La Peugeot 106 compie 30 anni - Ruoteclassiche
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20/06/2021 | di Andrea Zaliani
La Peugeot 106 compie 30 anni
Dimensioni compatte, look sbarazzino e carattere da “grande” sono le peculiarità della 106. Un’interessante trentenne, tutt’ora circondata da un notevole gruppo di ammiratori
20/06/2021 | di Andrea Zaliani

Dimensioni compatte, look sbarazzino e carattere da “grande” sono le peculiarità della 106. Un’interessante trentenne, tutt’ora circondata da un notevole gruppo di ammiratori

Progettata per essere polivalente, agile e adatta a differenti circostanze. Con un look semplice ma curato, pensato per piacere a una vasta e articolata platea. Il tutto coniugato a un’impostazione meccanica convenzionale: motore trasversale e trazione anteriore. Le caratteristiche appena descritte rappresentano gli elementi che, secondo la dirigenza del marchio francese, dovrebbero garantito fin da subito il successo commerciale della 106. Il debutto in società nel 1991 sancisce un’evoluzione nell’era costruttiva della Peugeot: è la prima vettura della generazione 06. La sua presenza nei listini rafforza le offerte nel segmento delle piccole city-car, che all’epoca rappresentavano poco più di un terzo delle immatricolazioni europee, e che tutt’oggi rappresentano quasi il 45% delle immatricolazioni in Italia.

Gamma articolata. Inizialmente prodotta nella sola versione a tre porte, l’anno seguente viene affiancata dalla variante a cinque porte. Per quel che riguarda l’impostazione meccanica, la Casa transalpina punta prevalentemente sui motori a benzina della serie “TU” già montati sulle piccole berline del Gruppo. Hanno fatto la loro comparsa sui modelli Peugeot nel 1987, in occasione degli aggiornamenti riservati alla 205 e del lancio della più grande 405. Come trasmissione, invece, la scelta ricade sui cambi (a quattro e cinque marce) della famiglia MA. L’impianto frenante è di tipo tradizionale, con dischi davanti e tamburi dietro. L’avantreno classico, con montante MacPherson, il retrotreno degno di nota: bracci longitudinali uniti da una traversa tubolare, ai cui vertici ci sono gli ammortizzatori, sistemati obliquamente per ridurne l’altezza. La costruzione avviene a Mulhouse, ma gli stabilimenti di Sochaux et Aulnay-sous-bois daranno un contributo fondamentale per soddisfare al meglio tutte le richieste pervenute.

Varianti racing. Accanto ai modelli convenzionali di serie si susseguono anche delle declinazioni sportive, capaci di vender cara la pelle. Di quest’ultimo gruppo fanno parte la 106 Rallye con il 1.3 da 98 cv del 1993, la 106 XSI con un 1.4 iniezione da 98 cv (ridotti a 94 con l’avvento del catalizzatore) nel ‘92 e con un 1.6 da 103 cv nel ‘95. Al vertice ci fu la 106 GTI, equipaggiata con un vivace 1.6 16 valvole da 118 cv. Questo propulsore andrà ad occupare anche il cofano della 106 Rallye 16v, con una dotazione più spartana e votata alla massima leggerezza. Un mezzo dalla pregevole carriera sportiva in tanti rally internazionali, compresa l’Italia una delle nazioni più ricettive a livello europeo. Ancora: nel 1997 è il momento della 106 Maxi, una vettura ispirata alla 306 Maxi, che tanto aveva fatto sognare in quegli anni.

Edizioni speciali e non solo... Nel proprio curriculum la 106 vanta pure un nutrito elenco di serie speciali, una ventina per l’esattezza. Le più emblematiche sono le carismatiche “Roland Garros” e “Zénith” ideate nel 1993, la famosa 106 Kid (1994) con i suoi sedili in jeans e la 106 Cartoon (1996). Non meno interessanti, per la loro personalizzazione, l’elegante “Inès de la Fressange” (1997) e l’Enfant Terrible (2000). Al contempo, il brand presentò anche un modello elettrico, in un momento dove tale propulsione veniva considerata come una scelta futuristica. Un’auto venduta in circa 3.550 unità, capace di rimanere sul podio delle vendite “green” per diversi anni. Complessivamente la 106 verrà invece venduta in (quasi) 2.800.000 unità, fino alla definitiva uscita di scena avvenuta nel 2003.

Una mostra dedicata. Per riscoprire la 106 il Museo de l’Aventure Peugeot, a Sochaux, le dedica una mostra che rimarrà visitabile sino a fine anno. La celebrazione è affidata all’esposizione di otto modelli: una 106 Rallye (esemplare italiano donato dal 106 Rallye Club Italia in ricordo dell’amico Alberto Schiavon, scomparso prematuramente), una 106 XSI del 1992, una 106 Signature del 1995, 106 S16 (così si chiamava la GTI oltreconfine) del 1997, 106 Enfant Terrible del 2002, 106 Electric del 1996, 106 Maxi de 1997 e un prototipo di 106 Cabriolet del 1992. L’organizzazione del museo sta inoltre preparando un raduno dedicato, che si svolgerà l’11 settembre.

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