Peugeot 404: 60 anni di “Grand Routier” - Ruoteclassiche
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24/05/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Peugeot 404: 60 anni di “Grand Routier”
La Peugeot 404 compie 60 anni: auto dalla sobria eleganza, comoda e robusta ha saputo districarsi bene nei più svariati utilizzi, affermandosi anche nei rally.
24/05/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

Presentata nell’aprile del 1960, la Peugeot 404 inaugurava la “Serie 04”, ovvero la gamma che avrebbe composto l’offerta dei modelli per gli anni 60 e 70.

La Peugeot 404 sostituiva la precedente 403 caratterizzandosi per da una linea disegnata anche in questo caso dalla Pininfarina: berlina classica di fascia medio-alta con montanti sottili, fiancate pulite e un accenno di pinne al posteriore, uno stilema molto in voga all’epoca e che strizzava l’occhio alle vetture d’oltreoceano, ma qui con un moderato apporto di cromature che ne impreziosivano il profilo e i dettagli senza troppa ostentazione. Se le linee della Peugeot 404 esprimevano uno stile moderno improntato alla sobrietà, la sua palette di vernici consentiva di dare sfogo ai gusti più disparati proponendo anche colorazioni vivaci e vistose: dai classici grigio tortora al blu laguna fino a un intenso arancione. Per gli interni erano disponibili rivestimenti in grigio chiaro, rosso e il blu-verde. Gli interni, moderni e ben rifiniti, in base agli allestimenti prevedevano una strumentazione a sviluppo orizzontale o una più sportiva variante a tre strumenti circolari.

Un abito per ogni occasione. Alla Peugeot 404 berlina vennero presto affiancate le versioni, coupé e cabriolet, quest’ultima disponibile anche con hard-top. Alla Pininfarina venne affidato sia lo stile che la produzione dell’intera gamma "gran turismo" della 404: le varianti Coupé E Cabriolet venivano assemblate negli stabilimenti di Grugliasco (To), mentre la meccanica era montata a Sochaux, quartier generale della Casa del Leone. Al Salone dell’auto di Parigi del 1961 venne presentata per prima la Peugeot 404 Cabriolet, mentre l’anno dopo venne svelata anche la 404 Coupé, che per equilibrio delle linee e immagine risultava persino più appagante della cabriolet. Nel 1966, il frontale della coupé venne leggermente rivisto, con nuovi fari di profondità integrati nella griglia frontale, un particolare molto apprezzato, che contribuì al successo di questa vettura. La gamma della Peugeot 404 si andò ad articolare in numerose varianti: oltre alla berlina, alla coupé e cabriolet entrambe 4 posti, vennero introdotte la spaziosa Familiale con 7/8 posti e la versione Commerciale a 5/6 posti, una familiare con finiture semplificate. Non mancava poi la versione Furgonette, che derivata dal modello commerciale prevedeva una configurazione con 2 soli posti e la zona posteriore adibita al carico. C’erano poi la versione con telaio cabinato, adibita spesso a pickup e la versione ambulanza.

Meccanica robusta.
Per quanto riguarda i motori della Peugeot 404, l’unità di partenza era un’evoluzione di quello della 403, potenziato grazie ad una cilindrata maggiore, 1.618 cm3 contro i 1.468 della 403. La particolarità stava però nella sua sistemazione nel vano motore: il motore era leggermente inclinato per non interferire con il cofano. La Peugeot 404, in virtù delle sue qualità divenne ben presto una delle vetture favorite dai tassisti e dai liberi professionisti che cercavano un’automobile comoda, robusta ma anche dotata di una certa eleganza. Non mancavano quindi le indistruttibili motorizzazioni Diesel da 55 e 65 cv che contribuirono a consolidare il mito della 404 come “Grand Routier”, affidabile divoratrice di chilometri. Oltre alle classiche versioni a carburatori, la Peugeot 404 era disponibile anche in versione “Injection”, più performanti e vivaci, mentre sul piano tecnico una novità interessante introdotta con la 404 fu l’adozione del servofreno Hydrovac.

Regina d’Africa. La Peugeot 404 Injection segnava anche l’inizio di una lunga serie di successi sportivi che hanno visto brillare la 404 anche in competizioni di grande importanza. Nel 1961, la 404 ottiene il 1°, 3° e 4° posto nella categoria inferiore ai 2.000 cm3 del massacrante East African Safari Rally. Un anno dopo, nel 1962, Peugeot era prima nella classifica a squadre e seconda nella classifica generale. La consacrazione definitiva arrivò nel 1963, quando la Peugeot 404 di Cliff e Nowicki vinse per la prima volta l’East African Safari. Ma il culmine del successo arrivò con la tripletta di vittorie consecutive all’East African Safari Rally nelle edizioni 1966, 1967 e 1968. L’edizione 1966 fu particolarmente impegnativa: le condizioni meteo furono talmente sfavorevoli che gli organizzatori allungarono da quattro a dieci ore il tempo massimo ammesso… La corsa del 1967 vide invece le vetture sfrecciare senza troppe difficoltà a velocità medie superiori ai 100 km/h: dodici le Peugeot 404 iscritte, tutte e dodici tagliarono il traguardo. Una conferma sulla proverbiale affidabilità delle auto con il leone rampante sulla calandra, con questi risultati si consolidava l’ottima reputazione delle Peugeot a livello internazionale. Nel 1968 la vittoria si ripete esaltando la leadership della Peugeot 404 nel continente africano: auto tutt’ora diffusa e amatissima in molti Paesi africani. La Peugeot 404 fece parlare di sé anche in Sudamerica aggiudicandosi due volte il difficile Grand Prix d’Argentina, nel 1963 e nel 1965.

A sé stante. Merita un discorso a parte la 404 Diesel Record, ossia una 404 con motore preparata per battare il record di velocità per auto a gasolio. Basata sulla scocca della 404 Cabriolet, la Diesel record era una profilatissima monoposto con un cupolotto sul lato sinistro per consentire la sistemazione del pilota e non compromettere l’aerodinamica del veicolo. Nel primo test la Peugeot 404 Diesel Record venne equipaggiata con un motore a gasolio “Indenor” da 2163 cm³; per la seconda sessione, dall'11 al 14 giugno 1965 venne montato il motore di serie da 1948 cm³ (tipo XD88). Nella prima prova, la 404 Diesel Record girò sul circuito di Monthléry coprendo 5000 km alla velocità media di 160 km/h per 31 ore conseutive. Durante la seconda sessione, di 72 ore riuscì a fare anche meglio: di 11 000 km in 72 ore con una media di 161 km/h. Alla base di questi test, c’erano chiaramente finalità propagandistiche per dimostrare le effettive qualità dei motori diesel Peugeot, all’epoca tra i migliori disponibili sul mercato.

Un successo meritato. Nel 1968, il lancio della 504 Coupé coincise con il pensionamento della 404 Coupé venne ritirata dal mercato; in Europa la produzione delle 404 berlina e familiare proseguì fino al 1975 mentre la versione pick-up perdurò fino all’ottobre 1978. Vera "world car" la Peugeot 404 è stata prodotta anche in Argentina per conto della Sevel, con impianti anche in Australia (per conto della sussidiaria Renault), Belgio, Canada ( nell'impianto SoMA condiviso con la Renault), Chile, Irlanda, Kenya, Madagascar, Malesia, Nigeria, Nuova Zelanda, Portogallo, Perú (dalla Braillard), Rhodesia (attuale Zimbabwe), Sudafrica e Uruguay... La 404 fu un grande successo per la Peugeot, che si delineava come un marchio di respiro internazionale: 2.885.377 esemplari totali, dove fu la berlina, è proprio il caso di dirlo, a fare la “parte del leone” accaparrandosi quasi 2/3 della produzione e il restante diviso tra pick up e cabinati, commerciali e familiari. Sobria, robusta e con un’aria raffinata, la Peugeot 404 conquistò la piccola borghesia francese (e non solo), ma dimostrò di essere anche una brillante auto da competizione. Sarà per questo che anche Enzo Ferrari scelse una Peugeot 404 come vettura personale…

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