Per festeggiare i 40 anni della Fiat Panda, Ruoteclassiche e il club Aci Storico Officina Classica hanno organizzato una due giorni su e giù per i monti del massiccio del Gran Sasso. Percorsi in fuoristrada a bordo di cinque Panda 4x4 prima serie su percorsi sterrati solitamente chiusi al traffico, tra panorami mozzafiato.
La 4x4 prima serie, quella con il motore di 965 cm3 prodotta tra il 1983 e il 1985, è la Panda da collezione per eccellenza. Ormai rara perché di esemplari perfetti ne sono rimasti pochi: tanti hanno trascorso la loro esistenza in montagna, sottoposti a un utilizzo gravoso, cui la piccola fuoristrada ha risposto con entusiasmo e spirito di servizio. Ma decenni di arrampicate impossibili tra neve e fango ne hanno minato la pur robusta struttura. Oggi molte sono diventate il mezzo di trasporto preferito dei cacciatori, altre sono diventate fonte preziosa di ricambi (allestimenti interni differenti da quelli delle altre Panda, cambio specifico, carburatore, pistoni e testata e tanti dettagli ormai introvabili in commercio). Officina Classica, club Aci Storico di Spinea (Venezia) ha formato una piccola squadra di 5 Panda 4x4 (quattro di serie e un esemplare della Serie Limitata).
Restauri al 100%. Tre delle cinque Panda 4x4 appartengono al collezionista Guido Ganassin: due sono state restaurate professionalmente, la terza (l’esemplare bianco) è conservata, tranne una “velatura” alla carrozzeria. La serie limitata 5000, prima delle infinite serie limitate della Panda 4x4, appartiene invece al collezionista di Panda Paolo Ronconi e alla figlia Benedetta. È un esemplare conservato perfettamente in tutta la sua originalità. La quinta Panda appartiene a Enrico Rondinelli, personaggio noto nell’ambito delle gare storiche, nonché fan del mitico Pandino 4x4. Al volante delle tre auto di Ganassin, oltre al proprietario in coppia con Marco Di Pietro di Ruoteclassiche, Matteo Ghedin e Loris Pagano, e Mauro Moro (presidente di Officina Classica) ed Emiliano Carlotti. A fare da scorta alla “spedizione, Roberto Randazzo, l’organizzatore dei dettagli del viaggio e della logistica, il fotografo Tiziano Guzzetta e l’operatore video Luigi Di Battista.
Permessi speciali. Percorrere le strade sterrate del versante teramano del massiccio del Gran Sasso e i Monti della Laga non è possibile senza permessi specifici dell’Ente Parco Nazionale. L’itinerario è stato tracciato da Officina Classica con l’aiuto di esperti locali. Adesione entusiastica del sindaco di Fano Adriano Luigi Servi (che ha organizzato una magnifica accoglienza ai “pandisti”). e delle associazioni locali “Popoli e Lupi” (promotori di una conferenza sulla presenza dei lupi sul territorio e sul delicato ecosistema del Parco, che si è svolta il venerdì precedente alla partenza del tour il sabato) e “i Grignetti”, che hanno fornito il supporto logistico. Molti tratti solitamente riservati ai pastori e alle greggi nella transumanza, sono stati percorsi con la massima attenzione per la natura, sotto l’occhio vigile delle Forze dell’Ordine attivate per l’occasione. Paesaggi incantevoli e tratti difficili (ma nulla di impegnativo per le inarrestabili Panda 4x4…) hanno caratterizzato le due giornate di viaggio, per complessivi 200 km, di cui oltre 100 su sentieri non asfaltati. Partendo dalla base di Fano Adriano, sono state toccate le località della Valle del Chiarino, il rifugio Fioretti, Prato Selva, Macchia Petrana, il lago di Provvidenza con la sua maestosa diga, il borgo di Cerqueto e il rione Castello. La sera del sabato una mega festa organizzata dalla Pro Loco, dai “Grignetti” e dal sindaco che ha coinvolto tutti gli abitanti di Fano Adriano ha celebrato le Panda 4x4, con canti, musica popolare e manifestazioni folkloristiche, oltre all’immancabile tavolata che ha avuto come protagonisti i locali arrosticini di pecora.
Obiettivo: “l’auto storica si deve guidare”. Officina Classica è un club che raccoglie soci desiderosi di guidare le proprie vetture. La celebrazione dei 40 anni della Panda si è trasformata in un’occasione di far sgranchire i muscoli alle cinque 4x4 per ben oltre un migliaio di km, considerando che tutti gli equipaggi provenivano da diverse centinaia di km di distanza. Anche i percorsi di avvicinamento ai monti d’Abruzzo in autostrada, non proprio il terreno ideale per il “Pandino”, sono stati metabolizzati con facilità, nonostante il grande caldo di questo fine settimana di fine settembre. Minimi inconvenienti sui percorsi sterrati: una pompa della benzina surriscaldata (e prontamente raffreddata con le bottigliette di minerale), una gomma bucata (sostituita a tempo di record da Formula 1) e un piccolo problema tecnico a un giunto ruota (risolto al volo da Rondinelli e dal meccanico Matteo Ghedin). Il viaggio, reso possibile anche grazie al contributo degli sponsor Federperiti, Banca della Marca, S.O. Group, 4S e Auto Union, è stata un’esperienza indimenticabile non solo per i partecipanti, ma per tutta la piccola comunità montana che ha ospitato l’evento “Panda coi Lupi”: l’idea è di ritornare anche nel 2021, magari su altri degli infiniti percorsi a disposizione. E forse con più automobili, anche se la partecipazione è sempre vincolata a norme sulla circolazione giustamente molto ristrette.
Panda Superstar. Il ritorno sui social e l’entusiasmo al passaggio della piccola carovana ha fatto capire che la minuscola utilitaria Fiat è l’auto del momento tra gli appassionati di quattro ruote. A 40 anni suonati, la Panda si sta avviando sulle stesse orme della mitica Fiat 500, nell’immaginario collettivo e tra i collezionisti. Lo provano anche i valori di mercato, che tendono sempre più al rialzo e il numero di cultori che si cimentano nel restauro: quasi sempre facile ed economico, tranne che per alcuni dettagli introvabili, specie per le preziose 4x4.