Abituato a setacciare la Penisola per i barnfind, stavolta Luca Manzoni ha dovuto solo spingersi in una cascina accanto alla tangenziale di Milano per ritrovare una Lancia Beta Spider, in ottime condizioni e a un prezzo vantaggioso. Incredibile, nel 2020!
Ore di autostrada, curve su curve di montagna, fiumi e laghi da attraversare, ricerche porta a porta. E una volta terminata la ricerca, spesso resta l’ostacolo più duro da superare: l’ostinazione del proprietario. Così a Luca Manzoni è sembrato incredibile, nel 2020, aver effettuato un barnfind di qualità a pochi chilometri dal centro di Milano, in una cascina a ridosso della tangenziale. Concluso con una trattativa rapida, amichevole e conveniente. Eppure gli è capitato davvero pochi giorni fa, con una sportiva italiana di una certa classe: una Lancia Beta Spider, anni Settanta come Nicola Di Bari e i completi Facis mezzoforte. È più Targa che Spider, considerando il roll bar centrale e il tettuccio rigido asportabile con la capote posteriore ripiegabile. Una scelta praticata ai tempi, oltre che dalla Porsche, anche dalla BMW Serie 3 Topcbariolet allestita dalla tedesca Baur. Qualcuno la chiama “Beta Zagato”, perché la Spider era assemblata nella carrozzeria di Terrazzano di Rho. Guarda caso, a pochi chilometri dal barnfind. Le scocche grezze erano inviate alla Zagato per l’allestimento Spider, quindi le Beta erano ricaricate sulle bisarche per tornare allo stabilimento di Chivasso dove avveniva il matrimonio con la meccanica. Cose da Lancia, anzi da Fiat di una volta…
La ragazza di campagna. Come spesso accade nella sua peculiare occupazione, l’ennesimo barnfind di Manzoni è avvenuto un po’ per caso e un po’ no. Nell’accompagnare un amico a comprare un’Alfa 75 Twin Spark, lo scorso febbraio era passato davanti a una cascina dalle parti di Trezzano sul Naviglio. Il suo sguardo si “impigliava” su quella che sembra la forma di un’auto classica sotto un telo grigio. Una Lancia Beta, forse una Giulia? Entrato nel cortile, Manzoni ha suonato alla porta giusta: un anziano signore gli confermava che si trattasse proprio di una Beta, ma in versione Spider del 1976, con motore 828AC da 1.6 litri e 108 cavalli. Apparteneva al suocero, che l’aveva acquistata da secondo proprietario una ventina d’anni prima, a uso matrimoni e cerimonie. Quindi la carrozzeria e il motore erano stati revisionati, per quanto fosse mai stata noleggiata. Così la Spider è rimasta per una decina d’anni nel cortile della cascina sotto un telo, con il tetto montato e il finestrino lato guida abbassato.
Bianca, con targa… in tinta. Se già sembra strano che ci sia ancora della campagna nel Comune di Milano, lo è ancora di più pensare che una cascina nasconda una Lancia Beta Spider. “Il vano motore era pieno di paglia e di escrementi di topi e non mi sono fidato ad avviarla, anche se freno e frizione funzionavano. Gli interni in pelle marrone chiaro sono in buono stato, solo le cuciture del sedile di guida nel frattempo si sono aperte e i pannelli delle porte ondulati per l’umidità. L’hard top è a posto, la capote ha solo l’oblò di plastica scucito. Si vede che era stata risistemata, prima di essere fermata”, spiega Manzoni. A parte l’immancabile santino, nel bagagliaio ha trovato un raccoglitore ad anelli di circa duecento fogli marchiato Lancia: è il dettagliatissimo manuale di uso e manutenzione, completo di ogni dato tecnico e illustrazione delle singole componenti. Bingo! L’unico neo è la targa bianca, dovuto a un cambio di residenza della prima intestataria nel 1987. Pazienza: offerta, controfferta al doppio, la promessa di sentirsi al telefono per trovarsi a metà strada. Poi arriva il Covid-19.
Una lavata, un’asciugata e… Con il lockdown, anche la Beta Spider passa in secondo piano. Senonché un giorno di maggio Luca Manzoni se ne ricorda, rintraccia il numero e chiama l’anziano proprietario. Sì, è ancora sotto il telo. E sì, è sempre in vendita: interessa ancora? Dipende dal prezzo, ma stavolta è quello giusto. “È una bella macchinetta, le è bastata una lavata per presentarsi bene. Ora passo al motore, non credo darà grosse grane”, commenta soddisfatto il barnfinder. “Ed è stato uno dei ritrovamenti più semplici che abbia mai fatto, con una trattativa veloce e concreta. A Milano non si gira troppo intorno alle cose, come succede in provincia…”. Nelle varie motorizzazioni la Beta Spider è stata costruita in circa 8.594 esemplari, circa seicento più della Montecarlo. Il borsino di Ruoteclassiche attribuisce un valore intorno agli 11.500 euro in condizioni “mediane” AB.