I 40 anni della Panda arrivano in un momento storico controverso, con l’Italia (e il resto mondo) in preda all’allarmismo per una nuova pandemia, il Coronavirus. Anche la Panda diventa virale, o meglio… continua ad esserlo: acclamata e idolatrata da una crescente schiera di appassionati, tanto in Italia quanto all’estero. Persino in Giappone gli estimatori del modello sono in pieno delirio da Panda-mania!
Sospetto che la parola chiave per capire il successo della Fiat Panda, sia “semplicità”. Nel mondo della progettazione, la parte più difficile è l’individuazione di un concetto forte e immediato che vada a caratterizzare il prodotto finale. Aggiungere elementi è facile, il difficile sta invece nel semplificare, togliere tutto ciò che non è essenziale: il problema è proprio questo, ciascuno di noi ha la propria scala per individuare ciò che è superfluo. Fateci caso, gli oggetti iconici, quelli che hanno fatto la storia dell’industrial design e della nostra vita quotidiana, sono gli oggetti semplici. Poche linee, pochi elementi ben pensati, per durare nel tempo. Analizziamo la Fiat Panda come oggetto di industrial design, (qual è, tanto da aver vinto il titolo “Compasso d’oro” nel 1981) un prodotto facile da utilizzare; economico sia per chi lo produce, che per l’acquirente, replicabile in milioni di esemplari. Viaggiare su una Panda significa concentrarsi sull’essenziale, soddisfare un bisogno: guidare con un tetto sulla testa. Nulla di più.
Funzionale. La ragion d’essere della Fiat Panda è trasportare persone, specialmente in città. Per questo è squadrata e ha i montanti sottili, sulle nostre strade, strette e affollate vederci bene è fondamentale, specie poi quando bisogna infilarsi nei parcheggi più angusti. Qui entrano in gioco i fascioni paracolpi in plastica grezza. La Fiat Panda è un’auto da usare, che non ci va tanto per il sottile e non teme le inevitabili botte da vita cittadina. Trasportare gente dicevamo, una necessità che non è esclusivamente urbana: le prime Panda avevano le sospensioni posteriori a balestra, la soluzione più semplice e robusta per affrontare i terreni accidentati. Buche, strade non asfaltate, no problem. Caricare casse in campagna, ispezionare vigneti e colture? Giù lo schienale posteriore e via! Ordinaria amministrazione per la Panda.
In montagna come al mare. E per i più avventurosi? Per chi vive in montagna? C’è una Panda anche per loro, ovvio! E’ la Panda 4×4 realizzata con la trasmissione Steyr Puch, un must per inerpicarsi tra i sentieri più impervi e poco importa che sia la Sila o St. Moritz. Non mancano poi le piccole fuoriserie, reinterpretazione delle spiaggine anni ’60: via il tetto, via le porte… si guida a cielo aperto! “L’Avvocato” Gianni Agnelli guidava una speciale Panda Rock con carrozzeria Moretti prima di salpare a bordo della sua barca. Anche la Stola Destriero, nel suo bel verde acquamarina è stata concepita per le promenades nelle località più esclusive. Per fare bella figura basta poco, no? Per noialtri, invece, la guida – en plein air- era prerogativa dei modelli con tetto apribile.
Sempre in movimento. Un po’ di comodità non guasta e nel 1986 arrivano nuove sospensioni, completamente riprogettate, mentre per i motori inizia l’era “FIRE”. La Fiat Panda, a 10 anni dal suo fortunato debutto, non resiste all’incontenibile entusiasmo per gli imminenti mondiali di calcio in Italia. Si veste anche lei con i colori nazionali, e mentre in ogni piazza riecheggiano le note di “Notti magiche”, arriva la Panda Italia ’90, in tenuta da calcetto: tutta bianca, con i copriruota nei colori del pallone e le strisce della bandiera tricolore dipinte sulla fiancata. Sempre pronta a nuove sfide, accetta anche quella del motore elettrico, è ancora presto, ma lei è già pronta, è la Panda Elettra. Il successo è inarrestabile: poca spesa, tanta resa. Un processo che sembra automatico, un po’ come la Panda Selecta, sparisce la frizione, arriva il cambio a variazione continua…
Più Panda per tutti. Ma tutte queste caratteristiche le avevano anche altri modelli, dirà qualcuno. Vero. Il punto è che la Panda a differenza delle altre, era un’auto trasversale: piaceva e piace tutt’ora a un pubblico vastissimo, che continua a utilizzarla. E’ tra i pochi modelli che “unisce” ceti molto diversi, annullando le (inutili) barriere tra le classi sociali. Milioni di persone, operai, casalinghe, studenti, tecnici di ogni tipo, tutti con la stessa esigenza: muoversi. E seguendo le orme dell’Avvocato, oggi Garage Italia Custom propone le 4×4 “Icon-E” personalizzabili con finiture di gran pregio. Il concetto è sempre lo stesso, c’è una Panda per ogni occasione. La potenza e il telaio non possono fare miracoli, ma “chi va piano, va sano e va lontano” diceva qualcuno. E forse, a ben vedere, non aveva tutti i torti visto che la Fiat Panda, prodotta per ben 23 anni in 4,4 milioni di esemplari, di strada ne ha fatta parecchia… Buon compleanno Panda!