Pechino-Parigi, Giorgio Schön al via con la sua Ferrari - Ruoteclassiche
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15/03/2019 | di Laura Ferriccioli
Pechino-Parigi, Giorgio Schön al via con la sua Ferrari
Giorgio Schön, pilota e titolare di Rossocorsa, si prepara alla sua seconda Pechino-Parigi, che affronterà a bordo della sua Ferrari Dino 208 GT4.
15/03/2019 | di Laura Ferriccioli

Giorgio Schön, pilota e titolare della concessionaria Rossocorsa, si prepara alla sua seconda Pechino-Parigi, che affronterà a bordo della sua Ferrari Dino 208 GT4.

È stata presentata ieri sera a Milano l'unica Ferrari che parteciperà a quella che può essere definita la corsa di endurance più impegnativa ed emozionante del pianeta: la Pechino-Parigi. La Dino 208 GT4 di Giorgio Schön, 73 anni, sarà anche la prima auto made in Maranello a prendere parte in assoluto alla gara organizzata dalla Endurance Rally Association, che inizierà il 2 giugno.

Il bis del campione italiano. E chi meglio del celebre driver con molteplici vittorie all'attivo - e proprietario della concessionaria Rossocorsa - poteva metterla in campo? Assieme a Enrico Guggiari, 72 anni, esperto rallista, Schön affronterà i 14mila chilometri della corsa, che in parte già conosce. È infatti l'unico dei partecipanti italiani di quest'anno ad averla già fatta, nell'ultima edizione di tre anni fa (con un'Alfa Romeo Giulia Super).

Formula ripensata. La Pechino-Parigi è ora alla sua settima edizione dal 1907 e, a differenza del famoso raid vinto dall'Itala 35/45 HP di Borghese Scipione, è competitiva e prevede sia prove legate alle tappe giornaliere sia speciali. Sono ammessi veicoli costruiti entro il 1975.

Tra Asia ed Europa. La durata? Trentasei giorni, entro i quali bisogna attraversare mezzo mondo, passando per terreni e strade tra le più difficoltose che si possano trovare, come ad esempio il deserto del Gobi in Mongolia. La vettura, che è una delle pochissime Ferrari firmate da Bertone, è stata preparata nei minimi dettagli, a cominciare dallo chassis e dalle sospensioni, tutti rinforzati. Il motore V8 è stato portato a 2990 di cilindrata, mentre nel cofano sono stati ricavati spaziosi scomparti dove caricare l'occorrente per la traversata, considerando anche che gli equipaggi, in tutto 108, sono chiamati a risolvere in autonomia qualsiasi problema o guasto. E, visti i pesi da ridurre al minimo, il bilanciamento ottimale della Dino è stato progettato con precisione estrema. Ne mostreremo tutti i particolari su Ruoteclassiche di maggio, assieme alle auto degli altri tre team italiani.

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