 595 Competizione evocano quindi stile e performance, esattamente come 60 anni fa, quando Carlo Abarth trasformò una vettura da famiglia come la Fiat 600 in una belva da corsa che, con le sue numerose vittorie, consacrò definitivamente il nome dell’officina torinese nell’Olimpo del motorismo.

Il contesto. Con il boom economico, le strade italiane furono letteralmente invase dalle Fiat 500 e 600: iniziava il processo di motorizzazione di massa. Carlo Abarth intuì il grande potenziale tecnico e commerciale di questi modelli e riuscì a ricavarne delle maneggevoli auto da competizione capaci di sopraffare concorrenti ben più potenti e blasonate: iniziava così il mito dello Scorpione.
Dal punto di vista industriale, la 850 TC era il frutto dell'accordo diretto tra Abarth e Fiat che prevedeva la fornitura di alcune Fiat 600 D da allestire presso le officine Abarth di corso Marche a Torino. Abarth passava così da preparatore esterno a partner ufficiale.

Che grinta! La Fiat-Abarth 850 TC si configurò come una delle più fortunate trasformazioni nella carriera di Carlo Abarth. Presentata nel febbraio 1961, la 850 TC riprendeva lo schema meccanico della Fiat 600 D: ritroviamo quindi il quattro cilindri in da 767 cm3, a cui vennero maggiorati l’alesaggio (62,5 mm) e la corsa (69 mm), la cilindrata crebbe così fino a 847 cm3. L’adozione di nuovi pistoni favorì il rapporto di compressione, che raggiungeva un valore di 9,2:1. Anche l’albero a camme più performante, il carburatore Solex da 32, così come un nuovo filtro dell’aria, un albero motore diverso e uno scarico pensato per l’impiego sportivo, consentirono di raggiungere i 52 cavalli a 5800 giri/minuto. Tutto ciò consentiva alla 850 TC di toccare i 140 km/h di velocità massima, non pochi per un’utilitaria del tempo. Perciò, si rese necessaria l’adozione di un nuovo impianto frenante, con i dischi al posto dei tamburi sulle ruote anteriori. A fronte di tanta sportività, all’interno, l’Abarth 850 TC si caratterizzava per l'elegante strumentazione firmata Jaeger per e il volante sportivo, a tre razze in alluminio.

Fame d’aria. Uno dei punti deboli della Fiat 600 D era la collocazione, nel vano posteriore, del radiatore accanto al motore. La ventola fissa faceva il possibile, ma nell’uso intenso non era difficile che il motore si surriscaldasse. Abarth cominciò a pensare una soluzione modificando in primo luogo il circuito di lubrificazione installando un radiatore dell’olio. Questo venne posizionato sotto l’abitacolo e poi spostato alla base del paraurti anteriore, dove era esposto ad un flusso d’aria maggiore e venne adottato in primis sull'Abarth 1000 del 1963 con "Radiatore Montecarlo". L'idea si è poi evoluta fino a caratterizzare il frontale dell’Abarth 1000, in cui il paraurti anteriore è sostituito da una prominente struttura che integrava entrambi i radiatori: acqua e olio. Per raffreddare il motore, che di anno in anno diviene sempre più potente, il cofano posteriore è tenuto sollevato da staffe. Intanto, gli studi aerodinamici avanzano e poco dopo, l’alzacofano viene sostituito dalla sua evoluzione, un vero spoiler posteriore integrato che oltre a garantire una maggior stabilità diventa uno stilema tipico del marchio Abarth.

I successi sportivi. Carlo Abarth creò l’arma perfetta per le competizioni: l’Abarth 850 TC. I successi in pista non tardarono ad arrivare, le piccole Abarth trionfarono nelle massacranti gare di durata e le vittorie della 850 TC vennero presto bissati dalle sue evoluzioni, come le 1000 TC e la Radiale. Una delle imprese più celebri è quella alla 500 chilometri del 1961, svoltasi sulla Nordschleife del Nürburgring in Germania. Per celebrarne questo traguardo venne realizzata una serie speciale denominata “Fiat Abarth 850 TC Nürburgring”, seguita poco dopo da una nuova versione da gara, la 850 TC Corsa/65 che, ovviamente, era ancora più prestazionale della versione precedente.

L’eredità. La sigla "TC" caratterizzò anche altri modelli della produzione Fiat Abarth. Nel caso delle Fiat Ritmo Abarth, queste due lettere assunsero un significato tecnico: indicava la distribuzione a doppio albero a camme in testa del motore (Twin Cam). A seconda del periodo e della motorizzazione, le Fiat Ritmo Abarth vennero indicate con le sigle 105, 125 e 130 TC.
Oggi le eredi spirituali della 850 TC sono due: l’Abarth 595 Turismo e l’Abarth 595 Competizione. Entrambe sono disponibili in versione berlina e cabriolet ma sono pensate per target diversi.

Le nuove Abarth 595. L’allestimento “Turismo” dell’Abarth 595 è un omaggio allo stile e al comfort tipico delle granturismo. Questa linea è dedicata a chi ama i dettagli distintivi e l’eleganza senza rinunciare alla grinta e alla sportività tipiche del marchio. La dotazione di serie include la rinnovata radio 7” touchscreen, i fari poliellittici e luci diurne a LED, l’impianto frenante specifico Abarth e un pulsante che consente di selezionare la modalità di guida “Scorpion”, quest’ultima interviene sulla taratura del servosterzo, sulla turbina e sulla risposta del motore al pedale dell'acceleratore.

Top di gamma. L’Abarth 595 Competizione si rivolge ai puristi, coloro che amano le prestazioni e la sportività senza compromessi. Questo modello strizza l’occhio a chi desidera un’esperienza di guida coinvolgente e divertente, in strada come in pista. La 595 Competizione rende omaggio alla storia sportiva Abarth con alcune “citazioni” di modelli che hanno segnato la storia del motorismo. La verniciatura opaca Blu Rally richiama infatti la livrea Olio Fiat della Fiat 131 Abarth Rally mentre i nuovi cerchi in lega da 17” s’ispirano quelli della Lancia Delta Rally Integrale. Sotto il cofano di entrambe scalpita il potente 1.4 T-jet Euro 6D Final, con due livelli di potenza: 165 CV per la Turismo e 180 CV per la Competizione, lo stesso propulsore da cui sono derivati i motori delle vetture Formula 4 dei Campionati italiano e tedesco.

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